II privilegio di vedere la Madonna piangere fisiologi non agitatevi di Antonio Martini

II privilegio di vedere la Madonna piangere; fisiologi, non agitatevi II privilegio di vedere la Madonna piangere; fisiologi, non agitatevi creando non ha niente a che fare con quello inglese. James Walston American University, Roma Italiani, che tipi divertenti Si stanno concludendo i concorsi per posti di Professore Ordinario e l'Università mostra ancora il peggio di sé. Propongo all'osservazione l'esito del concorso per il raggruppamento E0601 Fisiologia Umana. La disciplina è scientifica e i curricula dei candidati sono oggettivamente valutabili dal rapporto tra numero di pubblicazioni e qualità delle riviste utilizzate. Il profilo scientifico di 3 perdenti è superiore a quello del 92% dei vincitori. I curricula del 50% dei vincitori faranno dire ancora una volta agli stranieri «italiani! che tipi divertenti!». In questo concorso la cosa più drammatica non sono le bocciature (alcune eccellenti ed inspiegabili in termini meritocratici), ma la qualità di almeno il 75% delle promozioni. Le persone giudicate oggi idonee decideranno chi lo sarà domani e sarà difficile affidarsi con serenità al loro giudizio. Per questo voglio protestare, non voglio essere complice del «tutti sapevano che funzionava così e tutti tacevano». I nomi, le sedi e i curricula dei vincitori, testimoniano, nell'ambito accademico della Fisiologia Umana, l'esistenza di un totale rigetto verso ricercatori che pur non appartenendo a «scuole» o «aree di influenza», cercano e ottengono una propria identità ed autonomia scientifica. Sono pericolosissimi, un cattivo esempio per i giovani. Per i fisiologi italiani l'Università deve essere dei portaborse, meglio se ignoranti. I bravi (pochi, perché non raggiungano la maggioranza ai concorsi successivi) devono essere di assoluta fedeltà. Ingenui noi, che ancora riteniamo essere la Conoscenza e la Cultura l'interesse primario dell'Università, RISPONDE 0.d.B. é Dio mpre ntano? Astronomo, della quale non ricordo il nome. Poi è intervenuto un altro signore, il cui nome mi sfugge. Tutti e tre si sono limitati ad affermare di non essere credenti, senza peraltro fornire valide spiegazioni. Confesso che dall'oggetto dell'interessantissimo argomento mi aspettavo molto di più. Quindi, è stata una cocentissima delusione. Ho letto molti libri di Indro Montanelli, trovando sempre valide fonti di apprendimento, ma ieri sera - ripetersi giova - sono rimasto deluso. Neppure io sono credente. Per tanto che abbia fatto per trovare Dio, almeno il Dio che mi venne imposto da bambino, non solo non sono riuscito a concepirlo, ma, al contrario, si è sempre più allontanato. Ed oggi, in prossimità del traguardo finale, mentre ancora lo cerco affannosamente, mi diviene sempre meno concepibile...». Vede, gentile signor Ruju, lo spazio concesso sta già finendo. Io sono un semplice credente senza complicazioni. Proverò a passare la sua lunghissima lettera alle autorità di questo giornale. Ma perché non si rivolge a quello che lei chiama «telecronista» e che è, invece, il brillante saggista Beniamino Placido? La mattina, tutte le mattine, il mio primo lavoro - se cosi mi è consentito di dire - dopo le pulizie personali, è quello di leggere Lo Stampa, che trovo già pronta sul mio tavolo. Leggo Lo Stampa dall'aprile del 1930. Allora, però, non costituiva il mio primo lavoro: allora leggevo il giornale durante l'arco della giornata, quando cioè mi era possibile. Ogni tanto, unitamente a Lo Stampo, leggo anche qualche altro giornale, per fare i confronti; ma Lo Stampa è il quotidiano che ha sempre risposto, e questa è la ragione per cui non l'ho mai abbandonata... Antonio Ruju, Torino GENTILE signor Ruju, l'inizio della sua lettera mi fa tremar le vene e i polsi, perché intuisco &™ non sarò all'altezza del comj,, , I.a prego, quindi, di prendere in considerazione che non c certo questa la parte del giornale che può ospitare tutto il suo sfogo per evidenti, miserabili, ma anche inesorabili, ragioni, prima, di spazio e, poi, di interpretazione di quella specie di impiegato delle Poste, Telegrafi e Fax che sono io. Lei, infatti, continua: «E questo è anche il motivo per cui affido a] "mio" giornale quanto sto per dire, con la preghiera di farsi portavoce dei miei sentimenti, che penso siano condivisi da molti altri lettori. Ieri sera, alle 22, su Raitre, è stato trasmesso il programma Eppur si muove. Protagonisti, intervistati dal telecronista, erano Indro Montanelli e una donna Perchè sempiù lo fa ritenere che i 4/5 della commissione in qualunque Stato con un minimo di cultura scientifica, non sarebbero stati considerati idonei al compito! Il confronto per sede, di commissari e vincitori, mostra un parallelismo tra «maestro» e «allievo» nella qualità del lavoro. Ricordiamo che lo Stato ci paga per insegnare ai giovani: con che faccia ci presentiamo loro? Restituiamo dignità al merito, lavoriamo perché finalmente l'Università recuperi i Suoi principi ispiratori e istituzionali. Laura Calza, Modena Professore Associato Fisiologia Umana Sfortunati gli invalidi che non sono bomber Nico Orengo, su La Stampa del 14 aprile u.s. «Se il cieco segna il goal», tratteggia con fine ironia il recente scandalo del «centravanti cieco» di Ciriè, non vedente per la Usi che lo ha definito tale, e abile calciatore invece, nonché attento centralinista, nella vita quotidiana. E tutto ciò, all'interno di un episodio allargato a un pool di «non vedenti» sorpresi a guidare allegramente autovetture e quant'altro. Un caso - si direbbe - di ordinaria truffa, non solo dei singoli protagonisti, ma ancor prima dei medici che quegli immotivati attestati di invalidi hanno pur rilasciato. Una truffa verso la collettività, certo, ma soprattutto verso i veri disabili, che da simili episodi non traggono sicuramente un vantaggio di immagine e di sostanza. Un caso che, se richiama una volta di più alla necessità di controlli sull'impiego corretto della solidarietà tra i cittadini come da tempo sollecitato da questa Associazione -, cova peraltro in sé un rischio ancora più terribile dello spreco delle risorse pubbliche: il sospetto, l'indifferenza, la sostanziale «dissolvenza» della sensibilità collettiva verso chi «bomber» certamente non è, e «quei moncherini» - come dice Orengo non esibisce per finta, rintanati nelle maniche, ma per le reali necessità della vita. Come accade, generalmente con piena titolarità, a un milione e trecentomila veri invalidi, che nel nostro Paese vivono con 340 mila lire al mese. E come accadrà ad almeno il 70 per cento di quei due milioni di persone, che aspettano - taluni per decenni, la maggior parte per anni - di essere riconosciuti ufficialmente invalidi dalle Usi. Se non moriranno prima di passare la visita. Alvido Lambrilli, Roma Presidente Anmic I seggi congelati della sinistra In un articolo di domenica 10 aprile, il segretario torinese di Rifondazione, Marco Rizzo, fa notare che nella sconfitta elettorale della sinistra, loro sono andati in controtendenza, perché hanno guadagnato un senatore rispetto al 1992. Questa affermazione mi fa ricordare le immagini televisive della sera del 28 marzo. In quella circostanza Bertinotti e Cossutta sembravano più soddisfatti di Bossi, Fini e Berlusconi circa l'esito delle elezioni. Durante la campagna elettorale avevano fatto di tutto per far perdere i progressisti, loro avevano ottenuto la comoda poltrona di oppositori e perciò potevan ben essere appagati dei risultati elettorali. Come ben dice Bettiza nel suo articolo, la loro posizione contribuisce ad ostacolare la crescita di una Sinistra nuova e moderna. I loro seggi sono congelati come lo erano quelli dei monarchici trent'anni fa e si può solo sperare che si estinguano presto. Antonio Martini, Torino

Luoghi citati: Ciriè, Modena, Roma, Torino