«Mai sotto il Reichstag» di F. P.
Il «no» Il «no» «Mai sotto UReicbstag» |t] BONN I NA mostra su Hitler in Gerii mania non poteva non su1 scitare polemiche. Eppure VJ «Hoffmann & Hitler», l'esposizione fotografica dedicata all'uomo che ebbe il monopolio dell'immagine di Adolf Hitler, è rimasta aperta al pubblico per oltre due mesi allo Stadtmuseum di Monaco senza che nessuno trovasse nulla in contrario. Né la comunità ebraica, né gli attentissimi giornalisti tedeschi notarono il «pericolo di seduzione» di quelle fotografie che mostrano il futuro Fùhrer in privato. Immagini che il fotografo Heinrich Hoffmann (che nel 1974 scrisse anche un libro, Hitler, come io lo vidi) aveva scattato nei primi anni di attività politica del capo nazista, contribuendo in larghissima misura alla «produzione del mito». A Berlino invece la mostra non è mai arrivata. Il direttore del Deutsches Historisches Museum ha cancellato l'allestimento dopo una preghiera personale del capo della comunità ebraica berlinese, Jerzy Kanal: «Sono immagini che ci fanno male». Kanal non aveva visto la mostra, neanche il catalogo, ma ha avuto paura. «Sbagliato!», ha commentato la Frankfurter Allgemeine. Gli oppositori della mostra temono che da quelle foto (una inquadra un umanissimo Fùhrer con il mal di denti) Hitler possa apparire troppo «normale, gentile, amichevole», non un mostro. Invece, scrive il giornale tedesco, è proprio questo meccanismo che dobbiamo capire. Se il nazismo è stato possibile è soprattutto perché quegli uomini avevano capito come usare l'infernale macchina della propaganda, la capacità di dare agli orrori un aspetto esteriore luminoso: lo stesso meccanismo con cui Hoffmann ha trasformato la figura quasi patetica di Hitler in quella di un Fùhrer. [f. p.]
Persone citate: Adolf Hitler, Heinrich Hoffmann, Hitler, Hoffmann, Jerzy Kanal
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