Il fantasma che riapre antiche paure di Enrico Deaglio
Cosa Nostra ha voluto di nuovo far sentire la propria presenza minacciosa Cosa Nostra ha voluto di nuovo far sentire la propria presenza minacciosa Il fantasma che riapre antiche paure Per esempio, ha intenzione di difendersi, in un processo che ha come principale accusatore il «pentito» Tommaso Buscetta. Questo atto procedurale, che in altre circostanze avrebbe potuto anche essere interpretato positivamente (un latitante che si rifa vivo e che, in qualche modo, comunque allaccia un dialogo con la giustizia), nel caso di Bernardo Provenzano è stato accolto con timore e sospetto. Si ricorda, per esempio, che Riina, poco prima delle uccisioni di Falcone e Borsellino, aveva fatto sapere tramite il suo avvocato di essere vivo, in salute e «su piazza» in Sicilia. Si ricordano poi i settanta chili di tritolo ritrovati venerdì notte non lontani dall'abitazione del «pentito» Totuccio Contorno (interpretati come un segnale di intatta potenza e capacità di uccidere) e si ricorda, con malessere, un clima improvvisamente cambiato: i giudici di Palermo, per esempio, denunciano l'isolamento, si sentono separati da una città che non pare gradire l'estensione delle inchie¬ FINORA era un fantasma, ora il fantasma ha nominato gli avvocati. Con una lettera al tribunale di Palermo, Bernardo Provenzano, contadino di Corleone, antico compagno d'arme di Totò Riina, soprannominato «u' tratturi» in virtù dei suoi metodi spicci e della sua propensione a risolvere i problemi all'ingrosso, ha nominato i suoi avvocati per un processo in corso contro Cosa Nostra, ha apposto la sua firma autografa e l'ha fatta precedere da un cortese «con osservanza» indirizzato alla Corte. Su di lui, fino a ieri, la «mafiologia» si divideva: alcuni lo volevano morto, ucciso in uno scontro di potere; altri lo volevano al sicuro oltreoceano, altri ancora nuovo capo assoluto di Cosa Nostra. Intanto moglie e figli, da due anni erano ritornati al paese, Corleone, nella più assoluta normalità. Ora, sostengono gli inquirenti, la lettera di Provenzano chiude la discussione. Il capomafia, latitante da un quarto di secolo, non solo è vivo, ma ha intenzione di non passare inosservato. ste sulla tangentopoli siciliana, osservano con impalpabile angoscia che mani ignote hanno addirittura strappato le piantine di fiori messe a dimora di fronte al Palazzo di giustizia, che l'andamento delle elezioni politiche sia il responsabile della improvvisa delegittimazione, non lo dice apertamente nessuno, ma è sulla bocca di tutti. E alla nuova maggioranza si chiede aiuto, sostegno aperto alla continuazione delle inchieste antimafia, con parole, gesti inequivoci, leggi, stanziamenti, sostegno morale. Ma tutto questo non pare essere finora nell'agenda, pur fitta, della maggioranza. Ultimo atto del malessere, la lettera formale di Bernardo Provenzano. Piccolo fatto che però diventa grande notizia e alimenta tante paure. A riprova che Cosa Nostra, colpita come non era mai stata colpita prima - nelle persone, nei patrimoni, nelle sentenze definitive - è ancora terribilmente presente nel panorama italiano. Con una differenza rispetto al passato: se prima infatti era un oggetto misterioso, tanto che si dubitava della sua esistenza, oggi è diventata «trasparente», ha ottenuto lo status di «forza politica», perlomeno nella percezione di un'opinione pubblica che, se fosse interpellata da un sondaggio, risponderebbe: certo, Cosa Nostra non solo esiste ma vuole farsi sentire, com'era successo nella Prima, così succederà nella Seconda Repubblica. Nella percezione dell'opinione pubblica il suo modo di ragionare non è poi così misterioso, bizantino: è semplice. Cosa Nostra non vorrebbe più pentiti, non vorrebbe più sequestri di patrimoni, non vorrebbe più carcere duro per i suoi capi. Vorrebbe continuare a fare i propri affari. Tutto qui. E lo fa sapere. Noi ci spaventiamo, però non andiamo a rimettere a dimora le piantine davanti al Palazzo di giustizia di Palermo. Perché Cosa Nostra fa paura. Forse più di prima. Enrico Deaglio
Persone citate: Bernardo Provenzano, Borsellino, Corleone, Provenzano, Riina, Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Totò Riina
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