Festa di popolo «blindata»

Festa di popolo «blindata» Festa di popolo «blindata» Quattromila agenti presidiano Milano SICUREZZA NEI CORTEI FMILANO ESTÀ di popolo, promettono tutti. Compreso il sindaco Formentini, l'uomo che (se mai non verrà l'Umberto Bossi che pure ha promesso di esserci) dovrà rappresentare tutta Milano ma anche la Milano leghista a questa manifestazione nazionale del 25 aprile organizzata per celebrare il 49° anniversario della Liberazione e che promette d'essere numerosa come mai. Compito non facile, quello di Formentini, sindaco di una città sempre più capitale morale, sempre più faro politico. Perché oggi, nella città del «Vento del Nord», quello del voto leghista e berlusconiano di marzo, sono attesi in 200 mila a ricordare il «Vento del Nord», quello della resistenza partigiana del '45. Milano per un giorno capitale politica sia per la maggioranza che per l'opposizione. Con mezzo vertice dello Stato, il presidente della Camera Irene Pivetti e quello del Senato Carlo Scognamiglio, presente insieme a tutti gli uomini dell'opposizione rossa e bianca: Occhetto e D'Alema, Bertinotti e Cossutta, Martinazzoli e Tina Anselmi, Rosa Russo Jervolino e Spadolini. Mancherà solo Silvio Berlusconi, alla vigilia dell'incarico per formare il governo se ne starà ad Arcore e la manifestazione, hanno fatto sapere i suoi collaboratori, la guarderà in tv. Scontata la presenza popolare. Con auto, pullman (500), treni (20) in arrivo da mezza Italia, da Bologna e dall'Emilia rossa, da Genova e dalla Liguria, dall'Umbria e dalla Toscana ma anche da Roma e da Napoli. Due grandi cortei, uno da Nord (porta Venezia), uno da Sud (piazza Medaglie d'Oro), entrambi diretti in piazza Duomo dove sono previsti i comizi di Arrigo Boldrini, Aldo Aniasi e Paolo Emilio Taviani, i capi delle tre associazioni partigiane Anpi, Fivl e Fiap. Ore e ore di sfilata, così prevedono i vigili urbani. Con una incognita che in tanti temono: la presenza di provocatori, degli autonomi aggregati attorno ai ragazzi del Leoncavallo, di «casseur» all'italiana emuli della rivolta dei giovani francesi. Cosa faranno in un corteo nel quale la Lega di Bossi ha già annunciato di voler essere presente e visibile con tanto di striscione lungo cinque metri e alto uno e mezzo con la scritta «25 aprile, patrimonio degli uomini liberi»? «Il 25 aprile è una festa di popolo, in cui si raiffermano i valori sacrosanti della Liberazione, che non deve essere strumentalizzata e rovinata da elementi esterni», mette in guardia Formentini, il sindaco. Da sinistra, dal sindacato, dal pds, persino da Rifondazione - tutti pronti a schierare alcune migliaia di uomini nel servizio d'ordine - sono arrivate promesse di fermezza: nessun problema, fanno sapere, tutto sotto controllo. Ma a schierarsi in forze saranno soprattutto polizia e carabineri. Vigilanza speciale, quasi una città militarizzata: dopo i summit tra questore e prefetto dei giorni scorsi, saranno non meno di 4 mila i poliziotti e i carabinieri presenti a Milano. Obiettivo: isolare i provocatori, evitare qualsiasi problema. Sorvegliati speciali, è ovvio, i ragazzi del Leoncavallo dietro i cui striscioni sono attesi tremila autonomi che il tam tam dice in arrivo anche dalla Francia e da Berlino: chissà. Per impedire scorribande, vetrine sfasciate, auto danneggiate ma soprattutto drammatici faccia a faccia tra autonomi e leghisti, i «tremila» non sfileranno (come avrebbero voluto) in coda al corteo ma al centro. Tra il servizio d'ordine sindacale e quello delle forze dell'ordine. [a. z.] Marco Formentini