Vespa 2«vendetta» in Rai di Massimo GramelliniBruno Vespa
E si riparla di Sandro Curzi alla testa di uno dei tg Vespa % «vendetta» in Rai LE MANOVRE Potrebbe risorgere come direttore generale ROMA 'M N Rai avanza l'usato sicuH ro. I concessionari del nuovo miracolo italiano privilegiano l'affidabilità. Vespa direttore generale, Curzi bis al Tg3, Sodano dove capita: prossimamente sui vostri schermi, salvo interferenze. Note di listino: personaggio ancien-régime, possibilmente bravo, silurato al momento giusto, cioè in un qualunque mese del 1993, quando sembrava che avessero vinto «gli altri». Una provata ostilità verso i cattocomunisti non è fondamentale, ma aiuta. Il modello dell'usato sicuro è Bruno Vespa, nella sintesi del giornalista-deputato italoforzuto Fabrizio Del Noce: «Vespa è stato emarginato per un anno. Una persecuzione politica che gli ha tolto di dosso l'immagine di vecchio. Adesso Bruno non è più né vecchio né nuovo. E' pronto». Come Sandro Curzi, trasformato dai suoi in un compagno che sbaglia e mandato in esilio a Telemontecarlo con la scusa dell'età pensionabile. E' bravo, è amato, è comunista, ma senza complessi, e per questo piace ai vincitori. Dovrebbe tornare, per andare a dirigere un tg di simpatica opposizione. Nel caso di Vespa non si può neanche parlale di un ritorno. Lui, in realtà, non si è mai mosso. Dai giorni ormai lontani della caduta, l'ex-direttore del Tgl di Forlani si fa vedere sempre meno a Saxa Rubra. Prima temeva di essere poco gradito, adesso di esserlo troppo. Compare nella palaz- zina del telegiornale soltanto una volta alla settimana, per montare i servizi e offrire ad ammiratori improvvisati il destro per show imbarazzanti. Il copione più diffuso si svolge in tre tempi: 1. L'Ammiratore, spesso un collega ex-ostile, vede Vespa in fondo al corridoio e sobbalza. 2. Anziché scomparire dentro la prima stanza libera, come faceva fino a un mese fa, l'Ammiratore punta diritto all'obiettivo, avviando nel frattempo i'azione di spalancamento braccia. 3. Contatto: l'abbraccio commosso è facoltativo, ma assolutamente fissa la frase di circostanza: «Caro Bruno, è da tanto tempo che volevo scriverti una lunga lettera...». Nella giostra della vita, Vespa è di nuovo sul cavallino giusto, sorridente e col gelato in mano. Lo aspettano giornate piene. Così smetterà di scrivere libri (dopo «Telecamera con vista» ne minacciava un altro per l'autunno) e anche di condurre programmi elettorali: il suo andava in onda prima del Tgl ed è stato l'unico ad ospitare amabilmente tutti e tredici i leader di partito, un record che lo fa impazzire di felicità. Lo danno in corsa per una poltrona in Fininvest, ma è un falso scopo. Quello vero è la direzione generale della Rai. Strapiace a Berlusconi, un po' meno alla Lega, ma abbastanza ad Alleanza Nazionale, se persino l'epurator cortese Francesco Storace arriva a dichiarare: «Da politico taccio perché, guarda come so' ipocrita, le nomine spettano all'Iri. Ma da cittadino, vedrei Vespa decisamente bene». Due anni fa, quando la sua anima neo-gollista se ne stava ancora ben nascosta dentro il corpaccione da missino, Storace diede a Vespa del «servo di regime» per via di un commentaccio su una vittoria di Le Pen. La formula dell'usato sicuro trova consensi inattesi persino fra i congiurati del Tgl, che magari vi immaginavate barricati in redazione con Frajese come ostaggio. E invece: Gruber, Sciano, Badaloni, Borrelli - tutti zitti; e chi parla è per dire che «all'epoca non attaccammo l'uomo ma il metodo». Sì, buonanotte. Ma la Rai centralista è un animale strano: il buon vecchio Vespone, «che sembra un doroteo ma non lo è» (Del Noce), fa meno paura di certi insetti esotici tipo Vittorio Feltri, temuto scorpione bergamasco, prima scelta dei leghisti. «Feltri non può passare. Troppo dirompente», spiega Giulietti, l'esperto di sinistra. «An e Lega non vogliono sbaraccare la Rai perché temono di arrivare alle prossime elezioni con tutti i fucili in mano a Berlusconi. Pensano a una scelta conciliante, a un riciclaggio del Caf». «Bruno - racconta un vespiano in incognito - può gestire le nomine di sinistra accumulatesi negli ultimi mesi. Invece Feltri, prima dello sbarco, dovrebbe farsi precedere da una settimana di bombardamenti a tappeto sulle poltrone». Sarà per questo che a Saxa Rubra lo chiamano «B 52». Massimo Gramellini LdB E si riparla di Sandro Curzi alla testa di uno dei tg L'ex direttore delTgl Bruno Vespa
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