«I partiti paghino i danni»

«Ipartiti paghino i danni» «Ipartiti paghino i danni» ROMA. «I partiti politici sono civilmente responsabili per i danni subiti da terzi per i reati commessi da loro rappresentanti, segretari, dirigenti, funzionari, incaricati e indicati a qualsiasi titolo nello svolgimento e nell'ambito di attività ed incombenze connesse alla funzione politico-amministrativa del partito, nonché alle sue esigenze organizzative interne, finanziamento compreso». E' il primo dei 4 articoli di cui si compone il disegno di legge, presentato dalla Lega Nord, primo firmatario Francesco Enrico Speroni, sulla responsabilità civile dei partiti politici per illeciti penali commessi da loro esponenti. Nella relazione si sottolinea che «l'enormità del danno economico occorso al Paese richiede, in aggiunta, l'escussione del patrimonio dei colpevoli». Nell'articolato, prendono corpo le disposizioni processuali atte a rendere più rapida la possibilità di ottenere il risarcimento dei danni.[Agii dare oltre la prima mattinata di domani. Poi tocca alla parte civile. Quindi Giuliano Spazzali e Pillerio Plastina si alterneranno nel contestare, punto per punto, le ipotesi dell'accusa. Tutto si giocherà su due imputazioni: l'appropriazione indebita e il falso in bilancio (per quanto riguarda l'illecito finanziamento ai partiti Cusani stesso lo ha sempre ammesso). Più difficile, per l'accusa, dimostrare che Cusani, il quale non he mai avuto ruoli di amministratore, abbia contribuito a falsificare i bilanci Montedison; più facile sostenere che si appropriò di somme dell'azienda: i soldi sui suoi conti ci sono davvero finiti; lui dice di non averli tenuti per sé, ma non spiega a chi sono andati. «Cusani, lei rischia», gli dis¬ se il presidente di fronte ai suoi silenzi. Quanto rischia lo si saprà, se tutto procede secondo il calendario prefissato, a fine settimana, con la sentenza. Un'unica sentenza per un unico imputato. Perché è il solo Cusani che viene giudicato. La sfilata di «indagati in procedimento connesso», la molteplicità degli argomenti, i colpi di scena, tutti seguiti da milioni di persone, hanno forse fatto dimenticare la «sostanza» del processo. E a questo punto viene spontanea la domanda: le roboanti definizioni (madre di tutte le tangenti, padre di tutti i processi); l'interrogatorio di decine di politici che hanno dissertato su tutto lo scibile di questi anni (basti pensare a Craxi), la chiamata di infiniti testimoni, anche su i particolari semi-insignifican¬

Persone citate: Craxi, Cusani, Francesco Enrico Speroni, Giuliano Spazzali, Pillerio Plastina

Luoghi citati: Roma