L'idea di una nonna per la «maison» e il sogno di essere più uguali

L'idea di una nonna per la «maison» e il sogno di essere più uguali L'idea di una nonna per la «maison» e il sogno di essere più uguali blica non debbano più esistere fra i servitori dello Stato figli e figliastri. Davide Agresti, Roma Icaro non ce l'ha fatta i fratelli americani sì Giorgio Bocca, che stimo molto e seguo da parecchi anni, su L'Espresso del 25 marzo critica il recente libro di Norberto Bobbio che esamina la distinzione fra destra e sinistra. Bocca conclude dicendo che non crede che l'uguaglianza sia una distinzione peculiare della sinistra. Poi aggiunge che «nei Paesi del socialismo reale l'eguaglianza è durata "l'espace d'un matin" rivoluzionario e poi è diventata sudditanza dei molti al feroce dominio della nomenklatura burocratica». Rispondiamo subito che Bobbio non ha scritto il saggio per dimostrare che l'uguaglianza è stata realizzata dalla sinistra, ma soltanto per chiarire che essa è un punto di riferimento ideale di tutti i movimenti di sinistra. Se poi questo ideale è sempre stato tradito o travisato, la «colpa» non è dell'ideale, ma degli uomini e delle loro ambizioni. «Il vero egualitario di sinistra - scrive il filosofo torinese - ritiene che le disuguaglianze siano sociali e quindi desidera abbattere l'ordinamento gerarchico; l'inegualitario di destra ritiene che esse siano naturali e perciò è a favore della gerarchia e contro ogni livellamento». Bisogna chiarire che l'eguaglianza di cui parla la sinistra è sempre un'eguaglianza secondo il lavoro o secondo il bisogno e la proprietà, non è mai un'eguaglianza assoluta. Giorgio Bocca, che certo è un intellettuale acuto e intelligente, sembra non aver capito che se l'uguaglianza non è mai stata rea'izzata, ciò non significa che non sarà mai realizzabile in una società futura. Ad esempio, per migliaia di anni l'uomo ha sognato di vola- RISPONDE 0.d.B. soldi non Dio di cose da fare. E qui i milioni diventano veramente noccioline: 350 milioni di qui, 200 di là, 40 milioni di riscaldamento (altro che il bue e l'asinelio!), 20 milioni tra colf e segretaria, ecc. ecc. Passi per la colf, anche il povero don Abbondio aveva la sua, anche se la chiamava diversamente, ma la segretaria, via, quando mai un prete ha bisogno della segretaria con tutte le persone che circolano per la parrocchia e che (forse) dovrebbero dare una mano gratis? Forse, sarà un altro dei "misteri della fede", ma per me sinceramente cominciano ad essere troppi e non mi fa più meraviglia che altre religioni (testimoni di Gcova, buddismo, islamismo, ecc. ecc.) facciano un numero sempre maggiore di proseliti. Per quanto mi riguarda non passerò di certo ad altre "parrocchie", e, benché mi senta abbandonata e terribilmente delusa da questi preti-bancari, non mi convertirò ad altre religioni. Semplicemente imparerò lentamente, faticosamente ed anche dolorosamente a farne a meno. E così sia...». Gentile signora Baranti, la ringrazio per avermi inviato questa lettera degna di riflessione e anche per avermi autorizzato a firmarla con il suo nome e cognome. Spero, sinceramente, che la riflessione sia profìcua per tutti. Gent.mo sig. Del Buono, indecisa sino all'ultimo se scriverle o no, sono stata spinta a farlo tanto forti erano la disillusione, l'amarezza e anche la rabbia che mi ribollono dentro da un bel po' di tempo. Fino a ieri cattolica praticante, sono adesso in profonda crisi, non frequento più la chiesa se non in ore e giorni in cui è deserta, e sto lì a macerarmi cercando una soluzione. Ho smesso di andare alle funzioni delle «feste comandate» perché non riuscivo più a sopportare la continua, insaziabile richiesta di denaro del nostro parroco... Anna Maria Baranti, Rivoli GENTILE signora Baranti, causa spazio (ovvero mancanza di spazio) sono costretto a tagliare la sua lunghissima lettera, ma spero di riuscire a enucleare i punti più importanti della sua protesta a proposito dell'operato del parroco che mina la sua fede: Il pezzo forte della mostra veneziana Mi complimento vivamente per l'iniziativa editoriale «Rinascimento, la gioia di cambiare il mondo», supplemento speciale del 12 aprile. Ad integrazione dell'articolo di Claudio Altarocca, mi permetto solo di segnalare che il grandioso modello ligneo del San Pietro, progettato da Antonio da Sangallo/Z giovane e pezzo forte della mostra di Venezia in questi giorni, fu realizzato materialmente da un discepolo vercellese del Sangallo stesso e cioè Antonio Labacco (o Dell'Abaco). I visitatori piemontesi avranno così un motivo in più per ammirare questa importante mostra sul Rinascimento italiano. dott. Flavio Quaranta, Vercelli Meglio la riffa del santo patrono qualche ruota della fortuna? Non sarebbe il caso di essere più seri e tenerci solo la riffa del santo patrono con caramelle e cioccolatini per i più piccini? Claudio Baffi, Piacenza Cose inaudite fra Torino e New York Il 14 febbraio u.s. La Stampa alla pagina 21 riportava la notizia che entro il 28 febbraio 1994 l'Alitalia avrebbe dato la sua disponibilità a gestire il volo diretto Torino-New York. Collegamento indispensabile per tutto il Piemonte in quanto riguarda lo sviluppo dell'industria, del commercio e, cosa molto importante, il turismo. Questo collegamento porterebbe uno sviluppo di posti di lavoro, tra diretto e indiretto, attorno ai 700-900 occupati. Ma è notizia proprio di ieri sera, al Tg 3 Piemonte che l'Alitalia ha rifiutato questo volo. E tale brutta notizia viene confermata da La Stampa. E' una cosa inaudita, ignobile. Siamo trattati, noi piemontesi, peggio di una colonia africana. Naturalmente dietro l'Alitalia ci sta quella simpatica città antitorinese che si chiama Milano. La compagnia americana Twa aveva manifestato la propria disponibilità. Il liberale Costa Raffaele di Mondovì, ministro dei Trasporti, che si era interessato, diceva lui, alla questione, cosa dice? E' soddisfatto? E i deputati e senatori della Lega lombarda eletti in Piemonte cosa ne dicono? Il segretario di tale Lega per il Piemonte, cosa ne dice? Sempre da La Stampa dell'8 aprile u.s. la Giordania si dice favorevole ad istituire un volo settimanale Amman-Torino. Passerà in cavalleria anche questo? C'è qualcuno che si sta occupando di questo collegamento? Renato Mellano, Torino