«Mussolini ha fatto il bene delle donne» di Curzio Maltese

«Mussolini ha fatto il bene delle donne» «Mussolini ha fatto il bene delle donne» Ho anche testa abbastanza per vedere quali sono le cose molto positive che il fascismo ha fatto prima dello sciaguratissimo patto con Hitler». E alla domanda successiva («Si sente di destra»?) ha aggiunto: «Io non mi sento di destra, mi sento senz'altro di centro. Anche politicamente la Lega è un fenomeno di centro. Di "nuovo centro". C'è una "nuova destra", c'è anche un "nuovo centro". Quello che manca mi sembra sia una "nuova sinistra". Questa è una valutazione che faccio come deputato. Come Presidente della Camera, ovviamente, non mi sento né di destra né di sinistra». [r. hit.] ROMA. «In Italia abbiamo avuto una legislazione sociale all'avanguardia nel mondo, le cose migliori per le donne e la famiglia le ha fatte Mussolini, e dopo non è stato fatto più nulla». L'ha detto, in una intervista al settimanale l'Italia diretto da Marcello Veneziani, la neopresidente della Camera, Irene Pivetti. Che al giornalista che le chiedeva cosa pensasse del fascismo, ha risposto anche: «C'è il terrore che qualcuno voglia porre fine alla retorica dell'antifascismo. Io non sono mai stata fascista e ho molte più riserve sul regime fascista di quante ne abbia il lettore medio di questo settimanale. Nilde lotti all'attacco; questi trucchi del mestiere insomma fanno di Pivetti, per dirla con Maurizio Costanzo, «una vera primadonna», un «fenomeno da audience». In prospettiva e al femminile, Pivetti è il vero erede di Claudio Martelli, il «ritopavone» della prima repubblica televisiva. Di qui forse l'accanimento parallelo intorno alla vita privata della Papessa. La mania di intervistare il marito Taranta, riparato a Londra dove fa il broker, insistendo oltre il lecito sulla «vera» causa della separazione. Che Taranta fa risalire a sopraggiunti dissidi politici (anche lei prima sarebbe stata «di sinistra») e l'avvocato della Pivetti, Marco Ghisalberti, attribuisce ragazza sveglia, intelligente e «moderna». L'altra via è quella di osservare Irene Pivetti, semplicemente. Un po' di davantologia, perbacco. E a guardarla soltanto, Pivetti e più che bellina: è perfetta. Soprattutto in video. Che poi, a conti fatti, oggi è decisivo (chiedete a Speroni). Graziosa, espressiva, curatissima nei gesti, Pivetti era l'unico leghista «spendibile sul piano dell'immagine», come direbbe Berlusconi. Laggiù, stretta nel tailleurino rosa cipria simil Valentino da donnina ragionevole anche in boutique, legge l'appello dei deputati come fosse un canto del Paradiso. La voce è impostata, roca al punto giusto, senza ac¬ centi dialettali. Frutto insomma di un severo corso di dizione. Figlia di un regista e di un'attrice, una sorella che doppia Harley in Sentieri, Pivetti è dotata senza dubbio di un talento innato. Si pettina all'indietro il ciuffo con la mano, un gesto secco e orgoglioso, come soltanto Vittorio Sgarbi. Dal momento che ha cambiato pettinatura tre o quattro volte, anche in campagna elettorale, si dubita che il gesto sia casuale. E poi quella perenne aria imbronciata, la teatralità (contenuta) del gesto, l'eloquio rotondo, l'ottima mimica facciale, lo sbattere le lunghe ciglia per indicare sorprese, il vezzo di poggiare il peso su un gomito in attesa di ripartire piuttosto alla «mancanza di volontà di avere figli nel matrimonio da parte dell'onorevole Pivetti». La qual cosa, si ammetterà, per una cattolica «integralista» è una bella prova di elasticità ideologica. Tanto da far supporre che la giovane crociata non sia poi così rigida nell'applicazione della regola religiosa. Quanto a quelle istituzionali, pare abbia fatto seminari intensivi, da brillante ex signorina «110 e lode». Gli avvoltoi dell'opposizione rimarrano delusi. E se anche fosse, un paio di gaffes protocollari non potrebbe che portare a Irene nuovi, entusiasti spettatori. Curzio Maltese

Luoghi citati: Italia, Londra, Roma, Speroni