Processo allo scrittore-killer di Tito Sansa

Processo allo scrittore-killer Processo allo scrittore-killer Vienna, accusato di aver ucciso undici prostitute in un anno VIENNA NOSTRO SERVIZIO un altro uomo, teneva conferenze, viaggiava, era corteggiato nei salotti letterari. Quattro mesi più tardi, a settembre, in un bosco presso Praga fu trovata strangolata la prostituta Blanka Bockova. Poi via via, una ogni venti-trenta giorni, furono scoperte in Austria le salme di sette giovani peripatetiche, tutte uccise allo stesso modo. Dell'assassino nessuna traccia. Ma un poliziotto di Vienna «immaginò» che potesse essere Jack. I suoi sospetti aumentarono quando venne a sapere che lo scrittore si era trasferito a Los Angeles, in California, dove nel giro di sole due settimane tra professioniste dell'amore erano state strozzate in un bosco. Quando Jack tornò in Austria, a Graz, venne tenuto d'occhio, ogni notte i suoi movimenti venivano seguiti. Ma nessuna prostituta venne più uccisa. Che i sospetti fossero infondati? Il 13 febbraio 1992, tuttavia, contro Jack fu spiccato mandato di cattura. Informato in tempo, lo scrittore fuggì a Miami, negli Stati Uniti, portandosi dietro la sua amichetta sedicenne, Bianca Mrak. Due settimane dopo la polizia americana lo catturò estradandolo in Austria. Pluriomicida, come sostiene l'accusa, oppure vittima di coincidenze, di tempi e di luoghi? si domanda l'opinione pubblica. Certo i precedenti di Jack sono a suo sfavore. Figlio di una ventenne contadina austriaca e di un soldato americano di stanza a Trieste (da qui il nome Jack), il bambino crebbe in orfanotrofi e col nonno ubriacone e violento. «Di notte sognavo di squarciargli il petto con una scure» ha scritto. Lavorò poi come disc-jockey e cameriere, ben 16 volte finì in carcere dove ha trascorso complessivamente 21 anni. A testimoniare - a favore e contro - sono citate 160 persone, per un processo che durerà tre mesi: prostitute, fidanzate, amiche, compagni di cella. Undici donne strangolate, tutte prostitute - una a Praga, sette in Austria, tre in California - tutte ritrovate seminude sepolte sotto frasche di un bosco in un periodo di meno dieci mesi (tra il settembre 1990 e il luglio del 1991). Imputato è Jack Unterweger, 43 anni, scrittore e commediografo di successo, il cui processo comincia stamane a Graz. L'interesse del pubblico e dei media è enorme: ottanta i giornalisti accreditati, dodici le televisioni (tra cui una americana) che trasmetteranno dall'aula del dibattimento. Undici le vittime attribuite a «Jack der Wuerger» (lo strangolatore) derivato dal famoso «Jack the ripper» (lo squartatore) che terrorizzò l'Inghilterra nel secolo scorso, ma neanche una prova. Soltanto indizi: un capello «probabilmente» di Jack, trovato nell'auto di una delle vittime, un filo rosso che «forse» apparteneva a una sciarpa (mai ritrovata) che Jack Unterweger usava portare a tracolla. L'indizio più grave è che tutte e undici le donne sono state trovate strangolate «in prossimità» di luoghi dove lo scrittore era passato. Jack Unterweger aveva una doppia vita. Di giorno scriveva o metteva in scena i suoi pezzi di teatro, era una persona amabile, normale. Poi si lanciava nei locali notturni, cercava prostitute e secondo l'accusa - le portava in un bosco per strangolarle. Lo aveva fatto già una volta (e su ciò non vi è dubbio alcuno) all'età di 24 anni nei pressi di Dortmund, in Germania, dove aveva rapinato e soffocato la studentessa diciottenne Margret Schaefer. Fu condannato all'ergastolo. Nel carcere sembrò redimersi: tenne un comportamento esemplare, scrisse il romanzo autobiografico «Das Fegefeuer» (il Purgatorio) che divenne un bestseller e gli valse l'intervento di letterati e uomini di Chiesa e il 23 maggio 1990 la scarcerazione anticipata, dopo 15 anni di detenzione. Era Tito Sansa e MILIONI IN 24 MESI A INTERESSI ZERO

Persone citate: Jack Unterweger, Milioni, Schaefer