Clinton estendiamo i raid di E. St.

Clinton; estendiamo i ruid Clinton; estendiamo i ruid «Iserbi paghino un prezzo più alto Occorre inviare altri caschi blu» WASHINGTON. La Casa Bianca si schiera per un più esteso uso dei raid aerei Nato contro i serbi di Bosnia: «Dobbiamo fare in modo che i serbi paghino un prezzo più alto per la violenza ininterrotta che stanno esercitando» ha detto Clinton in una conferenza stampa iniziata con ritardo rispetto all'ora fissata perché il presidente è stato trattenuto al telefono da consultazioni d'emergenza con il presidente russo Boris Eltsin, il presidente francese Frangois Mitterrand e il premier canadese Jean Chretien. Clinton intende fare estendere l'area operativa dei bombardieri della Nato a tutte le «zone protette» indicate dall'Onu. Ma le iniziative militari non bastano, ha sottolineato Clinton: «La forza aerea da sola non riuscirà a risolvere questo conflitto che deve trovare un mediazione negoziale». Quindi, la proposta «di una grande iniziativa diplomatica» congiunta cui dovrebbero contribuire gli Usa, la Russia e gli alleati europei. Su questo punto, il presidente non ha fornito ulteriori dettagli, dicendo che sono ancora da definire. La nuova strategia enunciata dal presidente statunitense contempla anche l'inasprimento del blocco economico contro la Serbia, principale sostenitore e fornitore di armi delle truppe dei serbi bosniaci, nonché la richiesta di invio di rinforzi di «caschi blu» in Bosnia-Erzegovina. Clinton in sostanza propone che la Nato estenda a Gorazde e ad altre «zone protette» della Bosnia i medesimi criteri operativi applicati il mese scorso all'iniziativa con la quale venne spezzato l'assedio di Sarajevo. Si tratta di stabilire una fascia di territorio attorno alla città, e di proibirvi la presenza delle artiglierie pesanti: nel caso di Sarajevo, i serbi ottemperarono sotto la minaccia degli attacchi aerei della Nato all'in¬ giunzione dell'Onu di ritirare le proprie artiglierie ad una distanza di 20 chilometri dalla città. «Se ci saranno violazioni da parte di chicchessia, allora ci potranno essere attacchi aerei», ha spiegato il presidente americano. Fino ad ora, gli attacchi aerei della Nato potevano essere ordinati solo per proteggere gli uomini della forza di pace dell'Onu. La prima e - finora - unica eccezione è stata l'operazione per Sarajevo. Ad un giornalista che gli ha chiesto se non sia «troppo tardi» per salvare Gorazde, Clinton ha risposto deciso: «No». Ed ha aggiunto: «E' troppo tardi per tanta gente, che vi è stata uccisa». Gorazde, secondo Clinton, potrà essere ancora salvata e mantenuta come «zona protetta» dall'Onu, se i serbi cesseranno il loro assalto alla città. Clinton ha anche auspicato che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu autorizzi l'invio di altri effettivi della forza di pace in Bosnia, «cosa cui noi siamo favorevoli», ha detto. Attualmente non ci sono militari statunitensi fra i «caschi blu» in Bosnia. Il piano enunciato da Clinton costituisce un salto di qualità, dopo mesi di indecisione, ed è destinato ad impegnare più direttamente l'Alleanza atlantica nella guerra civile della Bosnia-Erzegovina. Un paio d'ore prima della telefonata tra Clinton ed Eltsin le agenzie avevano battuto una dichiarazione da Mosca in cui Eltsin annunciava che la sua posizione sulla Bosnia non era mutata. In altre parole, permaneva la sua opposizione a azioni di forza da parte della Nato, proprio mentre Clinton si preparava a dichiarare il suo appoggio alla richiesta del Segretario Generale dell'Onu, Boutros Boutros-Ghali, di intensificare gli attacchi aerei contro i serbi. [e. st.]