Oggi si decide sull'arresto di Dell'Utri

Oggi si decide sull'arresto di Dell'Utri Oggi si decide sull'arresto di Dell'Utri MILANO. Il tribunale della libertà di Milano si è riservato di decidere sugli ordini di cattura a carico dell'amministratore delegato di Pùblitalia, Marcello Dell'Utri e di cinque collaboratori della società di raccolta pubblicitaria del gruppo Fininvest per i quali la procura della Repubblica aveva chiesto l'arresto, mentre il gip Anna Introini si era rifiutata di firmare i provvedimenti restrittivi. All'udienza di ieri erano presenti i legali dei sei indagati e i pm che conducono l'inchiesta, Gherardo Colombo, Francesco Greco e Margherita Taddei, che hanno rinunciato ad una delle sei richieste di arresto, quella per Anna Troisi. I rap¬ presentanti della pubblica accusa davanti al tribunale della libertà, hanno invece difeso e ribadito la loro richiesta di mandati di cattura per Dell'Utri, Lorenzo Onorato, marito della Troisi, Valerio Ghirardelli, Mauro Lecci e Romano Luzzi. Il tribunale si è riservato di decidere e potrebbe depositare già oggi il proprio provvedimento. Come si ricorderà, la vicenda giudiziaria dell'amministratore delegato di Pùblitalia e dei cinque collaboratori della società di raccolta pubblicitaria del gruppo Fininvest esplose poco tempo prima delle elezioni di fine marzo, inasprendo una campagna elettorale già tesa e ricca di colpi di scena. [Agi] Pietro: portando in aula i suoi due computer Apple e un apposito programma sofisticato, il sostituto procuratore ha preparato centinaia di pagine di riassunti, tavole sinottiche, schemi, testi originali di dichiarazioni scritte e, in un angolino dello schermo, la possibilità di far partire le immagini registrate di brani del processo, usandole come cineteca istantanea. Ha quindi trasformato il processo in un congresso diviso in panels e se stesso in un operatore tecnico che mo- stra delitti contro lo Stato e contro la proprietà come se mostrasse coleotteri. Il presidente Tarantola, se non ci sbagliamo, era nero. Subisce Di Pietro come una calamità, come si può sopportare il figlio maleducato di amici carissimi e si vede che, pur ammirando, vorrebbe cambiar mestiere e passare al civile. I tre giudici del tribunale (che non è la Corte d'assise dove si deve convincere una giuria) e cioè il presidente e le due magistrate ai suoi lati, non gradivano affatto che il pubblico ministero invece di fare un discorso conclusivo, ricominciasse da capo, punto per punto da Adamo ed Eva, comprese le immagini. A Tarantola, allibito, chiedeva cordialmente: «Se poi vuole le faccio avere gli sli- Di Pietro con il vescovo di Termoli, sotto la madre des», cioè le diapositive. Di Pietro, come l'infame Franti, sorrideva e anzi rideva. E l'avvocato Spazzali è insorto, ha sollevato un'eccezione sostenendo che la parola, l'asciutta e nuda parola, deve restare la protagonista unica dell'arringa. La corte si ritira. La corte ritorna. Tarantola e le due colleghe danno ragione all'avvocato e torto a Di Pietro che dice: «Ma l'audio però fa parte dei verbali, quello lo posso usare». Ed ha proseguito imperterrito. Interfacciare. Ecco il verbo più usato da Di Pietro, un altro protagonista di questa giornata d'aprile. I computer di Di Pietro si «interfacciavano» con le telecamere, ma anche Cusani, andando giù di metafora, si interfacciava un bel po' sia con i

Luoghi citati: Milano, Termoli