Su frutta e vigne piemontesi il gelo dà il suo colpo di coda

Gravissimi i danni, si chiede il ricorso al Fondo di solidarietà Gravissimi i danni, si chiede il ricorso al Fondo di solidarietà Su frutta e vigne piemontesi il gelo dà il suo colpo di coda TORINO. Un duro colpo alla frutticoltura, che dopo due anni di crisi si stava timidamente riprendendo, l'ha dato in Piemonte e solo in Piemonte il maltempo. La mazzata è venuta questa volta dalle cosiddette «gelate tardive» e le stime dei danni sono severissime. «Sono in corso accertamenti - dice l'assessore regionale Emilia Bergoglio - per definire al più presto la delimitazione delle aree colpite e sottoporre al ministero il riconoscimento dell'eccezionalità dell'evento per accedere al Fondo di solidarietà nazionale. Penso che una precisa quantificazione economica dei danni sia possibile tra dieci giorni». Intanto il panorama dei danni si delinea dalle prime valutazioni dei tecnici: il raccolto di nettarine sarà dimezzato, così come quello di pere, le mele rosse hanno subito danni ancora superiori (circa il 60 per cento), un po' meno le mele gialle, le pesche e il kiwi, tutti sul 40 per cento. Le perdite seno gravissime, anche se non ancora precisamente quantificabili: le percentuali indicate infatti sono frutto di medie generali che comprendono aree e produzioni con danni vicini anche al 100 per cento e altre con perdite modeste o comunque trascurabili. «Il danno però - dichiara il direttore di Asprofrut Giovanni Laratore - si ripercuote sulle strutture associative e sulle attività commerciali che operano esclusivamente con il prodotto locale: le spese fisse di gestione degli impianti dovranno essere distribuite su minori quantitativi di prodotto». Filippo Bianchi, dirigente della Confagricoltura regionale, precisa che anche la vite è stata colpita, nell'Astigiano, nel Novarese e in provincia di Torino nel Canavese, soprattutto dove ci sono vigneti con esposizioni verso Nord o verso Ovest, oppure nelle giaciture più basse. Per quale motivo le gelate tardive hanno colpito così duramente? Lo spiega Alberto Ugolini, direttore dell'Ente di sviluppo agricolo del Piemonte: «Dopo un mese di marzo con temperature eccezionalmente miti, che hanno favorito un notevole anticipo della ripresa vegetativa, ci sono stati, dall'inizio di aprile, forti abbassamenti delle temperature, che nannetoccato addirittura i 7 gradi sotto lo zero. Le gelate tardive, talvolta di parecchie ore, hanno colpito gravemente le piante da frutto nella delicatissima fase della fioritura e della primissima formazione dei futti». «L'albicocco e il pesco in particolare, come abbiamo visto dalle cifre prima indicate - affermano i tecnici dell'Associazione produttori cuneesi - ma soprattutto le nettarine, hanno subito gravi danni in varie zo¬ ne, dall'Albese al Saluzzese e anche nel Vercellese (Borgo d'Ale); il melo è stato colpito nella zona di Lagnasco, in particolare, e nell'Astigiano; ma non solo. «E - aggiunge Bianchi - non dimentichiamo il Pinerolese (Cavour, Bricherasio ecc.), dove i frutticoitori chiudono i bilanci in passivo da quattro anni». Che fare, a parte la solita richiesta di danni? Il direttore Giovanni Laratore sostiene che bisogna pensare ormai a una forma di difesa attiva. «E' noto infatti - precisa, che l'acqua distribuita a pioggia nei periodi più freddi, gelando attorno ai fiori, mantiene all'interno la temperatura a zero gradi, e non più bassa, salvaguardando la vitalità dei fiori stessi». (E' lo stesso sistema usato negli agrumeti in Sicilia). C'è però un ostacolo non indifferente, precisa Laratore: «I costi di tali interventi sembrano per ora assolutamente insopportabili dalle aziende agricole. L'altra ipotesi di difesa - quella passiva per la quale è previsto l'intervento dello Stato attraverso i Consorzi di difesa - sarà senz'altro un argomento di discussione e di richiesta al nuovo ministro dell'Agricoltura». Gianni Stornello L'assessore regionale all'agricoltura Emilia Bergoglio

Persone citate: Alberto Ugolini, Cavour, Emilia Bergoglio, Filippo Bianchi, Gianni Stornello, Giovanni Laratore, Laratore

Luoghi citati: Fondo, Lagnasco, Piemonte, Sicilia, Torino