Delitto senza castigo di Curzio Malaparte

Delitto senza castigo Delitto senza castigo Ecco un brano della sceneggiatura Dal film «Cristo proibito» pubblichiamo la scena 440: il dialogo tra Bruno e Padre Antonio, che si chiude con l'uccisione dello pseudo sant'uomo. PADRE ANTONIO. Da trent'anni dormo su questo po' di paglia, come un cane... Da trent'anni ho l'inferno dentro di me... i giudici, la legge... Non mi sono lasciato giudicare dagli uomini... Ho espiato il mio delitto facendo il bene, sacrificandomi per gli altri. Ho aiutato la miseria, la fame, la disperazione degli uomini poveri. Da trent'anni lavoro come un negro per aiutare gli altri. Tutto quello che guadagno col mio lavoro... tu lo sai, Bruno... lo do ai poveri. E io vivo della carità che mi fanno i poveri... Un sant'uomo!... Un assassino che sconta il suo delitto facendo un po' di bene a chi soffre... Lo sai, ora, quel che sono? BRUNO. Voi non potete far nulla per aiutarmi, Padre Antonio. Quel che avete fatto è giusto, avete ucciso con giustizia. E quel che avete sofferto da quel giorno, per trent'anni, non mi fa paura. PADRE ANTONIO. Perché non cerchi di capirmi, Bruno?... Non v'è giustizia in chi uccide, né in chi giudica gli assassini, né in chi sotterra i morti... L'unica forma di giustizia è il sacrificio, Bruno... Da trent'anni io non aspiro che a una cosa: a sacrificarmi per salvare gli uomini dalla miseria e dalla schiavitù, per aiutarli a liberarsi dall'o- dio e dalla violenza. Pagare per gli altri... Cerca di capirmi, Bruno, io sono un ignorante, non sono che un povero operaio. Ma certe cose non le capisce che la povera gente. Morir come Cristo, per gli altri. Curzio Malaparte Massimo De Francovich è tra Sii interpreti di «Cristo proibito» a teatro

Persone citate: Massimo De Francovich, Padre Antonio