Castro stringe lo mano agli esuli

Castro stringe lo mono agli esuli Castro stringe lo mono agli esuli Un successo la Conferenza di Riconciliazione a Cuba L'AVANA. Grande successo di Fidel Castro nella sua strategia per porre fine all'isolamento di Cuba ed eliminare l'embargo commerciale: il «lider màximo» ha incontrato ieri, riapparendo per la prima volta dopo le voci di una sua malattia, 225 rappresentanti dell'opposizione in esilio, che avevano partecipato alla conferenza su «La nazione e l'emigrazione» organizzata nell'isola. Fra gli ospiti di Castro c'erano ex attivisti di organizzazioni che per decenni hanno cercato di rovesciare il governo comunista ed ex combattenti della Baia dei Porci, assieme a militanti dei gruppi anticomunisti più moderati con sede a Miami. Sono rimasti esclusi solo gli emigrati di Miami più estremisti (che finora hanno costituito negli Stati Uniti una lobby in grado di dettare la politica di Washington relativamente a Cuba). Castro non aveva partecipato ai lavori della conferenza, durati tre giorni, ma ha voluto suggellare fra gli applausi questo primo atto della «riconciliazione» con una cerimonia al Palazzo della Rivoluzione. Uno degli emigrati intervenuti, Luis Martinez, ex portavoce del governo militare di Fulgencio Batista, prima di incontrare Castro ha detto che «se avessi un esercito ben equipaggiato di 100 mila uomini, invaderei Cuba e tirerei un colpo di rivoltella nella testa di Fidel. Ma siccome ho perso e i tempi sono cambiati, gli chie- derò di cominciare a dialogare, perché siamo vecchi». «Io e Castro abbiamo più di 65 anni ha proseguito Martinez -, Gli stringerò la mano, lui mi dirà che ho preso un po' di chili, e dialogheremo». Fra i 225 rappresentanti dell'opposizione in esilio presenti c'erano gruppi di Miami come «Cambio cubano» e la «Comissione cubana per la democrazia», che si sono di fatto trasformate in un ponte fra i governi di Castro e Bill Clinton. Ciò viene interpretato come un duro colpo inferto alla oltranzista fondazione cubano-americana di Jorge Mas Canosa, favorevole all'embargo. Patricia II leader cubano Fidel Castro è ricomparso in pubblico smentendo le voci secondo cui era gravemente malato in seguito a un ictus Gutierrez, figlia di Eloy, leader di Cambio cubano ed ex prigioniero di Castro, ha affermato che la conferenza «ha spianato il terreno» verso una totale normalizzazione dei rapporti con l'emigrazione. Tutti gli esponenti dell'emigrazione presenti alla conferenza si sono detti favorevoli a una sospensione dell'embargo, anche perché solo così potrebbero investire capitali nell'isola, e l'Avana ha detto sì all'afflusso di capitali almeno in certi settori come il turismo. Castro considera vitale la normalizzazione per contribuire a salvare il regime in crisi. Gli emigrati inviano ogni anno in patria 500 milioni di dollari, oltre 800 miliardi di lire, che costituiscono il terzo introito del bilancio nazionale dopo canna da zucchero e turismo, e che fornisce l'ossigeno necessario per la sopravvivenza della rivoluzione. Ma potrebbero fare molto di più, investendo anche capitali nell'isola. A tre anni dal crollo del comunismo eurosovietico, Cuba, ultimo avamposto socialista nell'emisfero americano, è precipitata in una crisi economica totale con paralisi energetica, durissimo razionamento, scarsità di tutti i generi di prima necessità e scomparsa dei trasporti pubblici. Il Parlamento si riunisce nei prossimi giorni per approvare un nuovo pacchetto economico che confermerà l'apertura al capitale straniero ma rischia per altro verso, attraverso l'introduzione di tasse, l'aumento di prezzi e la sospensione dei sussidi statali, di peggiorare ulteriormente le già precarie condizioni di vita della popolazione. Il governo di Fidel Castro vede nella fine dell'embargo Usa la sola possibilità di risalire definitivamente la china. Il presidente americano Clinton, considerato personalmente favorevole alla revoca delle sanzioni, appare tuttavia incapace di cambiare una situazione che avrebbe importanti ripercussioni di politica interna e sembra attendere che sia lo stesso Congresso a decidere. ] [Agi-Ansa]