«I serbi devono restituire il bottino

Scade il secondo ultimatum, e la Nato ribadisce di essere pronta a colpire con i raid Scade il secondo ultimatum, e la Nato ribadisce di essere pronta a colpire con i raid «I serbi devono restituire il bO 5 / tre Grandi sui territori occupati LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A poche ore dallo scadere del secondo ultimatun dell'Orni, che impone alle forze serbe di ritirarsi ad almeno 20 chilometri da Gorazde entro le due di stanotte, una «robusta» azione diplomatica è stata avviata ieri a Londra attraverso una serie di colloqui fra i ministri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Così, mentre dal «Palazzo di vetro» veniva rinnovata la minaccia di bombardamenti aerei nonostante le forti riserve nuovamente espresse dal presidente sovietico Boris Eltsin (questa volta in un'intervista a Newsweek), a Londra nasceva un «gruppo di contatto» ad alto livello che si riunirà già oggi. Esso comprenderà rappresentanti di Stati Uniti, Russia, Unione europea e Onu. Avrà l'ambizioso compito di risolvere una volta per tutte, ma sul terreno diplomatico, la guerra in Bosnia; ma obiettivo immediato è una cessazione delle ostilità per quattro mesi, durante i quali discutere con serbi e musulmani la futura mappa della Bosnia. Il panorama è ancora preoccupante; ma nelle ultime 24 ore a Gorazde la tregua ha tenuto, anche se si sono registrati sgradevoli atti di sciacallaggio. Ma soprattutto, si osserva a Londra, si rafforza la coesione esterna, anche attraverso un più diretto coinvolgimento di Mosca nelle decisioni. Non a caso mentre il SLOVENIA E CROAZIA NELLA CEE GROMA LI esuli istriani, fiumani e dalmati mettono in guardia il governo Ciampi contro eventuali «colpi di mano» sul dopo-Osimo. E chiedono che sia il presidente Scalfaro a garantire che non venga compiuto «un danno irreparabile» dall'attuale esecutivo in attesa del nuovo governo. I rappresentanti delle principali associazioni di esuli hanno tenuto un summit a Gorizia in seguito alle polemiche sulla revisione del Trattato di Osimo firmato da Italia e Jugoslavia nel 1975. E alla fine, «preoccupati dal polverone» degli ultimi giorni, hanno deciso di appellarsi direttamente al Capo dello Stato. In concreto, che cosa chiedono a Scalfaro? I Dodici si riuniscono domani a Bruxelles per esaminare la richiesta di adesione di Slovenia e Croazia all'Unione Europea. E la Federazione degli esuli vuole essere certa che in quella riunione l'Italia chieda il rinvio della questione fino alla formazione del nuovo USA Nata per esaltare le don ministro degli Esteri britannico Douglas Hurd vedeva ieri il collega francese Alain Juppé e il segretario di Stato americano Warren Christopher - successivamente anche a colloquio con il primo ministro Major - faceva la sua comparsa a Downing Street l'inviato speciale di Eltsin, Vitali] Churkin. E Oggi, a Ginevra, Christopher incontrerà il ministro sovietico Andrej Kozyrev. Tutto questo mentre Hurd, ai Comuni, alza il prezzo della pace, affermando che essa potrà essere garantita - e su questo è parso d'accordo anche il minivertice di ieri - soltanto se i serbi rinunceranno ad alcune delle loro conquiste territoriali; e che obiettivo dell'Onu dev'essere l'arresto e l'incriminazione di chi si è macchiato di atrocità. E' una fase convulsa, legata com'è a troppe incognite. Il sottosegretario generale dell'Onu per le operazioni di mantenimento della pace, Kofi Annan, ha ribadito ieri che l'ultimatum delle due di stanotte si applica non solo a Gorazde, ma anche alle altre quattro «zone protette» della Bosnia: Bihac, Srebrenica, Tuzla e Zepa; e che, nonostante le «leggere divergenze» con la Nato emerse sabato, c'è ora un «eccellente coordinamento». La pressione militare, quindi, resta; e ieri la portaerei britannica Ark Royal si è portata a ridosso della costa jugoslava. Ma crescono anche le spinte a usci- O