Una camera a gas per uccidere i visoni

I proprietari usavano gli scarichi di un'auto per far morire soffocati gli animali e non rovinare le pellicce I proprietari usavano gli scarichi di un'auto per far morire soffocati gli animali e non rovinare le pellicce Una camera a gas per uccidere i visoni Arezzo, blitz dei carabinieri nell'allevamento- CRUDELTÀ' E CAREZZO OME arma del delitto avevano scelto la marmitta di una «128» di molti anni fa: e così, soffocati dal gas, in un allevamento a Caprese Michelangelo nell'Aretino, i piccoli visoni finivano in un vero lager in miniatura, una scatola di ceramica con un tubo di gomma collegato allo scarico della macchina. E per i pregiati roditori si era scelta una morte lenta per non rovinare le pregiate pelli: 400 visoni destinati inesorabilmente a finire asfissiati in una camera a gas. Già da tempo l'allevamento era nel mirino dei carabinieri di Arezzo e San Sepolcro, sospettosi che non tutto fosse proprio regolare. E, certo, anche prima dell'infausta fine, le condizioni riservate ai visoni non erano delle più allettanti; quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell'allevamento si sono trovati di fronte ad uno spettacolo tale da fare inorridire anche i non animalisti: i piccoli animali erano pressati in gabbie e cesti maleodoranti, quasi compressi, in attesa, non certo consolante, di essere trasformati in pellicce e abbigliamenti di lusso. Immediata la denuncia e il procuratore della Repubblica Francesco Verderese ha disposto il sequestro dell'allevamento; per i proprietari si ipotizza il reato di maltrattamento di animali e di inquinamento delle falde sotterranee per le cattive condizioni della struttura. Dell'allevamento di Caprese Michelangelo si era occupata la Lega Antivivisezionista ed in campo era sceso il presidente nazionale Valter Caporale, della vicenda si era interessata in primis la presidente di Arezzo Dalia Grandi, che aveva deciso di indagare per scoprire irregolarità. Con obiettivi e macchine fotografiche era andata a Caprese Michelangelo, ma era dovuta restare fuori dal recinto perché le avevano proibito di entrare. Era riuscita solo ad intravedere pochi visoni, alimentati con resti di carne putrida attaccata alle pareti in gabbie appoggiate per terra senza pavimento. La visione aveva provocato sdegno e risentimento nella rappresentante della Lega antivisezionista, molto impressionata nel vedere le povere bestiole ag- grapparsi alle fessure delle pareti per conquistare il poco cibo che i carcerieri concedevano. Dalia Grandi si era rivolta alla procura per sapere che fine avessero fatte le altre 400 bestioline (secondo 1'«anagrafe», popolazione ufficiale dell'allevamento) ma le avevano risposto che gli animali erano sotto sequestro e che le indagini stavano seguendo il loro corso. Puntuale è scattata la denuncia. Solidale con la Lega antivivisezionista, il Wwf esprime il suo sdegno per il caso di maltrattamento ai visoni dell'allevamento di Caprese Michelangelo. Il procedimento ammesso dalla legge per la soppressione degli animali da allevamento è la scarica elettrica ed ora la Lav ha deciso di filmare uno Schindler's list dello scempio degli animali da allevamento, un film per denunciare le sevizie ed i maltrattamenti a cui sono sottoposti. Antonella Leoncini POVERI visoni! Così graziosi e così sfortunati. Il loro torto è quello di tutti gli animali da pelliccia: avere un manto troppo bello. Si allevano in tutto il mondo le due specie conosciute e cioè il Visone americano o Mink (Mustela vison) che vive in gran parte degli Stati Uniti e del Canada e il Visone d'Europa (Mustela lutreola), un tempo diffuso in tutta Europa e oggi migrato verso la Transcaucasia e la Siberia. Negli allevamenti sappiamo bene quale vita grama facciano, ma come vivono in natura? Parenti degli ermellini, delle donnole, delle martore, sono mustelidi lunghi dai 35 ai 40 centimetri, vivacissimi e un po' biricchini. Amano insediarsi sulle rive uccidere i visoni ll'allevamento- o , agli I quattrocento esemplari erano , nutriti con carne imputriditagli Il visone ha una pelliccia molto ricercata

Persone citate: Antonella Leoncini, Francesco Verderese, Mink, Valter Caporale