Vai a filosofia ripeterai il liceo di Alberto Papuzzi

polemica. Contestata la riforma del corso di laurea. Intervista con Diego Marconi polemica. Contestata la riforma del corso di laurea. Intervista con Diego Marconi Vai a filosofia, ripeterai il liceo Troppa letteratura soffocherà la ricerca to di |t|0 a] filosofo dimezzato. W No alla restaurazione firn losofica. Una parte dei 1 filosofi italiani dichiara Vi guerra aperta al progetriforma o «riordino» del corso di laurea in filosofia, che la prossima settimana sarà sottoposto al Consiglio universitario nazionale, o Cun, per l'approvazione finale. Il progetto prevede due bienni, propedeutico e specialistico, con ventuno esami, una prova scritta tra i due bienni e trenta ore di esercitazioni di pratica testuale sui classici. Venisse approvato, il progetto andrà direttamente alla firma del ministro. Ma prima che ciò accada i contestatori sono decisi a dare battaglia. Uno di loro è Diego Marconi, filosofo del linguaggio, Università di Torino, che fra l'altro ha curato, con Maurizio Ferraris, l'ultimo aggiornamento della Garzantina di filosofia. Lo abbiamo intervistato. Professor Marconi, quali sono i motivi dell'opposizione al progetto del Cun? «Innanzitutto la configurazione estremamente rigida del nuovo corso di laurea. Contro il principio dell'autonomia degli atenei, filosofia diventa identica fino all'ultimo esame, che tu ti laurei a Roma o Firenze, a Torino o Venezia. La riforma fissa rigidamente la struttura del piano di studi. Persino prima del Sessantotto c'erano maggiore elasticità e libertà di scelta». Quali sono le novità più negative introdotte dal progetto di riordino? «Il numero di esami non filosofici obbligatori è eccessivo: 11 su 21. Non sarà possibile iterare materie filosofiche, tranne Storia della filosofia, Teoretica e Morale, e nel primo biennio non si potranno sostenere esami teorici, a parte Teoretica e Morale. Ciò rende di fatto impossibili i percorsi individuali c i curricula specialistici. Per esempio diventerà impossibile predisporre curricula di orientamento logico-linguistico in cui si richiede che lo studente cominci a occuparsi di logica fin dal primo anno». Questa riforma, se dovesse passare, come inciderebbe sugli sbocchi professionali? «Malissimo. Mancano due delle materie obbligatorie per essere abilitati a insegnare nelle scuole medie inferiori: Latino e Geografia. Penso si tratti di una banale dimenticanza. Non c'è spazio per esami di infor¬ matica. Più in generale è stata penalizzata tutta l'area logicolinguistica e logico-matematica, nonostante proprio quest'area rappresenti uno dei principali sbocchi occupazionali per una quota dei nostri laureati». Ma gli autori della riforma si saranno ispirati a una loro idea della formazione filosofica: quale? «Quella che si può avere in un superlicco. La riforma stabilisce un'associazione tra filosofia e belle lettere di stampo antico. Il peso che vengono ad avere arte, archeologia, lette¬ ratura corrisponde a un'idea della filosofia lontanissima dalla realtà della ricerca così come si svolge nella maggior parte del mondo». Che cosa succede appunto fuori d'Italia? «Notoriamente nella filosofia di lingua inglese c'è stato in passato un grande sviluppo della filosofia del linguaggio e della filosofia della scienza. Altre situazioni nazionali sono diverse ma nessuna prevede, che io sappia, una così forte penalizzazione della filosofia teorica. Perciò la riforma ci isola dalla comunità filosofica internazionale». Perché sono state fatte queste scelte? «Mi sembra evidente un'intenzione restauratrice. Si ristabilisce la distinzione tra materie filosofiche di serie A e di serie B. Molto di quello che abbiamo avuto di nuovo in filosofia è passato attraverso lo sviluppo di materie teoriche diverse da Teoretica e Morale». Che cosa avrebbe dovuto fare la commissione di riforma? «Nello spirito dell'autonomia, un organo centrale dovrebbe limitarsi a indicare i requisiti minimi per laurearsi - numero di esami filosofici, test sui classici della filosofia, obbligo di una lingua straniera - lasciando decidere il resto ai vari corsi di laurea». Chi sono gli autori del progetto? «Che io sappia nel gruppo di lavoro che lo ha elaborato ci sono Adriano Bausola della Cattolica, Gianni Puglisi di Palermo e Fulvio Tessitore di Napoli. Ma alla fine è il Cun che deciderà». Che cosa succederà adesso? Quanti siete a protestare? «Venezia ha già inviato al Cun un documento di protesta. Una posizione analoga hanno preso o stanno per prendere altre sedi, tra cui Milano, Genova e Vercelli. Penso che si metteranno in moto anche le associazioni professionali, cominciando dalla Società europea di filosofia analitica. Se mezza filosofia italiana si ribella, forse il Cun dovrà ripensarci. La cosa più grave è che tutto è stato fatto senza una minima consultazione delle facoltà. Non fosse che i fogli del progetto di riforma sono usciti non si sa come dalle stanze del Cun, ci saremmo trovati il pacchetto bell'e fatto». Alberto Papuzzi Studenti universitari di un corso di filosofia. La riforma della laurea ci isolerà dalla comunità scientifica internazionale?

Persone citate: Adriano Bausola, Diego Marconi, Fulvio Tessitore, Gianni Puglisi, Maurizio Ferraris, Morale, Penso, Professor Marconi