Villa della Regina parte il restauro

Arriva un miliardo, ma non basta ancora: si incomincia con la fontana, la scalinata e una parte di giardino Arriva un miliardo, ma non basta ancora: si incomincia con la fontana, la scalinata e una parte di giardino Villa della Regina, parie il restauro // ministero riconosce Torino come città d'arte Arriva un miliardo e più per i restauri di Villa della Regina. I lavori saranno avviati la prossima settimana ma non è che uno spicchio di quel che serve per restituire, rifatta e funzionale, una delle più suggestive dimore Settecentesce di Torino. Finanziamenti pubblici a singhiozzo con qualche buona notizia e strane competenze. Vediamo cosa è accaduto negli ultimi tempi. Il demanio, cioè lo Stato, ha risolto la questione annosa della proprietà affidando alla Sovrintendenza ai Beni Artistici (che si occupa di restauri di dipinti e gallerie d'arte) la cura dell'edificio e della manutenzione e alla Sovrintendenza ai Beni architettonici (che provvede al ripristino delle opere murarie) il recupero del giardino, delle fontane e di quanto altro insiste sulla zona verde (padiglioni, scali¬ nire sull'edificio dotandolo dei serramenti». A dare ossigeno ai cantieri per conseguire almeno un'agibilità parziale di Villa della Regina occorrerebbero almeno, e in un colpo solo, sette-otto miliardi. Tanto più se si vuole dar vita all'Istituto Nazionale di studi storico-artistici vagheggiato da Federico Zeri, il quale potrebbe far confluire l'enorme materiale fotografico da lui raccolto e l'imponente biblioteca specializzata in storia dell'arte. Alcuni mesi fa la Sovrintendente Sandra Pinto aveva preannunciato che «Zeri considera Villa della Regina sede ideale dell'Istituto perché ritiene che Torino, per la sua posizione geografica, può richiamare studiosi d'ogni Paese d'Europa, specialmente dalla Francia, che non ha un'istituzione analoga». E' probabilmente in que¬ nate, grotte). Si sa che i problemi sono molti e complessi. Si è anche verificato un braccio di ferro tra imprese appaltatrici (Condotte e Gambogi della Ferruzzi) e ciò ha ritardato l'impiego dei fondi Fio. L'ultima tranche relativa al 1989 è stata comunque stanziata: sono il miliardo e duecento milioni di cui dicevamo all'inizio. Come verrà impiegata la somma? Spiega l'architetto Franco Ormezzano della Sovrintendenza ai Beni architettonici: «Saremo costretti, salvo aggiustamenti in corso d'opera, a iniziare il recupero della fontana antistante la Villa, della scalinata Belvedere e a sistemare parte del giardino. Non si farà granché perché il progetto prevede un spesa complessiva di oltre 3 miliardi». Commento conclusivo: «Sarebbe stato meglio interve¬ st'ottica che il demanio ha assegnato la proprietà della struttura (e quindi la futura gestione della medesima) alla Sovrintendenza ai Beni artistici. Da chi sperare in finanziamenti che non giungano con il contagocce? Il ministero ai Beni Culturali ha elevato Torino da Cenerentola a rango superiore, terza nella classifica delle priorità negli stanziamenti dopo Roma e Firenze. Non è poco: è stato riconosciuto a Torino il ruolo di città d'arte ben nota come tale nel Settecento; si tratta di restituire dignità e funzioni alle dimore Sabaude che hanno come riferimento il recupero di Villa della Regina e della Venaria Reale, perle assolute di quel Barocco nostrano esaltato più dagli studiosi stranieri che apprezzato «in casa». Si spera anche da fondi Cee destinati alle zone dichiarate in crisi: Torino è tra queste e un pugno di miliardi potrebbe calare sui cantieri languenti delle Sovrintendenze.[p. p. b.) lavori per restaurare la Villa della Regina, suggestiva dimora settecentesca, cominceranno la prossima settimana: ma servono almeno sette o otto miliardi

Persone citate: Federico Zeri, Franco Ormezzano, Gambogi, Sandra Pinto