Anche dalle casalinghe una lezione di santità

r LJI NUOVA BEATA Anche dalle casalinghe una lezione di santità UNA madre di famiglia salirà, oggi, agli onori degli altari, proclamata beata dal Papa. E' Gianna Beretta Molla, una donna dei nostri giorni, una pediatra di Magenta, morta di un tumore all'utero, nel 1962, dopo aver dato alla luce la quarta figlia ed essersi rifiutata di sottoporsi a un intervento che le avrebbe prolungato la vita, ma fatto perdere la bambina. Nella Chiesa cattolica una donna non può salire i gradini che portano alla mensa eucaristica per consacrare il pane. Ma la sua immagine può sovrastare un altare, può essere venerata al di sopra di quella mensa sacra alla quale non può accedere. Davanti a lei si prostra un Papa, un vescovo, un prete. Sono gli arcani scambi che avvengono in questo Regno di Dio che è sulla Terra. Ma nemmeno questa religiosa venerazione indirizzata a una donna è stata priva di esitazioni e di incongruenze nella storia della cristianità. Per arrivare alla considerazione della liturgia cattolica, la figura femminile deve passare preferibilmente per la strada prima del martirio e della verginità. E' singolare che nelle Messe e negli uffici divini dedicati alle sante o alle beate, queste siano state classificate nell'ordine: «martiri», «vergini» e poi, con una formula per esclusione nell'indicare le spose, «né vergini né martiri», con una esplicita variante di «vedove». Ci sono grandi nomi di spose cristiane elevate agli onori degli altari, mogli di re e di imperatori, 0 fondatrici di ordini religiosi, cariche di figli a volte, arrivate alla perfezione della santità dopo essere sopravvissute ai loro mariti. 1 grandi nomi delle spose cristiane, sante e vedove, sono, per esempio, Santa Elisabetta d'Ungheria; Santa Brigida di Svezia; Santa Francesca Romana; Santa Rita da Cascia. L'accento sulla vedovanza serviva a distogliere l'attenzione dalla vita sessuale anche matrimoniale, considerata non consona alla santità. Tanto che si giunse paradossalmente ad esaltare la castità coniugale, come avvenne per Santa Edvige, morta nel 1243 e canonizzata poco più di vent'anni dopo. Papa Clemente IV la lodò per aver esercitato una «casta copulatio» durante la vita matrimoniale e per non essere «mai stata agitata dal fuoco della voluttà nel letto coniugale». Di madri di famiglia beatificate senza essere passate attraverso la condizione di vedova pare ce ne sia finora una sola: Anna Maria Taigi, sposata a un domestico dei principi Chigi, morta a Roma nel 1837, a 68 anni. Madre di sette figli, una vita tormentata da mali fisici e da incomprensioni, donna austera e penitente, per 47 anni vide come un sole sospeso sul proprio capo, dentro il quale leggeva avvenimenti lontani e futuri, ma soprattutto lo stato delle coscienze. Da lei si consigliavano cardinali e prelati. E' stata beatificata nel 1920 da Benedetto XV. Ora, alla beata Taigi, si aggiunge questa seconda madre di famiglia: Gianna Beretta Molla. Il sacrificio della propria vita per amore della figlia che aveva in grembo è stato certamente un atto che sgorga dalla coerenza cristiana di tutta una vita. E' tuttavia forse sarebbe bello che agli onori degli altari si elevasse qualche madre di famiglia non soltanto per aver rifiutato un aborto, ma anche per ordinaria e quotidiana santità: qualcuna delle tante casalinghe che spendono la vita, con fede, in Dio, silenziosamente, nel mandare avanti la casa, tirano su bambini e continuano ad amare figli malandrini e mariti che le considerano come elettrodomestici. Domenico Del Rio Rio |

Persone citate: Anna Maria Taigi, Benedetto Xv, Domenico Del Rio, Gianna Beretta Molla, Taigi

Luoghi citati: Cascia, Magenta, Roma, Santa Brigida, Santa Elisabetta, Svezia, Ungheria