Guerra dei sessi: dopo anni di vittorie femministe, è l'ora del ribaltamento. E qualche donna fa autocritica di Marco Neirotti

Guerra dei sessi: dopo anni di vittorie femministe, è l'ora del ribaltamento. E qualche donna fa autocritica Guerra dei sessi: dopo anni di vittorie femministe, è l'ora del ribaltamento. E qualche donna fa autocritica WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO Naomi Wolf: «E'nostro interesse arrivare a una pace affettuosa su basi più eque» La scena è un classico del terrore, una sequenza tagliata dal film degli incubi di ogni genitore. Una coppia di giovani, un maschio e una femmina, si appartano nel buio di un androne in un campus universitario nel Nord degli Stati Uniti, nel Wisconsin. Lui è un colosso, un giocatore di football americano. Lei una donnina minuta, graziosa e timida, vestita quella sera di un venerdì con abiti aggressivi, minigonna «stretch» e blusa scollatissima. Trascorre qualche minuto, e dal buio emerge un grido femminile. Poi silenzio. Poi un altro grido e infine la coppia riemerge dal buio, prima lui poi lei, frettolosamente, ognuno per la sua strada. Tre ore dopo, due poliziotti bussano alla porta del ragazzo, nel dormitorio studentesco con una denuncia per tentata violenza carnale, lo accompagnano all'uscita del campus fra le sue prevedibili proteste di innocenza (... lei ci stava, lei mi ha attirato nell'androne, lei ha cominciato a mettermi le mani addosso...), lo chiudono in guardina. Due mesi più tardi il processo, le testimonianze in lacrime, i picchettaggi sul marciapiede, le tv e i giornali: il ragazzo è condannato a due anni di reclusione, senza condizionale, per stupro. Storia terribile e banale, un piccolo ritaglio nelle pagine più brutte del giornale del nostro tempo. 0 almeno così sembra. Anzi, così non è affatto. Sei mesi dopo l'incidente, a un seminario femminista «anti-stupro» per sole donne nel campus della stessa università, la vittima spiega orgogliosa alle compagne di essersi inventata tutto. Di avere concepito a freddo il piano per incastrare lo studente che nel campus aveva fama di seduttore violento e insopportabile: attraverso lui, volevo dare una lezione a tutti i maschi, annuncia la vendicatrice delle studentesse fra gli applausi della platea. Non applaude però il giudice di contea, che ordina l'immediata scarcerazione del condannato e denuncia la ragazza per falsa testimonianza. Ma alla giovane donna arrivano migliaia di lettere di sostegno. «Ammiro il coraggio e l'intelligenza di quella studentessa - dichiara per tutte, pubblicamente, una giurista femminista, Katherine McKinnon -, anche se quello che lei ha fatto tecnicamente è illegale, politicamente è sacrosanto. Quell'uomo era un violentatore di donne». Il mensile «Il Mig Dai giorni non molto lontani, e non ancora del tutto finiti, quando una donna poteva soltanto stringere i denti e subire, ai giorni delle false accuse e delle «trappole» dimostrative antiuomini, l'eterna guerra fra i sessi ha visto un completo rovesciamento del campo di battaglia, con feriti, superstiti e vittime celebri, dal ragazzo Kennedy, forse ingiustamente assolto, al pugile Mike Tyson, forse ingiustamente condannato, fino al caso del giudice costituzionale Thomas e della sua accusatrice Anita Hill. Ma se il famoso «pendolo» della cultura e del costume sessuali sembra - almeno ai maschi avere oscillato troppo dalla parte delle donne, in una società dagli umori fluidi come quella americana ogni azione provoca inesorabilmente una reazione. Ogni offensiva genera presto o tardi la sua controffensiva. E dopo anni di attacchi femminili ai vecchi castelli della prepotenza maschile, si cominciano a vedere, chiarissimi, i segnali della controrivoluzione maschile. Gli Anni 80, con la vittoria della destra reaganiana, furono la decade del «Contraccolpo», come lo definì la scrittrice Susan Faaludi, il periodo nel quale l'ideologia dei valori tradizionali, Dio, Patria, Famiglia, furono scagliati contro il femminismo per esorcizzarlo, con liore» pubblica un elenco di vocaboli abbandonati e chiama a raccolta gli scrittori italiani che a Jack Nicholson, il grande attore, che ha detto sarcastico: «Per sconfiggere il femminismo basta dare il potere alle donne. Ci penseranno loro ad autodistruggersi». Nascono, in tutta l'America, organizzazioni, club, circoli, lobby di maschietti spaventati dalla «tracotanza» delle femministe radicali, sintomo alla rovescia della crescita quotidiana del potere delle donne. Michael Crichton, il multimiliardario autore di Jurassic Park, naso finissimo nell'annusare i venti mutevoli della cultura popolare, sbanca il mercato librario con il suo ultimo romanzo, storia di un uomo molestato sessualmente da una donna-boss che vuole portarselo a letto. Storia vera, e verificata in una cifra poco conosciuta: il 10 per cento di tutte le querele per molestie sessuali sono ormai sporte da uomini contro donne. «I maschi stanno imparando a adoperare contro le donne le armi che le donne hanno affilato contro di loro», dice Crichton. «Le radicali, accecate dal loro radicalismo, come tutti gli estremisti non capiscono che stanno preparando le trappole nelle quali cadranno» polemizza Camilla Paglia, autrice ormai anti-femrr.inista. Verrebbe voglia, a questo punto, di citare Von Clausewitz e ricordare la sua profezia sulla «nebbia della confusione» che avvolge nei suoi fumi tutti i campi di battaglia. E in materie come questa, in guerre «psicosessuali» nelle quali tutti, come maschi e come femmine, come padri e madri o figlie e figlie siamo inesorabilmente al fronte, è davvero impossibile essere obiettivi. La sessualità non risparmia nessuno, neppure chi si considera fuori combattimento, e le notti minacciano di diventare «incubi a due piazze», dalle quali nessuno uscirà vincitore. I maschi americani cominciano a ribellarsi, nel terrore di perdere gli antichi, comodi privilegi. Le donne sono ben lontane dall'aver vinto la guerra per l'eguaglianza ma cominciano a temere di combattere la guerra sbagliata, non più «con gli uomini», ma «contro gli uomini». E allora l'unica certezza alla quale il reporter (e soldato) della guerra fra i sessi può affidarsi è che il combattimento potrà conoscere sorti alterne, avanzate e ritirate, ma non conoscerà - per fortuna - mai pace. Almeno non fino a quando resteranno vivi un uomo e una donna. Foto grande: Mike Tyson; qui a fianco Desirée Washington, la donna che l'ha accusato. In basso Naomi Wolf e William Kennedy Vittorio Zucconi Lo scrittore Luigi Malerba. Ha aderito all'iniziativa del «Migliore» per salvare i vocaboli condannati .. ..... ... ...... .y. romanziere Giuseppe Conte: «Frugale? Gli aggettivi dipendono dal vocabolo al quale sono coniugati. Siamo sinceri: una cena frugale non è stilisticamente un capolavoro». Ma l'evoluzione del linguaggio non è per Conte un guaio: «Basta pensare a graffante. Quanto andava di moda! Se lo trovassi ora inorridirei d'istinto». Allora accettiamo le modificazioni? Conte lancia un'altra pietra: «Il problema non è nelle parole in auge o in caduta: siamo abituati a usura e ricomparsa dei vocaboli». Che cosa, allora? «L'impoverimento oggettivo, quando il linguaggio espelle le sfumature e diventa bianco o nero». Scusi, Conte, almeno la poesia potrebbe essere scrigno di quelle sfumature perdute. «Lo è, certo. E' una sorta di deposito patrimoniale. Il problema è che è sempre più dimenticata». Marco Neirotti

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