Il sogno del socialismo perduto e l'illusione della pace cercata

// sogno del socialismo perduto e l'illusione della pace cercata AL GIORNALE // sogno del socialismo perduto e l'illusione della pace cercata Torniamo in trattoria Sono un vecchio - si fa per dire militante socialista (58 anni a settembre), in letargo dal 1975, cioè da quando mi sono sentito un estraneo nei partiti che pretendevano di rappresentare l'idea di Matteotti, di Turati, di Pertini e, più modestamente, dei miei vecchi e mia. Dopo le ultime elezioni politiche non esiste più nessuno che rappresenti ufficialmente questa idea che sembrerebbe ormai morta. Non lo voglio credere! I miei vecchi dall'aldilà mi spingono alla ricerca di altre persone che ancora pensano come me. Propongo perciò a tutti coloro, pochi o tanti non lo so, vecchi o giovani, donne o uomini, di qualsiasi categoria sociale o credo religioso, delusi ed amareggiati come me, di incontrarci e di scambiarci le nostre idee ed esperienze. Dove? Non lo so. Dipende dal numero: se saremo in tre o quattro, basterà un tavolino di un bar; se saremo di più, come spero, cercheremo un ambiente adeguato... naturalmente escluderei a priori Piazza Venezia. Lo decideremo insieme, liberamente e democraticamente; penso però che il luogo più indicato sarebbe una buona e semplice trattoria (sarebbe un romantico ritorno alle origini) dove pagheremmo alla romana, senza sponsor. Onde sgomberare subito il campo da equivoci tengo a precisare che non è assolutamente mia intenzione creare nuovi movimenti, partiti, club o altre diavolerie del genere: ce ne sono già fin troppi. Tantomeno aspiro ad essere un leader di qualsiasi cosa: non so neanche se ne sarei all'altezza: la mia attività professionale e la mia famiglia (a proposito, sto per diventare nonno!) non me lo permetterebbero. Se qualcuno ha più tempo e più capacità, si faccia avanti, se ha le qualità gli darò volentieri una mano. Credo di essere stato abbastanza chiaro. Ritorniamo alla cenetta. Con quei quattro gatti, ma credo qualcuno di più, decideremo se considerare ciò solo un piacevole incontro di sognatori, e quindi chiudere il discorso e darci per vinti, oppure se rimboccarci le maniche e lavorare per spiegare ad altri, specialmente ai giovani disinformati e frastornati dai media, la validità degli ideali ai quali abbiamo sempre creduto. Sta a noi, pensiamoci! Ing. Eros Bosco, Albenga li sangue della Sindone In una lettera pubblicata il 9 aprile si tenta di giustificare le copiose tracce di sangue presenti sulla Sindone, anormali se si pensa che il lenzuolo abbia avvolto un cadavere, con una tesi che mostra ancora una volta con quanta noncuranza venga ignorato il testo biblico, che pur costituisce il fondamento del Cristianesimo. Il fatto non stupisce, dal momento che lo stesso Giovanni Paolo II ha rivelato, il lunedì di Pasqua, che il Cristo risorto si sarebbe premurato di far visita alla Madonna, una pia favoletta che fa a pugni con il racconto dei Vangeli. Nella lettera ora pubblicata si sostiene che il sangue della Sindone sarebbe scaturito al momento della risurrezione, quando il cuore avrebbe ripreso a «spingere il sangue con forza». Così si concilierebbe l'autenticità della Sindone e la fede nella risurrezione. Si tratta di una tesi suggestiva, soltanto che la Sacra Scrittura afferma con chiarezza che Gesù non risuscitò con un corpo di carne e sangue, bensì con un corpo spirituale (1 Pietro 3, 18; 1 Corinzi 15, 42-45 e 50). Tant'è vero che quando Gesù si presentò a Maria Maddalena ed ai discepoli sulla strada di Emmaus venne riconosciuto soltanto dai gesti e dalle parole, non dall'aspetto fisico. Si obietterà che il Gesù risorto mangiò con i discepoli, ma anche gli angeli materializzati che visitarono Abramo si cibarono con quanto offerto dal patriarca (Genesi 18, 8). E come avrebbe potuto il risorto entrare con un corpo fisico attraverso le mura e le porte sbarrate del cenacolo, come Gesù fece? Potrebbe sembrare che una questione del genere abbia un'importanza marginale, sia un disquisire del sesso degli angeli, ma in realtà non è così. Gesù lasciò la sua natura umana, il suo corpo fisico, e la sua vita umana, il suo sangue sparso, a favore del genere umano. E' questo il prezzo della reden¬ zione, rappresentato dal pane e dal vino dell'ultima cena distribuito agli apostoli. 0 vogliamo, per salvare l'autenticità della Sindone, dopo aver messo in dubbio la risurrezione mettere in dubbio anche la redenzione? La Sindone è certamente una singolare opera d'arte e, come tutte le opere d'arte, rappresen¬ ta la storia deformata dall'immaginazione dell'artista. La fede non c'entra. Franco Rizzo, Torino Impariamo dagli animali Da quasi mezzo secolo esiste l'Organizzazione delle Nazioni Unite e lo stesso si può dire dei tentativi della Comunità Europea. Dopo immani catastrofi gli uomini recuperano la ragione e cercano di creare strumenti che impediscano il ripetersi di barbarie e di olocausti. Ma a che cosa sono approdati finora tali provvedimenti? Velleitarismi ridicoli e assemblee internazionali, che si susseguono una dopo l'altra, senza mai raggiungere traguardi definitivi, in un gioco di interessi economici o nazionalistici che, oggi, fanno sorridere di commiserazione quanti conoscono i cimiteri di Hiroshima e Nagasaki. Un mondo frantumato da un conflitto mondiale, ora caldo ora freddo, che non ha il tempo di sanare le sue ferite, che qua e là esplodono in rigurgiti violenti, inconcepibili alla umana ragione. Ma come è possibile che l'uomo viva queste contraddizioni continue, non accorgendosi della illogicità dei suoi atti e insista a ritenersi intelligente? Perché non si confronta con il mondo degli animali e non ne ammira la stupenda armonia, che regna nei loro rapporti? Perché non impara a leggere in quel complesso e pur semplice mondo interiore e non adopera con criterio e intelligenza quegli strumenti razionali, che sono il distintivo della sua superiorità sugli altri esseri viventi? Perché non riesce ancora a diagnosticare le varie manifestazioni di violenza sparse nel mondo, che sono la conseguenza di una frantumazione interiore delle coscienze, che si proietta nel mondo esterno? Se per curare ogni male occorre eliminarne la causa, che cosa aspetta l'uomo per adottare una terapia, che gli faccia riacquistare la sua identità e la sua dignità? Non vuole, nella sua superbia, ricorrere a valori soprannaturali? Ma una soluzione la deve pur trovare! Scavi dentro se stesso e cacci fuori tutto ciò che lo blocca e gli impedisce di esercitare tutte le sue forze positive. Troverà senz'altro tanta energia, che scoprirà le soluzioni ad ogni problema. Se riconoscerà un fratello in ogni volto umano, avrà trovato l'unica terapia valida sul piano dei rapporti personali e nelle relazioni internazionali. Giovanni Migliore, Siracusa La lega veneta e i morti in guerra Delle varie voci che giungono attraverso i media, dalle personali interviste condotte nel Veneto leghista inequivocabilmente emerge, dal profondo dell'animo di quella gente, l'egoismo più risoluto e la negazione ad ogni forma di carità cristiana, intesa questa come solidarietà nella speranza per la vita e nel contesto più ampio della Divina Provvidenza. Dall'Altare della Patria par di udire la voce del dolore dei settecentomila morti e degli innumerevoli feriti che si leva per rammentare a noi tutti il sacrificio ed il sangue versato, per rendere libera quella terra italiana che ora vorrebbe rinchiudersi lontana e sola nel benessere raggiunto. Mario Della Montagna Marina di Ravenna Non esiste solo l'adozione Leggo spesso notizie sulle speranze di adozioni da parte dei singoli (leggi Di Lazzaro). Non ho nulla in contrario. Ma come credere a queste persone, soprattutto famose, quando non leggiamo mai: «Ha preso in affidamento...». Ricordo uno slogan: «Aiuta un bambino senza chiederrlo in cambio». Marco Bordini, Susa

Luoghi citati: Hiroshima, Nagasaki, Ravenna, Siracusa, Torino