SCRIVERE IL DOLORE di Marina Verna

SCRIVERE IL DOLORE SCRIVERE IL DOLORE Perché in librerìa hanno sempre più successo le testimonianze su depressione, anoressia, ansie Jurij M. Lotman Cercare la strada sua strada così rapidamente. E' vero però che oggi bulimia e anoressia non sono più l'espressione dell'infelicità di un'elite sazia in una società dove molti stentano ancora a mettere insieme il pranzo con la cena. Oggi è una malattia molto diffusa e cresce la voglia di saperne di più. Essere riuscita a parlare di tutto questo sdrammatizzando mi sembra adesso la cosa più importante: se riuscissi ad aiutare qualcuno, sarebbe per me il successo più bello». Meglio la libreria della farmacia. E nel «prontuario» Mondadori di aprile sono in arrivo altri tre titoli: Certe piccolissime paure di Gianna Schelotto, L'uomo nero di Simona Argentieri e Patrizia Carrano, Figli sereni di amori smarriti di Donata Francescato. gente comune, non quella attanagliata dal male, che non ha la forza neppure di guardarsi intorno, figuriamoci di leggere un libro sulla depressione. A quelli che, come si diceva un tempo, sono un po' giù, hanno l'esaurimento nervoso e telefonano chiedendo il miracolo. Ho capito che dovevo scrivere per loro, per aiutarli a vedere nella depressione l'occasione di ripensare la propria vita, capire qualcosa di più di se stessi. Un evento che non è necessariamente negativo né catastrofico. Ho scritto contro questo contesto paludato e pieno di sicunva, perché penso che si debba introdurre il dubbio sui destini progressivi e vinrenti della psichiatria biologica. Far credere che la scienza ha ottenuto una vittoria definitiva ?ulle malattie mentali mi sembra un passaggio spericolato e pericoloso per la gente. Una semplificazione che non può essere assecondata». Più casuale il percorso di Alessandra Arachi, che con Briciole continua il filone delle confessioni di donne che soffrono di disturbi dell'alimentazione (l'anoressia è un tema già entrato anche nella letteratura per ragazzi, segno di un dramma con cui si debbono misurare sempre più famiglie). «Il mio libro - racconta - l'ho preso e ripreso più volte, nel corso degli ultimi quattro anni. All'inizio era stato uno sfogo: ero uscita dalla fase peggiore dell'anoressia e a raffica espellevo il mio passato. Quando è finita la fase liberatoria, mi sono resa conto che la storia c'era e in fondo poteva anche esserci un pubblico per lei: io faccio la cronista e so quanto la gente ami le storie. Non immaginavo però che questo libro trovasse la Marina Verna

Persone citate: Alessandra Arachi, Donata Francescato, Gianna Schelotto, Lotman, Patrizia Carrano, Simona Argentieri