Credit un consiglio tutto nuovo

Oggi la riunione per le nomine: Rondelli alla presidenza, confermato Bruno Oggi la riunione per le nomine: Rondelli alla presidenza, confermato Bruno Credit, un consiglio tutto nuovo Cambiano ben dieci amministratori tra di loro anche il re degli occhiali MILANO. Giornata di consiglio per il Credito Italiano. Chiusa la parentesi genovese, dove è rimasta la sede sociale in omaggio alle origini di un istituto nato nel 1870 come Banca di Genova, archiviata per i posteri la maratona assembleare ai Magazzini del Cotone con le lunghe votazioni sul numero e sul nome dei nuovi consiglieri, la scena si sposta a Milano. Appuntamento oggi a piazza Cordusio, nella sede centrale, nel salone delle riunioni tutto boiserie e pavimenti in legno. Undici gli uomini del primo consiglio nominato dagli azionisti del nuovo Credit, del Credit privatizzato. Molti volti noti. Alcuni volti nuovi. E il rientro di un signore alto alto che ritorna, alla gloriosa età di 70 anni, dopo quattro anni di prepensionamento forzato, al vertice di quella che ha sempre considerato la sua banca: Lucio Rondelli. Aveva dovuto lasciare la poltrona d'amministratore delegato nel 1990, Rondelli: scusa formale i 65 anni compiuti (limite massimo per quel ruolo) ma in realtà a chiudergli le porte della presidenza Credit erano stati i giochi della politica e della lottizzazione. Erano gli anni del Caf (Craxi-AndreottiForlani), quelli. E a Rondelli che aveva tentato - su invito della Banca d'Italia - di assumere una quota azionaria importante nella Bna cercando di ridimensionare il peso del conte Auletta, grande amico di Andreotti, quel mezzo affronto non poteva certo essere un viatico per la presidenza. Tanto più che a guidare Tiri, azionista forte del Credit con potere assoluto di veto e di nomina, c'era allora Franco Nobili, andreottiano di ferro pure lui. Oggi, nel Credit non c'è più Tiri. All'Iri non c'è più Nobili. E il Caf è finito da tempo sotto i colpi dei giudici di Mani pulite. Più nessun ostacolo, quindi, per il banchiere Rondelli. Anche se gli antichi fantasmi della storia Bna, nella lunga notte delle nomine, sono per qualche ora riapparsi. E' successo alle dieci di sera, dopo sei ore di maratona, quando sul palco dei soci è intervenuto Francesco Gaetano Caltagirone in persona, proprietario con la sua Vianini dell' 1 % di Credit. Non era d'accordo con la proposta dell'amministratore Egidio Giuseppe Bruno, Caltagirone: «Sono per il numero massimo consentito di consiglieri, 14, per poter garantire la massima rappresentanza possibile agli azionisti». Un intervento insolito concluso con parole fin troppo eloquenti: «Non dobbiamo tenere il sedile in caldo a nessuno, altrimenti si dà l'idea di un disegno preordinato, di un accordo tra soci che non vogliono essere disturbati in consiglio». Perché tanta durezza? Il senso, secondo alcuni, è preciso: impedire il disegno di tenere un posto in consiglio per Pietro Barucci che, chiusa la parentesi di ministro del Tesoro, tornerebbe al Credit dov'era direttore centrale e dove (una volta cooptato in consiglio) potrebbe diventare secondo amministratore delegato. Ma altri, ricordando le frequentazioni andreottiane di Caltagirone e la quota posseduta nella Bna di Auletta, non hanno dubbi: colpa di quel vecchio tentato assalto che è ferita ancora aperta. Sarà. Ma intanto, dopo quattro anni, ecco il giorno della rivincita di Rondelli. Sarà lui, oggi, a essere nominato presidente affiancando al vertice l'am- ministratore delegato Egidio Giuseppe Bruno, l'uomo che ha guidato la delicata fase di passaggio dal pubblico al privato. A eleggerlo i nuovi consiglieri usciti dalla lunga notte dell'assemblea, tutti espressione di società o gruppi che nel Credit privato hanno acquistato pacchi importanti d'azioni. Per la Franco Tosi (3%) al tavolo del consiglio siederà Giampiero Pesenti. In rappresentanza dell'Allianz, Roberto Gavazzi, vi¬ cepresidente della Ras. Leonardo Del Vecchio, proprietario della Luxottica, il maggior contribuente d'Italia secondo il fisco, rappresenterà il proprio 1,26%. Roberto Bertazzoni della Smeg elettrodomestici, la vera sorpresa del consiglio, nessuno sa ancora quante Credit abbia in portafoglio, ma tant'è. La partecipazione del patron della Max Mara, Achille Maramotti, altro neoconsigliere, è invece notissima: l'I,52%. Poi ecco i quattro «stranieri»: il tedesco Wolfgang Graebner della Bhf ( 1 % in Credit), già consigliere in Mediobanca, l'inglese John Carter della Commercial Union (2,05%), il francese Leopold Henry Jeorger della Sociétc Generale (1%) e lo svizzero Franz Schmitz, ex Sbs, oggi rappresentante nel Credit dell'1,36% acquistato dai giapponesi del Nippon Life. Armando Zeni stratori cchiali tti Pesenti ni (Smeg) tti, patron Max Mara Qui sotto due din consiglio: Leoproprietario dee (a destra) GiaCaltagirocon il ver«Necessapiù rappr Eletti Pesenti Bertazzoni (Smeg) e Maramotti, patron della Max Mara Caltagirone polemico con il vertice «Necessario avere più rappresentanti» Nella foto grande Lucio Rondelli che oggi torna al Creait come presidente. Qui accanto Egidio Giuseppe Bruno, amministratore delegato della banca Qui sotto due dei nuovi volti in consiglio: Leonardo Del Vecchio, proprietario della Luxottica, e (a destra) Giampiero Pesenti

Luoghi citati: Auletta, Caltagirone, Italia, Milano