«I serbi bugiardi ci hanno preso in giro» di Foto Reuter

Onu e Stati Uniti sotto accusa, Clinton pensa di togliere l'embargo per le armi ai musulmani Onu e Stati Uniti sotto accusa, Clinton pensa di togliere l'embargo per le armi ai musulmani «I serbi bugiardi ci hanno preso in giro» Washington ora cambia strategia j WASHINGTON rotte nelle ultime 48 ore che in tutta la mia vita. Non bisogna più discutere con i serbi che si servono della Russia come copertura». Ma il suo capo diretto, il ministro degli Esteri Andrei Kozyrev, pur sgridando i serbi per aver ripetutamente mancato alla parola data, ha sentito il bisogno di ripetere che «il peggioramento della situazione a Gorazde è stata la conseguenza degli attacchi aerei Nato di una settimana fa». I grandi attori del teatro internazionale recitano a soggetto parti di copioni diversi, tanto che ieri, riuniti in Lussemburgo, i rappresentanti della Cee hanno proposto «la riunificazione di tutti i negoziati di pace», riconoscendo una paradossale mancanza di coordinamento. I 12 hanno incaricato lord David Owen di organizzare riunioni tra Cee, Usa, Russia e Onu «allo scopo di raggiungere una posizione comune per risolvere la crisi». Prima di lasciare Washington, Clinton ha fatto un paio di telefonate intercontinentali, una al cancelliere tedesco Helmut Kohl e l'altra al presidente russo Boris Eltsin. La sua portavoce, Dee Dee Myers, ha detto che tutti «hanno riaffermato il loro impegno a raggiungere una pace negoziata», lo stesso impegno che la comunità internazionale aveva assunto un anno e 200 mila morti fa. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Non è stato un grande fine settimana per le operazioni di pace in Bosnia», ha dichiarato ieri Bill Clinton come se ci fosse qualcuno che pensa il contrario. Ieri la comunità internazionale si leccava le ferite, conducendo un malinconico esame di coscienza dopo essere stata impietosamente svillaneggiata dai serbi. E, mentre qualcuno paragonava le Nazioni Unite a Re Canuto, che seduto sulla spiaggia ordinava alle onde del mare di arretrare, il Segretario di Stato dell'unica superpotenza mondiale superstite ha ammesso che gli Stati Uniti devono velocemente rivedere la loro strategia sulla Bosnia. «In questo momento stiamo urgentemente rivedendo tutte le nostre opzioni per un'appropriata risposta alla tragedia di Gorazde e a tutta la situazione in Bosnia», ha detto Warren Christopher, senza peraltro precisare quali altre opzioni gli Stati Uniti ritengano di avere a propria disposizione. E ha aggiunto che un «groviglio di menzogne» dei serbi ha beffato Russia, Usa, Nato e Onu. Sabato Clinton, con una piroetta da pattinatore su ghiaccio, aveva espresso disponibilità a discutere un piano europeo per togliere progressivamente le sanzioni contro i serbi nella speranza di attrarli verso la pace con la carota, visto che il bastone non aveva funzionato. Poi domenica ha buttato acqua sul fuoco, sostenendo che una cosa del genere non può essere presa in esame «in una situazione come questa» (ma in un'altra forse sì), e ieri ha rispolverato la sua antica proposta di togliere, invece, l'embargo che non consente ai bosniaci di armarsi adeguatamente. Lo ha fatto perché, in Congresso e sulla stampa, gli è stata rimproverata mancanza di «leadership» e scarsa combattività nel difendere le sue stesse proposte. Ma lo ha fatto, di nuovo, senza particolare decisione. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, riunitosi nella notte di domenica, ha espresso «turbamento» per la sostanziale conquista da parte dei serbi di Gorazde, dichiarata un anno fa «zona protetta» (cioè esclusa da azioni militari) proprio da una sua solenne risoluzione. Il Consiglio ha «condannato» l'azione militare dei serbi, ma si è fermato alle parole, non minacciando nessuna forma di punizione. Il presidente bosniaco Alija Izetbegovic ha chiesto le dimissioni del Segretario Generale Boutros Boutros-Ghali. E il ministro degli Esteri austriaco, Alois Mock, definendo l'Onu «indecisa e debole», ha sostenuto che si è consumata «la più drammatica perdita di credibilità della sua storia». Ancora ieri, prima di partire per il Michigan a fare la cosa che gli riesce meglio, cioè campagna elettorale permanente, Clinton ha escluso nuovi attacchi aerei contro i serbi. L'inviato russo in Bosnia, Vitaly Churkin, ha detto: «Ho sentito più promesse LO STRATEGA DEL TERRORE PBELGRADO ER il generale Ratko Mladic, il «signore della guerra» dei serbi, la «belva della Bosnia», le cose non potrebbero andare meglio. Nel 1991 ha avuto un ruolo determinante nel permettere ai serbi di conquistare un quarto della Croazia. Nei due anni successivi è stato la mente della sanguinosa campagna d'invasione che ò fruttata loro il 70% del territorio bosniaco. E ora sta incrementando quella percentuale impadronendosi dell'enclave di Gorazde cosi a lungo concupita. Mladic è stato lo stratega della campagna di Bosnia, guadagnandovi una spaventosa reputazione di megalomane brutale e sanguinario. L'Osservali irio Helsinki per i diritti umani dice che il generale andrebbe processato per crimini di guerra. Mladic si scrolla di dosso le accusi; con sufficienza: a chi gli don landa dei campi di prigionia e degli stupri di massa, ribatte sarcasticamente che «i serbi dovrebbero proprio essere dei supermaniaci sessuali utilizdagliin ca Paolo Passarmi SEDE DELLA CROCE ROSSA. Vi si sono asserragliati i due esponenti della Croce Rossa e gli inviati di «Medecines sans frontieres» STADIO. Potrebbe essere utilizzato come pista dagli elicotteri della Nato in caso di sgombero dei U. ombe lla vi SEDE DEGLI OSSERVATORI ONU. Il palazzo è stato bersagliato dalle bombe serbe, mentre la folla vi cercava rifugio SEDE DELL'ALTO COMMISSARIATO ONU PER I RIFUGIATI. I 4 membri dell'onu l'hanno abbandonata IL CAPPIO ATTORNO A GORADZE CINS RES. MAGAZZINO DELL'ALTO COMMISSARIATO PER I RIFUGIATI E OSPEDALE SEDE DI «MEDECINS SANS FRONTIERES. j Un gruppo di soldati serbo-bosniaci esulta al ritorno dalla linea del fronte a Gorazde [FOTO REUTER]