Prima udienza a Firenze: l'anziano imputato entra barcollante, piange e poi si sente male
Prima udienza a Firenze: l'anziano imputato entra barcollante, piange e poi si sente male Prima udienza a Firenze: l'anziano imputato entra barcollante, piange e poi si sente male FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Il mostro piange. Piange per farsi credere, per difendersi, per commuovere. Forse anche perché quasi settant'anni senza futuro pesano più di un macigno. Un mostro: così viene descritto dalle carte processuali questo imputato dai capelli bianchi, scomposti, il viso largo e paonazzo, gli occhi piccoli e inquieti, le mani in perenne movimento. E' vero, ha un passato terribile perché in un'altra era, nel 1951, ammazzò un uomo sorpreso in un bosco con la sua fidanzata e subito dopo fece con la ragazza ciò che molto impropriamente chiamano amore. E anni più tardi violentò le figlie. Questo raccontano le carte. Dunque, un mostro autentico. Ma anche «il» mostro, quello che ha seminato lutti e condannato Firenze a un incubo perenne? «Ma io sono un povero cristo, un disgraziato che ha lavorato tutta la vita nei campi e ho tre o quattro mali addosso», protesta d'un fiato Pietro Pacciani. Sei carabinieri l'hanno accompagnato nell'aula bunker e non lo mollano un istante quasi temessero una fuga eppure lo hanno anche dovuto sorreggere perché il passo era incerto. E a fine mattinata, il malore, leggero ma che costringe la corte a una sosta. Non ci son dubbi: se recita è di una bravura straordinaria, questo imputato, e calamita l'attenzione della corte, tre donne e tre uomini che non gli tolgono gli occhi da dosso e lo fissa anche Gianna Pennacchini, che è stata l'ultima a leggere il giuramento e quasi non riusciva ad andare avanti per il tremito della mano con cui stringeva il foglio con la formula. «Con la ferma volontà di compiere il mio dovere di uomo d'onore...», hanno ripetuto i giudici popolari e le donne hanno corretto: «Persona d'onore». Pacciani li guarda, li guarda tutti, la testa incassata nelle spalle un tempo forti e ora cadenti. Il processo per i 16 omicidi del «mostro» si apre così nell'enorme cubo dell'aula bunker. Lo sanno tutti che sarà un processo carico di difficoltà perché è sempre difficile giudicare soltanto sugli indizi, anche quando si trat- Scontro per le lettere inviate ai giudici con pezzi di pelle I difensori: sono la conferma dei nostri dubbi A sinistra uno degli avvocati difensori asciuga le lacrime dal volto di Pietro Pacciani. A destra alcuni familiari delle vittime del «mostro» di Firenze assistono al processo In basso: lo scrittore Tomas Harris
Persone citate: Gianna Pennacchini, Pacciani, Pietro Pacciani, Tomas Harris
Luoghi citati: Firenze
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