«Droga e ragazzini le ossessioni di Klein» di Fabio Galvano

Pesanti accuse di omosessualità al sarto preferito da Lady D: «Era innamorato di Warren Beatty» Pesanti accuse di omosessualità al sarto preferito da Lady D: «Era innamorato di Warren Beatty» «Droga e ragazzini, le ossessioni di Klein» Libro-scandalo sullo stilista LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il titolo non poteva che ricalcare il nome del suo celebre profumo: «Obsession». Ma l'ossessione di Calvin Klein, uno dei re della moda americana, erano i ragazzini e la droga. Le gravi accuse sono contenute in un libro che invano lo stesso Klein e un gruppo di suoi danarosi amici avrebbero cercato di sopprimere a colpi di milioni di dollari; e lui, secondo quanto rivelano i giornali inglesi, è fuggito da New York e ha fatto perdere le tracce. Qualcuno dice che sia a Parigi o a Londra, travolto dallo scandalo. Gli autori del libro - Steven Gaines e Sharon Churcher - affermano che Klein apparteneva alla cosiddetta Velvet Mafia, la mafia di velluto: un gruppo di potenti uomini d'affari americani e attori di Hollywood, tutti ovviamente gay, che si scambiavano una schiera di giovani amichetti. L'accusa rasenta quella di pedofilia; ma a tanto i due autori, che hanno documentato la vita segreta di Calvin Klein attraverso un migliaio d'interviste, non si spingono. L'altro vizio un cocktail continuo di alcol e droga - sarebbe stato debellato nel 1988. Accanto al suo letto, racconta il libro, c'erano da una parte un vassoio di cocaina e dall'altra uno di «Quaalude», un antidolorifico usato come calmante. Klein si serviva da una parte e dall'altra, bevendo vodka e guardando filmetti gay sullo schermo appeso al soffitto. Non c'è aspetto della sua vita privata che non venga esposto alla curiosità del pubblico. Le notizie da New York parlano di «ressa» nelle librerie per acquistare il libro che smitizza un mito della moda d'oggi, che «smaschera» l'uomo nel cui nome si vestono personaggi come la principessa Diana e Brooke Shields, Bianca Jagger ed Elizabeth Taylor, Sharon Stone e Cindy Crawford, Isabella Rossellini e Sigourney Weaver. Si racconta del gruppo di vip, che comprendeva giudici e avvocati, che entrati da una porta secondaria dello «Studio 54» - uno dei locali più noti della metropoli americana - trovarono Klein «coinvolto in un momento di passione», tanto da non accorgersi della loro presenza, e furono costretti a hattere in ritirata. Ma lo «Studio 54» era acqua fresca in confronto ad altri locali. Il Flamingo, per esempio: un club per omosessuali. O il Mineshaft, «un labirinto di stanze popolate da uomini, molti apertamente impegnati in atti sessuali». Si rivela, per quanto possa interessare, che Calvin Klein ebbe una torrida relazione omosessuale con lo stilista Perry Ellis, morto di Aids una decina di anni fa; che il suo primo matrimonio naufragò nel 1974 quando la moglie, Jayne, scoprì una sua avventura con un altro uomo; che ha sposato la seconda moglie, l'ex modella Kelly Rector, soltanto perché lei era stata amante di Warren Beatty e a lui pareva, in quel modo, di avere conquistato un pezzo di quell'attore oggetto dei suoi desideri; di essere stato abituale frequentatore di Fire Island, un notorio ritrovo omosessuale presso New York, dove i suoi portaborse gli procuravano i ragazzini. Il libro, ritenuto «esplosivo» anche per gli standard americani, era stato abbandonato da una casa editrice, la Putnam. Ma a quella è subito subentrata la Carol Publishing; né sono servite le pressioni di Klein e dei suoi sostenitori. Si dice che gli autori abbiano avuto un'offerta di 3 milioni di dollari (5 miliardi di lire) per gettare al macero il loro lavoro. Tutto inutile. Ora anche il New York Daily News pubblicherà alcuni estratti. Fabio Galvano Offerte miliardarie per bloccare l'uscita del volume Calvin Klein con la moglie In alto, l'attore Warren Beatty

Luoghi citati: Hollywood, Londra, New York, Parigi