Così «Bella Ciao» diventa un rap di Curzio Maltese
Così «Bella Ciao» diventa un rap Così «Bella Ciao» diventa un rap La generazione del karaoke si è scoperta ribelle siamo gli angeli del focolare/ Irene Pivetti ti devi rassegnare». «Irene Pivetti antisemita/ tira la corda e togliti la vita». Ancora peggio, berlusconizzati. «Silvio Berlusconi con la zappa in mano/ ecco il solo miracolo italiano». «Contro il potere di Sua Leghisti e Forza Italia i bersagli preferiti degli slogan A sinistra, Umberto Bossi contestato in corso Venezia Qui accanto, Irene Pivetti puntando sugli autonomi del Leonka, un suo vecchio pallino. «Temiamo l'arrivo di treni di facinorosi da tutt'Italia», il borgomastro Formentini. Ma la danza macabra non funziona. Gli scontri di piazza si esauriscono in una contestazione scomposta e molto sciocca al drappello dei cento leghisti in piazza Oberdan. Circondati, spernacchiati, bersagliati con qualche pallottola di giornale. Mentre la polizia accenna un paio di volte a pericolose cariche per uscire dall'assedio tutto sommato pacifico. Dieci o vent'anni fa, sarebbero volate sprangate. Come sulle teste dei poveri ciellini e «popolari per le riforme» che s'azzardavano a manifestare per il loro 25 aprile. Qui, a dieci metri dalla prima linea di urlatori, infuria il «dibbattito». «Lasciamoli perdere» «Massi, chi se ne frega» «No, no sono fascisti» «Ma non s'era detto cho ora una festa di riconciliazione?». «E con chi, coi fascisti? Allora perché non con le SS? E i poveri addetti ai forni? E le vittime del processo di Norimberga?», dice un tipo che inalbera un solitario cartello: «Se Benito è il più grande statista del secolo io sono un muflone». Intanto la polizia scorta prima l'onorevole Bossi («Umberto dai non fare il duro/ che il Biscione te l'ha messo in c...») e poi la truppa verso l'approdo di piazza della Scala, dove i leghisti si sciolgono smarronando. Potenza della realtà virtuale, Emilio Fede la sera vede e racconta al Tg4 l'aggressione di «commandos» del Leonka a colpi di «ripetuti lanci di bottiglie» verso i lumbard - a distanza di quattro chilometri? - e altri «fatti gravissimi», «provocati dai soliti autonomi» che poi avrebbero «tributato un'ovazione all'ingresso di Occhetto in piazza del Duomo», dove non sono mai arrivati. La televisione continua a tifare per la guerra civile. Quel Fede, che giovinastro. Curzio Maltese
Persone citate: Biscione, Bossi, Emilio Fede, Formentini, Irene Pivetti, Occhetto, Silvio Berlusconi, Umberto Bossi
Luoghi citati: Italia, Norimberga, Potenza
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