I dardi del dio Sole
RICERCHE IN AFRICA RICERCHE IN AFRICA I dardi del dio Sole Uno studio sul rischio ultravioletti GLI adoratori del Sole lo sanno: la tintarella, soprattutto se conquistata con esposizioni intense e occasionali, può riservare brutte sorprese. Molti si premuniscono con creme protettive, doposole e cosmetici appositi. Ma ignorano quale tipo di crema usare in relazione al proprio fototipo. Il fototipo è un insieme di caratteristiche somatiche (colore degli occhi, dei capelli...) e di risposte biologiche (capacità di ottenere l'abbronzatura) che permette di definire la sensibilità alla luce solare. Chi va in montagna sa anche che il problema dell'esposizione al sole si aggrava per l'intensità dei raggi ultravioletti, che aumenta del 10 per cento ogni 1000 metri di altitudine (il filtro atmosferico va via via assottigliandosi) e viene potenziato dalla minore umidità, dal vento, dalla riflessione dei raggi sulla neve e sul ghiaccio. Le radiazioni ultraviolette sono tra le cause di alcuni tumori alla pelle. Come proteggersi? Le prove di laboratorio, dicono gli esperti, si sono rivelate non del tutto attendibili. C'è chi ha esaminato gli effetti di 30 prodotti in laboratorio e all'aperto e ha notato sensibili discrepanze. Inoltre i criteri per la determinazione del fattore di protezione non vengono specificati (la legge non lo prevede) e non sono universali. Il gruppo di alpinisti e di esperti che ha studiato le reazioni della pelle ai raggi ultravioletti del Sole Accanto, jn volontario mentre si sottopone all'esperimento di «scottatura» differenziata primo campo di lavoro il Kilimangiaro (5895 metri) e il monte Kenya (5100). A luglio si proseguiranno le ricerche sul Monte Rosa. Il gruppo era composto da Giovanni Leone, dermatologo del S. Gallicano, Carmelo Santercole dell'Istituto di Medicina tropicale dell'Università La Sapienza e alcuni soci del Cai fra cui Alessandro Ponti e Aldo Frezza. Il corredo scientifico comprendeva mascherine di gomma telata con finestrelle di 2,5 centimetri di lato che si possono coprire con apposite strisce per fare esposizioni controllate della cute al sole. Si sono usati filtri solari e prodotti per la detersione cutanea e doposole. E vari strumenti di misurazione: igrometro, termometro, altimetro, fotometro, radiometro spettrometro, Uva meter. Come «cavie» sono stati scelti soggetti con fototipo 2 e 3 con esperienza alpinistica. Per ciascuno è stato predeterminato lo spettro della pigmentazione cutanea e la Med (minima dose eritemigena, cioè la dose di raggi Uva che produce un eritema appena percettibile all'occhio). «Il nostro scopo - precisano i protagonisti della ricerca - era di dimostrare, con strumenti adatti, che in alta montagna una Med (minima dose eritemigena) può essere raggiunta in tempi relativamente brevi. Si trattava di fare uno studio sulla valutazione di riposte biologiche». Il metodo adottato è sem¬ plice: ogni soggetto doveva esporre al sole il dorso su cui era stata messa la maschera con le finestrelle: sono stati dosati i tempi di esposizione a varie altitudini e misurate le variabili ambientali. Altri test sono stati riservati a prodotti con differenti indici di protezione. Di questi è stata anche valutata la qualità cosmetica in rapporto alle condizioni fisiche del soggetto e dell'ambiente. Il risultato più importante è che i due prodotti solari usati hanno dimostrato di possedere un indice di protezione inferiore, in media del 20 per cento, a quello calcolato in laboratorio in condizioni standard. Si è poi notato che a due ore dall'applicazione si riduce ulteriormente il fattore di protezione: il prodotto viene eliminato a causa delle condizioni climatiche e della sudorazione. In sostanza, una crema solare con fattore di protezione 10 può garantire, nella migliore delle ipotesi, un fattore pari a 8. E questo valore si riduce con il passare del tempo soprattutto se l'individuo svolge attività fisica o se si immerge in acqua. In condizioni particolari si possono applicare prodotti resistenti all'acqua, ma anche in questo campo gli accertamenti da fare sono ancora molti. E' bene, inoltre, che ognuno di noi consulti uno specialista per conoscere il proprio fototipo. Erene Cabiati
Persone citate: Aldo Frezza, Alessandro Ponti, Cabiati, Carmelo Santercole, Giovanni Leone
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