Mosca è una scommessa di S. 1.

Mosca è una scommessa Mosca è una scommessa 7/ GÌ punta sul governo russo (ma non si nasconde i rischi) WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO «La Russia ha oltrepassato il punto di non ritorno nella transizione all'economia di mercato» si sbilancia ad affermare Ernesto Hernàndez-Catà, il maggior esperto in materia del Fondo monetario internazionale. Buona parte della riunione di ieri del G7 è stata dedicata alla grande scommessa che le 7 potenze industriali del mondo hanno deciso di fare, puntando sull'attuale governo di Mosca. L'improvviso, rimbombante ottimismo ufficiale è di rigore: o la va o la spacca. Se va male, le istituzioni finanziarie internazionali perderanno miliardi di dollari e molta credibilità e in Russia sorgerà un fascismo armato di bombe H. Mercoledì scorso il Fmi ha deciso di erogare alla Russia la seconda rata (altri 1,5 miliardi di dollari) del prestito speciale che era rimasta bloccata per parecchi mesi. Si ritiene a Wa¬ shington che la scelta sia avvenuta su forte pressione del G7, e degli Stati Uniti in particolare. Seguiranno prestiti della Banca mondiale. A esplorarne gli sviluppi è stato dedicato il colloquio dei Sette, quando verso le 14 sono stati ammessi i rappresentanti di Mosca: il vice primo ministro Aleksandr Shokhin, il ministro delle Finanze Dubinin e il governatore della Banca centrale Gerashchenko. D'improvviso in Russia, secondo le valutazioni de! Fmi, sembra essersi schiarito l'orizzonte: la caduta del rublo si è fermata (adesso vale poco meno di una lira), il deficit dello Stato si è fermato al 9-10% del prodotto lordo (come l'Italia), «metà delle imprese sono state privatizzate e fra di esse alcune molto grandi; per le piccole imprese la percentuale è superiore ai tre quarti». Certo, un rischio viene dalla fortissima evasione fiscale: HernàndezCatà consiglia di adottare la minimum tax. [s. 1.]

Persone citate: Aleksandr Shokhin, Dubinin, Ernesto Hernàndez-catà

Luoghi citati: Italia, Mosca, Russia, Stati Uniti, Washington