IN VIAGGIO CON I MANIFESTANTI

1 MANIFESTANTI 1 MANIFESTANTI B OLOGNA-MILANO, treno speciale diciottomilaquattrocentododici delle ore 13,15, primo binario, «Attenzione, attenzione, il treno è in partenza». La destinazione è il 25 aprile, giorno della riscossa. Tre ore di viaggio per finire tra le pozzanghere e l'abbraccio di Milano, tana della Lega, reggia di Silvio, capitale della Destra. Binario uno: volantini, confusione, porte che sbattono. «Salite compagni, si va», grida la voce metallica di un megafono, con il treno già sotto pressione, l'eco degli altoparlanti in sottofondo «Bologna, stazione di Bologna», mentre una biondina chiama «Marcello!» e un ragazzo corre con mezza dozzina di lattine in braccio, «Cazzo, aspettatemi, maledetti berlusconi!». «Chiudete le porte, aprite le vostre coscienze» filosofeggia un beatnik in blu, barbetta e «Manifesto» arrotolato. «O bella ciao, bella ciao» intonano le ragazze della cooperativa agricola Avola, che hanno panini grandi come zucche e sorrisi contagiosi come ciliege. Tranne Barbara, 24 anni, che dice: «Io penso che quelli della destra vogliano riscrivere la Storia, cancellare la verità, rubarci la Costituzione...». Ma le altre non l'ascoltano, cantano «Bella ciao» con una variazione: «O partigiano, portali via...» e subito tutti in coro, ancora più forte: «... portali viaaa». Dunque Bologna. Se n'è andato con un applauso e un rullare di tamburi il treno delle 11,45. E' partito tra slogan e finestrini aperti e pugni chiusi, quello delle 12,30. Ora tocca a questo, l'ultimo dei tre organizzati da Rifondazione con Cgil Cisl e Uil. Bandiere rosse ai finestrini, kefhiah svolazzanti, striscioni «Ora e sempre Resistenza», tricolori, locomotiva che dà lo strappo e alle spalle si allontana la lapide del 2 agosto 1980, strage della stazione, segno anche questo di un passato non rimosso, né risolto. Si muove contro la cattiva memoria, contro la memoria perduta, questo treno in rosso - uno dei 20 che dalle piogge del Sud e del Nord convergono nel diluvio gridato di Milano - tutto pieno di ragazzi che hanno solo il presente alle loro spalle, e oggi vogliono esserci in nome del futuro. «Abbiamo avuto la fortuna di non vivere il fascismo, sarebbe una bella sfiga cominciare adesso». Pioggia, capannoni e poi il verde dell'Emilia. Con allegria e bambini nel corridoio e intasamento quando compare una tele camera: «Aho, siete mica di Canali: 5?». «No, no, siamo di Raidue,

Persone citate: Canali, Pioggia

Luoghi citati: Bologna, Emilia, Milano