Il Cnel «Liberalizzare gli affitti»

Il (nel: «Liberalizzare gli affitti» Il (nel: «Liberalizzare gli affitti» La ricetta di De Rita per salvare il mattone NUOVO «CLIMA» SUGLI IMMOBSL1 GROMA UERRA all'equo canone e ai patti in deroga. Al coro di protesta dei proprietari e delle loro associazioni - e ai malumori degli stessi inquilini, scontenti per ragioni opposte ■ si è aggiunta ieri la voce autorevole e ufficiale del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel). «Bisogna rivedere completamente la politica della casa, la sua redditualità, la sua funzione sociale tenendo conto delle forti esigenze di mobilità dell'attuale società», dichiarano i consiglieri Mauro Tognoni e Gianni Vinay nel rapporto favorito e caldeggiato dal presidente Giuseppe De Rita. Scacco matto alla famigerata legge 392/78, quella che ha causato migliaia di sfratti e grane alle famiglie italiane. E una severa critica ai patti in deroga: «Le condizioni politiche e sociali sono cambiate. I patti in deroga restano legati all'emergenza e allo scenario della legge 392. Hanno rimesso in moto qualcosa, ma non bastano più. Ci sono da un lato 8 milioni di case in degrado da ristrutturare e rimettere in circuito, dall'altro mancano le abitazioni, specialmente per le giovani coppie, gli anziani, i meno abbienti». Si è comunque rotto, secondo il Cnel, il pluridecennale patto sociale che ha indotto il 70% degli italiani ad acquistare una casa. Ormai non conviene più. «Con le varie, crescenti imposte sulla casa, e soprattutto con l'Ici - ha osservato De Rita - questo patto è finito: ormai possedere una casa è quasi come pagarla in affitto». Ma quali sono le ricette del Cnel? La ricerca illustrata da Tognoni e Vinay prefigura due tipi di interventi per risollevare il mercato dell'affitto rendendolo reddituale e garantendo la protezione delle fasce sociali più deboli. Le prime ipotesi si basano su misure dirette. Possono essere incentrate sull'uso dello strumento fiscale (Iva, Ilor e più che altro lei). Ma anche sulla costituzione di agenzie miste per progettare e gestire le risorse pubbliche e private su interventi di riqualificazione urbana e per assistere e tutelare i piccoli proprietari coinvolti in queste operazioni. Per il Cnel bisogna poi incentivare i piccoli proprietari e le imprese che operano nel campo del recupero edilizio. Infine ci vuole la «liberalizzazione controllata del mercato delle locazioni». Il secondo tipo di intervento prefigurato dal rapporto del Cnel è indiretto e prevede la costituzione di un fondo sociale per l'intervento a sostegno dei redditi più bassi in caso di elevata incidenza del prezzo dell'affitto sul reddito. Si ipotizza la riforma degli Iacp (Istituto autonomo per le casse popolari) in enti economici che operano sulla base della gestione-valorizzazione del patrimonio e non sulla base dei conferimenti statali. Inoltre il Cnel auspica che le agenzie competano tra di loro per soddisfare la domanda abitativa dei cittadini dai redditi più bassi e la definizione di norme e canali finanziari per progetti di solidarietà delle fasce sociali più povere. L'obiettivo del Cnel è in sostanza quello di modificare i meccanismi strutturali dell'azione pubblica nel settore abitativo dall'attuale formula dell'intervento parallelo e compensativo dei fenomeni spontanei del mercato ad un approccio di orientamento generale di tutto il settore. [a. vig.] Da sinistra Giuseppe De Rita e Francesco Merloni

Persone citate: De Rita, Francesco Merloni, Gianni Vinay, Giuseppe De Rita, Mauro Tognoni, Scacco, Tognoni