Ina privata con l'acceleratore

Ina privata con l'acceleratore Gli agenti investiranno 500 miliardi e avranno (forse) un consigliere Ina privata con l'acceleratore Pattesi: il futuro governo farà in fretta ROMA. Riflettori puntati sulla privatizzazione dell'Ina, l'Istituto nazionale delle assicurazioni. Ieri, l'Anagina (Associazione nazionale agenti generali Ina) è scesa in campo con una serie di richieste e di proposte. Ha annunciato, per bocca del suo presidente Ruggero Paterno, la propria intenzione di collaborare attivamente al collocamento delle azioni, rendendo le agenzie il canale fondamentale per la privatizzazione e gli assicurati i primi destinatari dell'operazione. Gli agenti hanno anche auspicato che il collocamento sia graduale e si limiti, nella prima fase, al 20% dei capitale. Ma hanno, soprattutto, sottolineato la propria disponibilità a sottoscrivere azioni per 500 miliardi, conferendole poi in una fiduciaria che rappresenti tutti gli agenti-azionisti e giustifichi la loro presenza nel consiglio d'amministrazione. Secondo notizie diramate dall'agenzia Agi (non confermate né smentite dall'Ina) il Tesoro si appresterebbe a seguire per l'Ina lo stesso schema adottato per la privatizzazione di Credit, Imi e Comit. E' ovvio, però, che la vicenda verrà riesaminata dal nuovo governo. Secondo le fonti dell'Agi, comunque, oltre all'Offerta pubblica destinata al pubblico dei risparmiatori italiani, verranno individuate tre tranches riservate al collocamento istituzionale: una per gli investitori italiani, con un consorzio di collocamento formato probabilmente da Comit, Credit, Imi e San Paolo; una seconda riservata al mercato Usa, con un consorzio guidato dalla Goldman Sachs e composto da Salomon Brothers, Crédit Suisse, Morgan Stanley, Fox Pitt & Kelton e Imi; una terza per gli investitori del resto del mondo, collocata da Imi e Goldman Sachs. [r. e. s.]

Persone citate: Crédit Suisse, Fox Pitt, Morgan Stanley, Ruggero Paterno, Salomon Brothers

Luoghi citati: Roma, San Paolo