Forbiciate all'amico che lo respinge di Angelo Conti

Lo studente arrestato confessa: «Abbiamo litigato, ho reagito alle sue avances» Lo studente arrestato confessa: «Abbiamo litigato, ho reagito alle sue avances» Forbiciate airamico che lo respinge Il ferito è un cuoco di 44 anni di Noie Canavese tramestio, seguito da alcuni sordi rumori. L'esperto maresciallo dispone che Lizzano sia invitato in caserma e lì continua ad interrogarlo. Il giovane, messo alle strette, cade in contraddizione, poi crolla. «Sì, sono stato io. Lui voleva fare l'amore, io non volevo. Sembrava una furia, ho dovuto difendermi. Ho impugnato la lama di un paio di forbici e l'ho colpito. Ho deciso di dare l'allarme quando ho visto che stava male. Prima ho cercato di curargli le ferite, poi ho temuto morisse». Il giovane spiega anche dove ha nascosto le forbici, in un cassonetto nei pressi dell'appartamento. Vengono recuperate. Restano da chiarire solo aspetti marginali, mentre da Ciriè arrivano notizie parzialmente confortanti: il ferito è in prognosi riservata, ma ha buone possibilità di cavarsela. Nello stesso ospedale viene medicato anche il feritore, che nella furia dell'aggressione si è reciso il tendine di un dito con la lama delle forbici. «Facciamo l'amore», «Nemmeno per sogno». Poi una lite e qualche ceffone, infine una raffica di forbiciate, al volto, al braccio, al polmone. Luigi Gallo, 44 anni, cuoco e cameriere, è ora in pericolo di vita all'ospedale di Ciriè, con il polmone destro trapassato. Agostino Lizzano, 26 anni, studente, è invece al carcere delle Vallette con l'accusa di tentato omicidio. Il dramma la notte scorsa a Noie Canavese, in una palazzina di via Villanova 29. Qui Luigi Gallo, più noto con il soprannome di «Gigi baffo», originario di Stino di Livenza (Venezia), abita da tempo al primo piano. «Una persona tranquilla - raccontano i vicini che riceve spesso gli amici in casa. Di lui sappiamo che ha fatto il cuoco in alcuni locali della zona della Mandria e che recentemente aveva rilevato la gestione di un ristorante di Avigliana». Gallo rientra lunedì sera, sul tardi, e non è solo. Con lui è Agostino Lizzano, un giovane originario di Taranto, che ha conosciuto qualche giorno prima nel suo locale. «Non ero mai stato prima in quella casa - ha raccontato lo studen- Luigi Gallo (da sinistra) aggredito a colpi di forbiciate dallo studente Agostino Lizzano di 26 anni te - e la mia conoscenza con il Gallo era superficiale». Cosa sia esattamente accaduto è ancora al vaglio degli investigatori. Comunque, alle 7,45, arriva una telefonata ai carabinieri di Ciriè. All'apparecchio c'è proprio Lizzano: «Sono a casa di un mio amico, stanotte due marocchini hanno bussato alla nostra porta, poi hanno accoltellato il padrone di casa. Lui sta molto male. Mandate un'ambulanza». I militari accorrono e trovano il Gallo insanguinato. Mentre il ferito è accompagnato all'ospedale, lo stu¬ dente continua ad accreditare la sua tesi: «Erano due, alti e robusti. Hanno estratto un coltello ed hanno colpito Gino senza dire una parola». Mentre partono le ricerche dei due nordafricani, il maresciallo di Ciriè, Pietro Di Mauro, ha qualche sospetto. Anche perché due vicini di casa raccontano di alcune stranezze notturne: la doccia, nel bagno del Gallo, sarebbe stata tenuta aperta per molte ore (forse per lavare le ferite), inoltre sarebbe stato udito, intorno alle 2 di notte, un forte Angelo Conti

Persone citate: Agostino Lizzano, Gallo, Luigi Gallo

Luoghi citati: Avigliana, Ciriè, Lizzano, Noie Canavese, Taranto, Venezia