La proposta indecente del principe del foro di Franco Pantarelli

La proposta indecente del principe del foro La proposta indecente del principe del foro Sotto inchiesta Abraham Soafer, l'avvocato americano diAndreotti NEW YORK NOSTRO SERVIZIO decretata dalle Nazioni Unite. Ma con gli Usa c'è una controversia in più, quella del congelamento di tutti i beni libici in questo Paese. E proprio per gestire questa controversia Tripoli l'anno scorso aveva «assunto» l'avvocato Soafer come proprio rappresentante, più o meno nello stesso periodo in cui anche Giulio Andreotti lo aveva incaricato di curare i suoi «interessi di immagine» negli Stati Uniti. Dopo l'uscita di alcuni articoli sul «New York Times» e altri giornali in cui si raccontava dei suoi legami con la Mafia senza dare troppo spazio al dubbio, il senatore aveva infatti concluso che il complotto contro di lui si era esteso anche alla grande stampa americana e aveva deciso di far valere i suoi diritti, servendosi appunto dell'avvocato Soafer. Ma se per questo incarico c'erano stati solo commenti ironici, per l'altro - quello di rappresentare la Libia - si era scatenato un E adesso per Abraham Soafer, noto in Italia come «l'avvocato di Andreotti», è arrivata l'inchiesta giudiziaria. Non in seguito alle vicende del suo cliente italiano, ma per accertare i suoi rapporti con la Libia di Muammar Gheddafi. Un anno fa, Soafer decise di accettare di rappresentare la Libia presso i tribunali americani nella controversia sull'abbattimento dell'aereo della Pan Airi nel cielo di Lockerbie, in Scozia, nel 1988. In seguito a quel gesto terroristico morirono 270 persone, e due anni fa il governo degli Stati Uniti stabilì che i colpevoli erano due agenti del servizio segreto libico. Da allora, tutti i tentativi di ottenere l'estradizione di quei due uomini sono falliti, e il governo di Tripoli resiste all'embargo economico e alla chiusura di tutte le comunicazioni con il resto del mondo I parenti delle vittime del Jumbo insorsero, i commentatori dei giornali paragonarono Soafer al Robert Redford di «Proposta indecente», e perfino i comici della tv lo indicarono come l'esempio vivente dell'assioma secondo cui gli avvocati non si fermano di fronte a nulla. Così, pochi giorni dopo l'assunzione dell'incarico di rappresentare la Libia, lo studio Hughes, Hubbard e Reed rese noto di aver rinunciato, «data la percezione negativa da parte del pubblico e delle autorità». La faccenda sembrava chiusa, ma a un anno di distanza l'apertura dell'indagine indica che non lo è affatto: si vuole accertare se Soafer, che per rappresentare un governo straniero aveva bisogno di un'autorizzazione, l'abbia ottenuta grazie a dichiarazioni false. Se il responso sarà «sì», verrà probabilmente radiato. Giulio Andreotti si è rivolto all'avvocato Abraham Soafer per difendere la sua immagine negli Stati Uniti putiferio. Soafer, durante l'amministrazione Reagan, era il consulente legale del Dipartimento di Stato; era stato lui a mettere a punto il primo provvedimento di sanzioni economiche contro la Libia ed era stato lui a scrivere la «giustificazione legale» per il bombardamento su Bengasi ordinato da Reagan nel 1986 (bombardamento per vendicare il quale, secondo gli inquirenti, i libici dopo due anni fecero saltare il Jumbo). Franco Pantarelli