Il nemico della storia? la maturità di M. Cas.

Il nemico della storia? la maturità Il nemico della storia? la maturità I docenti spiegano perché non si studia il fascismo Ignorare Badoglio è possibile? Discutono docenti e insegnanti A docenti universitari e insegnanti delle superiori abbiamo chiesto come e quanto si studia la storia contemporanea. «Non dovrebbe essere possibile ignorare la storia recente» spiega Gian Mario Bravo, preside di Scienze Politiche. Ha ricevuto dalla comunità ebraica e dall'Istituto storico della Resistenza una lettera che solleva un interrogativo: com'è possibile per i ragazzi giudicare senza conoscere la storia dal fascismo alla Liberazione? Il problema è nato durante la discussa trasmissione «Combat film». Alla domanda: «Badoglio chi era costui?» una studentessa universitaria non ha risposto. A Scienze politiche ogni studente sostiene un esame di contemporanea. Bravo: «Utilizziamo manuali molto completi e spesso si effettuano esami scritti. Naturalmente agli orali qualcosa può sfuggire». A Magistero solo un quarto degli studenti sceglie l'indirizzo storico e affronta un esame di contemporanea. Spiega Gianni Perona, docente eli storia contemporanea: «Sì, i nostri studenti rischiano di non sapere chi è Badoglio». Aggiunge: «In realtà non dovrebbe essere compito dell'Università insegnare chi era Badoglio. Ma la finzione è quella di credere che chi arriva già lo sappia. Rifiutiamo, un po' ipocritamente, di prendere in considerazione il livello zero». Il professor Gian Mario Bravo preside di Scienze politiche Nelle superiori il vero nemico è l'esame di maturità. In classici e scientifici, se la storia non viene sorteggiata, a aprile si chiudono i libri e le conoscenze si esauriscono, se va bene, con la prima guerra mondiale. Peggio ancora nei tecnici dove storia non compare mai all'esame. Naturalmente molti docenti riescono egualmente a insegnare anche fascismo e Resistenza. «I miei ragazzi sanno chi è Badoglio» precisa Mariangela Ariotti, del liceo Gioberti e aggiunge: «Si può e si deve arrivare almeno fino al '48. Rimane il rimpianto di "saltare" i successivi 50 anni». Suggerisce, come molti altri insegnanti, una differente periodizzazione: attualmente nell'ultimo anno si devono affrontare Ottocento e Novecento. In Francia l'800 è anticipato al penultimo anno e anche nel progetto di riforma della scuola secondaria è prevista questa scelta. Marisa Perna, dell'Avogadro, occorre contribuire alla formazione di un minimo di memoria storica con incontri con ex deportati, letture extra, lavori di gruppo. Smentisce un luogo comune: «Ai ragazzi piace la storia contemporanea». Grazia Larini del Galfer anticipa in quarta alcuni elementi, facendo partecipare i suoi allievi ai concorsi della Regione sulla deportazione. Così in quinta, quando il tempo fugge via, è possibile arrivare almeno fino al '48. [m. cas.]

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