L'Onu firma la tregua ma Gorazde brucia di Foto Epa

I carri armati serbi entrano nell'enclave musulmana nonostante le garanzie di Karadzic I carri armati serbi entrano nell'enclave musulmana nonostante le garanzie di Karadzic L'Onu firma la tregua, ma Gorazde brucia Miliziani serbi assaltano a Sarajevo un bunker dei Caschi blu britannici ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Nulla e nessuno ha potuto fermare i carri armati serbi che sono entrati nelle strade di Gorazde dove regnano il panico ed il caos. Né le minacce di nuovi bombardamenti della Nato - falliti per colpa del cattivo tempo - né l'accordo raggiunto ieri pomeriggio tra il leader serbo-bosniaco Karadzic e l'inviato speciale del segretario generale dell'Onu Akashi hanno impedito ai miliziani serbi di prendere l'enclave musulmana della Bosnia orientale assediata dall'inizio della guerra. Sfidando ancora una volta l'Onu all'alba di ieri gli uomini di Karadzic hanno attaccato una postazione di soldati britannici delle forze di pace dell'Onu a Kobilja Glava nei pressi di Sarajevo. Miliziani serbi hanno sparato sui Caschi blu quattro granate e numerose raffiche di mitragliatrice. I soldati inglesi hanno risposto al fuoco. «E' stato uno scontro pesante, ma non ci sono state vittime dalla nostra parte» ha dichiarato il portavoce dell'Unprofor a Sarajevo Rob Annink. Un Casco blu inglese è stato ucciso dai musulmani ad un posto di blocco della capitale. Che i serbi abbiano attaccato unicamente per rappresaglia è confermato dal fatto che al momento dell'attacco contro il posto di osservazione britannico alcuni dei Caschi blu stavano ancora dormendo. Eppure a Akashi, che precedentemente aveva posto come condizione per riprendere le trattative il rilascio immediato dei 200 Caschi blu ed osservatori militari dell'Onu presi in ostaggio in seguito ai due raid aerei della Nato, si è recato nel quartier generale serbo-bosniaco a Pale. Alla presenza dell'inviato speciale russo Churkin ha incontrato Karadzic. Nel frattempo i serbi hanno liberato soltanto 19 soldati canadesi arrestati tre giorni fa. Al termine delle trattative è stato raggiunto un accordo per Goradze. L'immediato cessate il fuoco seguito dal ritiro dell'artiglieria pesante serba dalla zona di esclusione di 3 chilometri intorno alla città. I serbi hanno inoltre acconsentito all'arrivo nell'enclave musulmana di 350 soldati delle forze di pace dell'Onu. «Da domani stesso gli elicotteri dell'Onu potranno evacuare i feriti da Gorazde» ha promesso Karadzic. In quello stesso momento i suoi carri armati stavano entrando nelle strade di Gorazde sparando all'impazzata contro la gente. «In città regna il caos assoluto. Altri 25 mila profughi si sono rifugiati nelle ultime ore a Gorazde scappando dai villaggi a cui i serbi hanno dato fuoco. S^no tutti per strada perché nelle case e nei rifugi non c'è più posto per nessuno» ha dichiarato il portavoce Onu Kris Janowski. I carri armati serbi sono intanto arrivati fino alla sede del personale dell'Alto commissariato per i profughi a Gorazde che di fronte ai ripetuti bombardamenti ha lasciato l'edificio per rifugiarsi nella sede degli osservatori militari dell'Onu. Migliaia di persone terrorizzate si stanno accalcando intorno al palazzo chiedendo aiuto ai Caschi blu. Di fronte a questa nuova sfida dei serbi, che continuano col loro sanguinoso gioco di promettere una cosa e di farne un'altra, l'Onu ha chiesto un nuovo intervento aereo della Nato. Ma ancora una volta i caccia alleati non hanno potuto colpire per colpa del cattivo tempo. Secondo fonti dell'Unprofor i voli dei jet sopra Gorazde avrebbero però convinto i serbi a ridurre i loro bombardamenti contro la città e a ritirare i carri armati di alcune centinaia di metri. Ma ieri sera i radioamatori di Gorazde hanno affermato che gli attacchi dei carri armati serbi continuano. Nessuno sa il numero dei morti e dei feriti. Per tutta la giornata le granate hanno colpito l'ospedale. «A Gorazde sono crollate la credibilità dell'Onu e della Nato. Le forze di pace delle Nazioni Unite hanno sorvegliato l'avanzata dei serbi passo per passo finché la città non è caduta nelle loro mani. Mentre l'Onu stava negoziando con i dirigenti i soldati serbi stavano terminando il loro lavoro» ha dichiarato il vicepresidente bosniaco Ejup Ganic. I serbi hanno accolto con soddisfazione la notizia che gli Stati Uniti hanno accettato per la prima volta di discutere la possibilità di togliere le sanzioni contro Belgrado. Non solo questa era la condizione posta da Milosevic per continuare i negoziati, ma ieri stesso il presidente del Parlamento serbo-bosniaco Krajsnik ha detto che l'accordo raggiunto con l'Onu per Gorazde è strettamente legato alla questione dell'embargo contro i serbi. Ingrìd Badurìna Un soldato inglese ucciso dai musulmani a un posto di blocco della capitale bosniaca Carri armati serbi avanzano verso Gorazde assediata. Nella foto piccola il rappresentante di Ghali a Sarajevo Yakushi Akashi [foto epa]

Luoghi citati: Belgrado, Bosnia, Gorazde, Sarajevo, Stati Uniti, Zagabria