Uno Stato anche alla tribù bianca

8 De Klerk a 48 ore dalle elezioni: credo nel miracolo di un nuovo Sud Africa Uno Stato anche alla tribù bianca Accordo in extremis, sì della destra al voto PRETORIA. Dopo la resa degli zulù dell'Inkatha al processo democratico, ieri è caduta l'ultima barriera alle elezioni del 26-28 aprile: il governo, l'Anc (African National Congressi e bianchi conservatori hanno raggiunto un accordo per aprire subito dopo il voto un dialogo su un'eventuale «homeland» (staterello etnico) per gli afrikaner - i bianchi di origine olandese, quelli di più antico insediamento. A questo punto i boeri estremisti dovrebbero rinunciare al boicottaggio elettorale e far confluire i loro voti sul Fronte della libertà del generale a riposo Constand Viljoel. Sia il governo di F.W. de Kierk sia i rappresentanti dell'Anc di Nelson Mandela hanno però tenuto a sottolineare che l'eventuale Stato non potrà essere di soli bianchi: l'ipotesi è stata definita da Roelf Meyer, il ministro per gli affari costituzionali che ha condotto la trattativa, «un'idea irrealizzabile perché gli afrikaner non costi- tuiscono la maggioranza in nessuna delle regioni di questo Paese». Viljoel ha dichiarato che l'accordo è «solo il primo passo di un processo che ci offre la speranza di una coesistenza pacifica. Mille giorni a un tavolo negoziale sono preferibili ad anche un solo giorno di guerra». Il leader di uno dei gruppi bianchi più intransigenti, Eugene Terre Bianche del Movimento di resistenza afrikaner, ha accusato Viljoen di tradimento chiamandolo con l'appellativo di «Bruto, venduto al malato sistema politico sudafricano». Terre Bianche, parlando in un raduno dei suoi fe- deli a Brits subito dopo l'annuncio dell'accordo di Pretoria, ha avvertito che «il caos e la guerra sono già alle porte del Sud Africa. I circa 200 presenti lo hanno applaudito quando ha detto di preferire «andare alle armi anziché alle urne: non vogliamo la guerra ma non saremo noi colonialisti ad essere scacciati dal Sud Africa» ha ribadito Terre Bianche scagliandosi contro i «comunisti» dell'Anc che, secondo lui, vorranno scacciare tutti i bianchi e occupare le loro terre dopo la vittoria elettorale. Ieri de Klerk ha detto che le elezioni rappresentano «la vera nascita del nuovo Sud Africa che noi abbiamo atteso per lungo tempo e che chiuderanno una volta per tutte l'amaro libro del passato». Parlando a Città del Capo, de Klerk ha affermato che «la riconciliazione è possibile. La storia dimostrerà che il partito nazionalista ha chiuso il libro dell'apartheid così come le ingiustizie del passato» per le quali egli ha ribadito «la necessità di perdonare. Non perdonare - ha detto - diventerebbe una nuova forma di razzismo». Sempre ieri ci sono stati due attentati di matrice ignota. Un oleodotto è esploso fra Denysville e Villoensdrif, 75 km a Sud di Johannesburg. Il flusso di petrolio è stato interrotto e le fiamme, che nei primi momenti hanno raggiunto un'altezza di 150 metri, si sono estinte. Un incendio doloso ha interrotto le linee telefoniche di Nylstroom, circa 150 km a Nord di Johannesburg. Le zone dei due attentai sono controllate dai bianchi estremisti. [Agi-Ap-Ansa] Attentati al tritolo Brucia un oleodotto Fiamme di 150 metri Ma l'autonomia non basta agli ultra Per Terre Bianche «è un tradimento Anzi, la guerra è già cominciata» 1 ne lime has G Un modo originale di fare campagna Sotto, Nadine Gordimer [foto reuterj

Persone citate: African National Congressi, Brits, De Klerk, Eugene Terre, Meyer, Nadine Gordimer, Nelson Mandela, Terre, Viljoen

Luoghi citati: Città Del Capo, Pretoria, Sud Africa