«E' l'assassino, dategli l'ergastolo»

«V l'assassino, dategli l'ergastolo» Per il magistrato è stato il senegalese a uccidere a coltellate l'insegnante di danza «V l'assassino, dategli l'ergastolo» Omicidio Corallo, la richiesta delpm per Francois Il pm Alberto Perduca chiede l'ergastolo per Cheia Kanoute, Frangois il senegalese, responsabile dell'omicidio di Marina Corallo. Sulle labbra dell'imputato spunta un sorrisetto. Non è impressionato dalla prospettiva di passare dietro le sbarre il resto della sua vita. La sera del 28 settembre del '92, in un'auto posteggiata vicino al cinema Ideal, la polizia scopre il cadavere di una donna, Marina Corallo, maestra di danza, 30 anni, trafitto da tre coltellate. I periti fissano l'ora della morte intorno alle 19,30. Mezz'ora prima a bordo di quell'auto erano saliti ima collega di Marina (scesa poco dopo) e il senegalese, che aveva avuto con lei una relazione durata due anni. Frangois è subito sospettato: negli ultimi mesi ha minacciato di morte Marina nel tentativo di riallacciare il rapporto. Tenta di fuggire in Francia ma è arrestato: «Ci amavamo ancora, erano i suoi genitori a dividerci, come potevo ucciderla?», si difende. Al processo Frangois mantiene lo stesso atteggiamento: sicuro di sé, quasi strafottente. Eppure, la valanga di indizi sotto cui l'ha sepolto il pm dovrebbe spaventarlo: «Quando Marina decise di lasciarlo perché aveva capito che Frangois non avrebbe mai trovato un lavoro e non avrebbe smesso di drogarsi e di spacciare, come le aveva promesso, si rese conto che non aveva soltanto perso la persona amata. Per lui non c'era più spe¬ ranza di integrazione». Cominciarono le minacce: «Marina lo cacciò di casa e lui forzò la serratura per due volte. Come si difende l'imputato? "Marina mi diede di nascosto le chiavi". Ma perché forzare la serratura? E' la prima delle bugie di Kanoute. Ha sempre sostenuto: "Anche se non abitavamo più insieme, non era cambiato niente tra noi. Ci siamo visti più volte durante l'estate, andavamo in albergo". Nessun riscontro. Da luglio a settembre non si vedono neppure una volta, perché Marina ormai ha paura. Il 28 settembre Frangois l'aspetta fuori dalla scuola, la titolare di un bar li vede litigare. Nel pomeriggio Marina insiste per dare un passaggio alla collega ma spunta il senegalese e fa salire anche lui. La collega scende e Marina resta sola con Frangois. Chi altro poteva ucciderla se non è stato Frangois?». I difensori di parte civile per i genitori e i fratelli di Marina rincarano la dose. L'avvocato Papotti: «Il delitto è premeditato. Frangois è armato di un coltello con una lama micidiale, lunga 25 centimetri. Tre stilettate, la prima allo sterno, le altre due per sicurezza». L'avvocato Zancan: «Il barista che li vede litigare, le colleghe che riferiscono le minacce di Frangois, perfino il senegalese che aveva appuntamento con lui la sera del delitto, fanno tutti parte di ima congiura? Frangois è l'assassino e va condannato». [ci. cer.] Jlll mmì III Il senegalese Cheia Kanoute ha accolto con un sorrisetto la richiesta del carcere avita fatta dal pubblico ministero Aveva tentato di fuggire in Francia

Persone citate: Alberto Perduca, Francois, Kanoute, Marina Corallo, Papotti, Zancan

Luoghi citati: Francia