Fini presenta la cambiale

Fini presenta la cambiale Fini presenta la cambiale Ecco i candidati diAn per il governo OROMA UELLA sera l'offerta di Roberto Maroni ai missini era stata ghiottissima: «Per le due Camere noi proponiamo una presidenza alla Lega e una a voi di Alleanza nazionale...». Siamo nel pieno della trattativa per le presidenze e quello di Maroni è il colpo di teatro che nessuno si aspetta: la Lega offre una poltronissima agli odiati «fascisti». Ma Gianfranco Fini taglia corto e fa subito sapere a Berlusconi: «Noi non chiediamo nulla, perle presidenze non ci sono candidature di Alleanza nazionale...». Certo, il realismo politico di Fini è proverbiale, ma il gran rifiuto del Duce dei post-fascisti non era disinteressato. E dopo il «digiuno» delle Camere, ora gli ex missini si aspettano il risarcimento da Berlusconi. E loro - mai entrati al governo - puntano subito al massimo della posta: vicepresidenza del Consiglio e almeno quattro ministri. Fini e Berlusconi ne hanno parlato, ma l'ac-| cordo deve essere ancora sottoscritto. E ieri mattina, al suo portavoce Storace che gli chiedeva: «Gianfranco, avremo la vicepresidenza del Consiglio?», il segretario missino ha risposto: «Ci sono dei precedenti...». E i post-fascisti, che riusciranno ad andar_ al governo prima dei post-comunisti, non mettono limiti alla Provvidenza: Fini - nel suo quartier generale di via della Scrofa - ha già annunciato ai suoi che non ha alcuna intenzione di rinunciare a ministri con tessera missina. La squadra di An sarà guidata - probabilmente come «vice» di Berlusconi - da Pinuccio Tatarella, l'uomo più duttile di via della Scrofa. E accanto al Richelieu di Fini, per ora l'unico ministro sicuro di Alleanza nazionale è il professor Domenico Fisichella, il politologo che dalle colonne del Tempo ha martellato per anni nella speranza di scongelare l'msi. Fin qui i sicuri, poi si apre la rosa dei papabili e al primo posto c'è Publio Fiori, l'ex democristiano amico di Giulio Andreotti, seguito dal generale Luigi Ramponi. Ma il vero scontro dentro l'msi si aprirà nel caso Fini e Berlusconi decidano di imbarcare un secondo mini- E l'uomo di cui Fini si fida di più si è «presentato» durante la trattativa per le presidenze, quando con un colpo di scena ha sbloccato tutto. Quella notte - siamo a dieci giorni fa - la Grande Trattativa era ad un passo dal crack. Roberto Maroni, trangugiato l'ultimo caffè, ripete: «Per noi il candidato al Senato è Speroni. Ci sono altri nomi?». Silenzio profondo attorno al tavolo. Ma una voce rompe l'incantesimo. E' Tatarella: «Io due nomi li avrei: Previti e Scognamiglio». Gli uomini di Berlusconi si guardano, capiscono che siamo alla svolta: Previti per il solo fatto di essere l'avvocato di Berlusconi - è già out, ma il professor Scognamiglio è un bel nome, non ci aveva pensato nessuno e Speroni più tardi chioserà: «Quel diavolo di Tatarella...». E infatti è proprio la trovata di Tatarella a sbloccare la trattativa: l'indomani si vedono per la prima volta i capi, Berlusconi, Bossi e Fini. E' Bossi che parla: «Al Senato va bene Scognamiglio, per la Camera i nostri nomi sono Maroni, Dotti e la Pivetti». E' Fini, stavolta, che fa la scelta: «Va bene la Pivetti, è giovane ed è una candidatura che conviene al Polo». E' fatta: i missini hanno pilotato la trattativa per le presidenze e da stamani con i primi contatti con Berlusconi inizierà la partita più importante. lf. mar.]