Muoiono nel Porcile i «puri» di Pasolini

24 Al Carignano lo spettacolo di Tiezzi Muoiono ne! Porcile i «puri» di Pasolini Con Valter Malosti e Sandro Lombardi un'esecuzione densa e curatissima TORINO. E' in scena fino a sabato, al Carignano, «Porcile» di Pier Paolo Pasolini, con la regia di Federico Tiezzi e l'interpretazione di Valter Malosti e Sandro Lombardi nei ruoli principali. Così scriveva di questo spettacolo Masolino d'Amico all'indomani del debutto romano: «In "Porcile", uno dei sei drammi in versi che Pier Paolo Pasolini scrisse di getto durante una malattia e che in origine non intendeva per la rappresentazione (ma dal quale poi trasse un film), una coppia di industriali tedeschi all'epoca della ricostruzione e del boom ha un figlio, Julian, che è incapace di amare. La cosa non scuote troppo il padre, la cui preoccupazione immediata è sbarazzarsi di un rivale recente e agguerrito: conta di farlo speculando sul passato nazista di costui, ma questi a sua volta pensa di ricattare l'industriale avendo scoperto che Julian fa del sesso con i maiali della fattoria paterna. «Prima che la situazione precipiti tuttavia il giovane Julian viene eliminato, letteralmente divorato dai porci: l'identificazione fra ideologia borghese e cieca voracità suina non potrebbe essere più lampante. In precedenza il filosofo Spinoza, apparso a Julian, ha fatto l'autocritica della propria "Etica", opera che con altri culmini del pensiero Valter Malosti occidentale è servita solo a produrre mostri come il padre di Julian, capitalista mascherato da intellettuale, e il suo rivale tecnocrate: è tempo di abbandonare la ragione e di affidarsi a un unico Dio non consolatorio... «Curatissima, come di rado sui nostri palcoscenici, la dizione, senza smarrimento di una sillaba né di un ritmo; ed eccellente lavoro degli attori, che sono Valter Malosti, un Julian agile anche se un po' corpulento (il che gli serve quando, truccato, fa l'industriale Herdhitze), il malinconico Sandro Lombardi nella doppia parte del Padre e di Spinoza, la bella e misteriosa Olimpia Carlisi come la Madre, Almerica Schiavo come la perplessa Ida innamorata di Julian, Giampiero Ciccio come Guenther confidente del Padre, e Bruno Bilotto come l'immigrato italiano, voce della spontaneità popolare. «Insomma, non si potrebbe immaginare una esecuzione più fedele allo spirito del testo, schiva da tentazioni spettacolari e allo stesso tempo attenta alla valorizzazione di ogni spunto. Ma anche così aiutata, la cosiddetta fruizione risulta ardua, e i 95' senza intervallo piuttosto che adesione e complicità suscitano negli astanti rispetto e una muta assenza di reazioni, fino, si capisce, ai congrui applausi finali». Valter Malosti

Luoghi citati: Torino