Ecco il 25 aprile in «nero» di Maurizio Tropeano

Fini: «L'ora della riconciliazione». Berlusconi: no alla manifestazione Anpi, ne faremo una nostra Fini: «L'ora della riconciliazione». Berlusconi: no alla manifestazione Anpi, ne faremo una nostra Ecco il 25 aprile in «nero» Exfascisti e partigiani insieme a messa ROMA. 25 aprile in nero. Parola d'ordine: pacificazione. Per questo Gianfranco Fini, leader di Alleanza Nazionale ha parlato chiaro ai «federali» di tutta Italia: evitate accuratamente ogni possibilità di provocazione. Traduzione: saranno ridotti i pellegrinaggi di massa a Predappio e accuratamente evitati cortei, saluti romani e camicie nere. Niente commemorazioni, allora? No, Alleanza Nazionale farà il suo primo 25 aprile post-fascista a Roma. Il programma prevede una messa solenne, alle 11 nella basilica di Santa Maria degli Angeli, celebrata da monsignor Nicola Labella. Ma Fini, insieme all'immancabile Francesco Storace, ha in serbo una mossa segreta: alla messa parteciperanno i reduci della Repubblica di Salò ma con loro ci saranno anche alcuni partigiani e volontari dell'Esercito del Sud, quello che combattè a fianco degli Alleati contro i nazi-fascisti. Poi, dopo la funzione, tutti insieme deporranno corone ai caduti italiani della seconda guerra mondiale. E non è finita, in quell'occasione Fini lancerà «l'anno della riconciliazione nazionale», una serie di iniziative che culmineranno nella celebrazione del 50° anniversario della Liberazione. Ma chi sono i partigiani che hanno accettato l'idea della pacificazione che il segretario del msi ha lanciato? I nomi per ora sono top segret. In via della Scrofa c'è estrema cautela, filtra solo un'indiscrezione: «Ci saranno anche partigiani premiati con medaglie al valore, qualcosa si è sbloccato». Un esempio? L'ex deputato de Giuseppe Costamagna, grande invalido della Resistenza ha spiegato «rendo omaggio ai partigiani caduti e rendo l'onore delle armi anche ai giovani nemici di allora, dell'altra sponda, caduti anch'essi nella lotta tra fratelli italiani. In segno di riconciliazione nazionale». Ma i vertici di Allenza Nazionale temono disordini, «per provocarli bastano una decina di persone», dicono. Così la seconda parte del programma potrebbe subire cambiamenti, ma Fini - che tiene particolarmente a questa celebrazione - ha spiegato: «Nessuno potrà dire che Alleanza Nazionale non ha dato vita ad una manifestazione al riguardo. Certo, non saremo in piazza del Duomo, in mezzo alle bandiere rosse. Dobbiamo guardare con serenità al futuro e non dobbiamo dividerci, così come si divisero tragicamente i nostri padri cinquantanni addietro». E proprio per evitare provocazioni Gianfranco Fini si è incontralo l'altro ieri con il capo della Polizia. E Parisi - come spiegano ad An - ha dato assicurazione a Fini «circa l'adozione di ogni misura di vigilanza e di prevenzione onde evitare che il 25 aprile divenga per sedicenti gruppi di estrema sinistra e di estrema destra il pretesto per provocazioni e atti di violenza tesi a turbare il clima politico». Estrema vigilanza, dunque, anche a destra. Per la prima volta infatti Fini ha parlato di possibili provocazioni di «sedicenti gruppi di destra». Lui non fa nomi, ma proprio ieri Domenico Leccisi, l'ex deputato msi che nel 1946 recuperò le spoglie di Mussolini dal cimitero di Musocco, ha attaccato il segretario del msi: «Domenica prossima andremo a Predappio per rinnovare il giuramento di fedeltà al fascismo e a Benito Mussolini, contrariamente a quanto vanno facendo alcuni gruppi del msi inviati dai loro capi felloni ad improvvisare sceneggiate doppiogiochiste». E Fini pensava anche ai naziskin. Così An invita tutte le federazioni alla massima vigilanza. Se Fini starà a Roma, il suo alleato Berlusconi ha deciso di non partecipare alla manifestazione nazionale indetta dalle Associazioni partigiane a Milano il 25 aprile: «Con i miei collaboratori ne stiamo preparando una nostra». Poi ha aggiunto: «Mi auguro che non ci sia nel Paese voglia di rivincita rispetto al responso delle urne. E' una celebrazione nazionale: non credo che possa essere vista diversamente. Valori come quelli della Resistenza sono di tutti noi. E non c'è possibilità che alcuni se ne possano appropriare per porli quasi come un monopolio all'interno della propria identità: sono nella volontà politica di tutti i movimenti e di tutti gli italiani». Maurizio Tropeano A destra, Gianfranco Fini coordinatore di Alleanza Nazionale Sopra, Francesco Storace

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