I compagni ad Argentin: vinci tu maestro

Sport Ciclismo: tripletta della Gewiss-Ballan nella Freccia Vallone dominata dagli italiani I compagni ad Argentili: vinci tu, maestro Moreno, già trionfatore nel '90 e '91, cercava l'ultimo exploit della carriera Glielo regalano i suoi gregari Furlan e Berzin, dopo una lunga fuga a tre HUY DAL NOSTRO INVIATO Un vecchio campione ai giorni dell'addio; il vincitore della Milano-Sanremo la cui carriera ha messo finalmente i fiori; il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi, un giovanissimo russo con la febbrile impazienza d'entrare nei quartieri dei grandi. Argentin, Furlan, Berzin, tutt'e tre della stessa bandiera, tutt'e tre cementati da un patto: oggi al traguardo della Freccia Vallone sarà primo il maestro. Al secondo passaggio sulla salita di Huy, il muro che fa la storia della corsa, il maestro fa un cenno: andiamo, ragazzi, è arrivato il momento. Berzin e Furlan gli sono d'impeto a ruota. Mancano 73 km al traguardo. Bugno, Chappucci, Armstrong, Museeuw restano inchiodati nelle retrovie. Venti metri dividono i fuggitivi dagli inseguitori. La scalata, un chilometro a cavatappi che spezza il respiro e le gambe, è finita. Sul piano e in discesa comincia per i tre della Gewiss-Ballan una spettacolare, inedita - per queste scene - cronometro a squadre. Cambi perfetti, tubolari a un millimetro, Argentin in ultima posizione. Un che di agglutinante, di adesivo, una forza centripeta li unisce. Un minuto, un minuto e dieci. Dacci dentro, Eugeni, il maestro dice che non basta. Un minuto e quaranta. Berzin è una locomotiva. Che faccio, aumento? Calma, il maestro ha undici anni più di te. Dal gruppo escono in caccia Ehi, il francese Rue - che qui rappresenta la Banesto di Indurain - e Saligari. Tre contro tre, ma c'è una bella differenza di pedali. Quaranta chilometri al traguardo. Ti abbiamo fatto ridere alla Liegi-Bastogne-Liegi, ma non esagerare, Eugeni, coi ringraziamenti. Sgobbano anche Furlan e il maestro, che viaggia verso la sua terza Freccia Vallone per pareggiare il conto con Merckx. Il gruppo capisce (ci ha messo un po' di tempo) che la faccenda non è delle migliori. Bugno ha un risveglio: succede di tanto in tanto che gli capiti di risvegliarsi. Eccitati dall'emulazione, bal¬ zano dal letto Chiappucci, Armstrong, Museeuw. Il trio Ehi, Saligari, Rue comincia a vedere l'inseguimento con gli occhi nebbiosi della fatica. Sono ai minuzzoli della resistenza, avvizziscono, scompaiono. Argentin tiene i contatti con l'auto ammiraglia. Guarda che dietro si sono arrabbiati, attento che Bugno e Museeuw tirano da matti, c'è rimasto poco più di un minuto. Venti chilometri al traguardo. Il maestro dà ordini: ragazzi, non vorrete mica che ci saltino addosso, alla carica! L'incitamento in teoria riguarda il complesso, in pratica è rivolto a Berzin. E il russo, una macchina, faccia senza grinze, ascoltati e inghiottiti informazioni e consigli, li trasforma in kerosene. Armstrong e Museeuw si assaggiano: siamo cotti, addio. Bugno e Chiappucci insistono, nella loro scia si tuffano Della Santa, Casagrande, Cassani, Chiurato, Ballerini, Cenghialta. E' una beneficiata di ciclismo italiano. Riecco il muro di Huy, ci siamo, è la fine. Berzin si è diligentemente spompato, oppure - chi lo sa - è un gentleman che vuole offrire il dono della sohtudine al maestro e a Furlan. Si apparta. Argentin e il suo allievo scalano gli ultimi metri scrivendo in anticipo l'ordine d'arrivo. Sulla salita Bugno si ricorda di essere Bugno e scatta a completare la festa. Com'è felice il trentaquattrenne Argentin: «E ora posso lasciarvi, chiudo a fine stagione. Un milione di volte mi sono ripetuto: una vittoria, ancora una bella vittoria, hai la forza per farcela. Ho incontrato due splendidi, formidabili compagni. Vi ringrazio, carissimi amici». E com'è commosso Furlan: «Il più straordinario secondo posto della mia carriera. Mai sono stato secondo con tanta gioia». Berzin fa segno di sì, apre la bocca ma non ha fiato per parlare. Un campionato del mondo, le Fiandre, quattro Liegi-Bastogne-Liegi, tre Frecce Vallone, il Lombardia, una Sanremo persa quand'era già vinta: Moreno Argentin, il maestro. Gianni Ranieri

Luoghi citati: Argentili, Lombardia, Milano, Sanremo