«L'ex questore copriva Gava» di Fulvio Milone
I magistrati di Napoli: i poliziotti falsificavano i rapporti I magistrati di Napoli: i poliziotti falsificavano i rapporti «L'ex questore copriva Gava» Interrogatorio fiume per Matteo Cinque NAPOLI. Negano tutto, si difendono come leoni davanti al magistrato che li ha fatti arrestare. Matteo Cinque, ex capo della Criminalpol di Campania e Basilicata ed ex questore di Palermo, e i funzionari di polizia Ciro Del Duca e Paolo Manzi rigettano le accuse di collusioni con la malavita. Gli ultimi due sono stati ascoltati in mattinata. L'interrogatorio di Cinque è cominciato nel primo pomeriggio e si è protratto fino a tarda ora: deve rispondere di fatti gravissimi, come l'insabbiamento di indagini sulla camorra per non compromettere Antonio Gava, ministro dell'Interno fino al '90. E mentre l'ex questore rispondeva alla raffica di contestazioni mosse dal giudice Antonio Sensale, a Napoli si rincorrevano notizie inquietanti, tutte smentite da magistratura e polizia: voci insistenti sul possibile arresto di ex ministri e su avvisi di garanzia inviati ad alti funzionari del Viminale. I magistrati dicono che tutto era lecito, in nome del ministro. Anche falsificare rapporti e tacere testimonianze importanti, se questo poteva servire a stendere un velo di silenzio sugli imbarazzanti contatti fra chi occupava la poltrona del Viminale e i signori della camorra. Lo sanno bene qui, nel palazzone della questura, dove funzionari e agenti sono ancora sotto choc per l'espolsione della «bomba» dell'arresto di Matteo Cinque. Sono storditi ma anche impauriti, mentre qualcuno cerca affannosamente di capire quante e quali indagini di polizia potrebbero ancora finire nel calderone di un'inchiesta giudiziaria dagli esiti imprevedibili. C'è anche chi ha fatto un censimento dei poliziotti arrestati all'ombra del Vesuvio in poco più di un anno: quarantadue da quando cioè è arrivato il questore Ciro Lomastro. Lomastro, però, difende i suoi uomini, spiegando che i risultati nella lotta contro la camorra sono più che lusinghieri. Da ieri mattina l'accesso agli uffici della Criminalpol, al terzo piano, è praticamente impossibile. La porta blindata che protegge il regno che fino al gennaio del '91 è stato di Matteo Cinque è chiusa. Dopo il tentativo di autoconsegna fatto l'altro ieri, funzionari e agenti sono tornati al lavoro. Alle loro scrivanie siedono anche i quattro poliziotti che con le loro testimonianze hanno consentito il blitz dell'altro giorno. C'è anche l'ispettore Nunzio Furente. E' stato soprattutto grazie a lui se l'ex capo della Criminalpol è finito in manette. A dicembre dell'anno scorso ha raccontato a un sostituto procuratore come e perché furono taciute alla magistratura le confessioni di Francesco Russo, camorrista arrestato in Olanda, che sapeva troppe cose sui rapporti fra Gava e la camorra e sui misteri del caso Cirillo. Fulvio Milone Matteo Cinque arrestato per presunti favori alla camorra
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