Scognamiglio: non suro un notaio

Smqmmìqilm non suro un notaio Il presidente: la creazione della nuova Italia transiterà per questa assemblea Smqmmìqilm non suro un notaio «Ora cambiamo le regole» AL SENATO DOPO LA VITTORIA AROMA VETE presente il tipo antropologico del «ganassa» forzaitalista («Ueh, bisogna velocizzare, questa prima giornata in Parlamento mi è già costata uno sterminio»? Beh, Carlo Scognamiglio, da sabato sera seconda carica istituzionale della Repubblica, è proprio l'opposto: l'aplomb dell'economista, il lessico pacato e ricco del bocconiano, i modi di chi ne\Yestablishment ci è nato e non vi approda con in corpo una rabbia poujadista. Perché sarà pure che la «Seconda Repubblica è ragazza», come titola «il Giornale», organo di Forza Italia, inneggiando all'elezione di Irene Pivetti alla presidenza della Camera, ma se per il Senato la nuova maggioranza non avesse scelto saggiamente l'unica barba tollerata da Berlusconi, oggi assisteremmo forse all'organizzazione di charter di gente - e non soltanto di sinistra pronta ad espatriare. Ma attenzione, la differenza antropologica di Carlino Scognamiglio rispetto al suo nuovo popolo di deputatini blazerati non inficia per nulla la sua ansia innovatrice, pur espressa, vivaddio, con il lessico proprio di una moderna democrazia parlamentare. Abbiamo avuto occasione di verificarlo in una breve conversazione, ieri pomeriggio, mentre il nuovo presidente del Senato era in viaggio per Milano. Ecco il resoconto. Professor Scognamiglio, Spadolini ha detto che se questo è il nuovo gli ricorda assai «Giovinezza, giovinezza». E non è il solo. «Con tutto il rispetto per Spadolini, vorrei far osservare che Giovinezza - a parte l'inno fascista - e nuovo, non sono affatto sinonimo di fascismo. Sono, semmai, il minimo di cui abbiamo bisogno per uscire da un'epoca sciagurata segnata da Tangentopoli». Ma il senatore Spadolini ha esperienza e di certo non è un allarmista irresponsabile. «Certo. Infatti, mi stupisce per questa sua caduta di gusto. Chieda a lui dove vede concretamente pericoli fascisti». Scusi, professor Scognamiglio, ma la nuova pattugha della maggioranza, almeno lessicalmente, non ha dimostrato sempre dimestichezza con la democrazia. Lo stesso Berlusconi ha detto subito che se non avesse avuto la maggioranza al Senato si sarebbe andati a nuove elezioni. «Non confonda. Io sono il primo a sapere che il nuovo non nasce perfetto ma di qui a evocare pericoli fascisti... La nuova classe dirigente, non lo nego, deve fare un po' di esperienza e, nell'attesa, deve esercitare la saggezza della prudenza. Ma se parla di pubbliche dichiarazioni improntate alla leggerezza, in questi giorni ne abbiamo sentite tali e tante da esponenti della vecchia classe dirigente!». Professor Scognamiglio, c'è chi dice che lei avrebbe potuto essere persino un buon candidato per il fronte progressista. Ma l'avvocato Agnelli ha accompagnato a votare il professor Bobbio e ha votato lui stesso per Spadolini. «L'avvocato Agnelli ha detto subito che avrebbe votato Spadolini per l'antica amicizia che li lega. Anch'io sono legato da amicizia all'avvocato Agnelli, ma di certo non così antica come quella del senatore Spadolini, non foss'altro che per un evidente fatto anagrafico. Tutto questo non autorizza a fare di me, come anche voi avete fatto, ritratti irriguar¬ dosi». Quando Agnelli ha interrogato l'assemblea confindustriale di Verona, lei ha ottenuto un'ovazione. «Lo dico con la dovuta modestia: non mi sorprende affatto. Ciò non toglie che la cosa mi riempia di piacere e d'orgoglio». Pensa che passerà alla storia come il presidente del Senato con la mano in tasca nel discorso d'insediamento, quando il forzaitalismo predilige alcune forme sulla sostanza? «Che vuole che le dica? Io sono mancino. Reggevo il foglio del discorso con la sinistra e ho messo la destra in tasca. Non certo per scarso rispetto dell'assemblea». Timidezza? «Chissà». Lei viene descritto come un timido, ma ha avuto tre mogli e tutte con nomi importanti, tra cui una Rattazzi e una Pirelli. La disturba che i mass media parlino della sua vita privata? «Avrei preferito che non avvenisse, ma so che questa è la legge e me lo aspettavo, so che era inevitabile. Ma, d'altra parte, non ho proprio nulla da nascondere, sono un liberale e sono cristallino anche nella vita privata». Scusi il «cazzeggio», come si dice al Senato, professor Scognamiglio, e provi a spiegarci che tipo di Presidente sarà. «Conosco un solo tipo di Presidente del Senato. Un Presidente sopra le parti che regoli il funzionamento istituzionale». La maggioranza a cui lei appartiene ha detto che non vuole un Presidente-notaio, ma un Presidente puntello della maggioranza stessa. «Non sarò un notaio, ma, al di là delle modalità dell'elezione, svolgerò una funzione al di sopra delle parti. Del resto, la legislazione non attribuisce al Presidente del Senato il ruolo del notaio. Soprattutto in una fase che si annuncia di grandi innovazioni». Quali innovazioni? «La creazione della nuova Italia transiterà per il Senato». In che modo? «Il funzionamento del Senato è affidato a norme che risalgono al 1971, a ventitré anni fa. Nel frattempo, c'è stato un rinnovamento istituzionale e il regolamento va adeguato». Ci spieghi meglio, professor Scognamiglio. «E' cambiata la legge elettorale. Prima il Senato rifletteva un sistema proporzionale, ora deve riflettere un sistema maggioritario. Bisogna prenderne atto e varare le necessarie riforme che modifichino l'assetto legislativo». Anche con modifiche costituzionali? «Se occorreranno modifiche costituzionali sarà secondo le regole previste dalla Costituzione. La proporzionale non c'è più, bisogna prenderne atto e cambiare un sistema che rifletteva quella logica. Del resto, è diffusa l'impressione che Cameia e Senato non operassero poi con le procedure trasparenti e con le logiche lineari e rapide che sarebbero richieste. Considero le modifiche un mio compito al tempo stesso tecnico, politico e istituzionale. Per questo dico che la nuova Italia transiterà anche dal Senato. Io, economista, parlo - è vero - da economista, come haimo detto dopo il mio discorso d'insediamento, ma farò il possibile per svolgere il mio ruolo nell'ottica di riforma delle istituzioni». Sarà facile con una maggioranza di misura, anzi - se vogliamo - con una minoranza al Senato? «No, non sarà affatto facile. Proprio la vicenda dell'elezione del Presidente dimostra l'evidenza ovvia della necessità di allargare la maggioranza al Senato». Lei si sente uno speaker all'americana? «Faccia lei. Di certo non farò il notaio». Alberto Staterà ni, non fossaltro che per un evidente fatto anagrafico. Tutto questo non autorizza a fare di me, come anche voi avete fatto, ritratti irriguar¬ e ho messo la destra in tasca. Non certo per scarso rispetto dell'assemblea». Timidezza? «Chissà». Lei viene descritto dice al Senatognamiglio, e pche tipo di Pr«Conosco un soldente del Senatosopra le parti chenamento istituzioLa maggioranpartiene ha vuole un Pre«E' chiaro che a Palazzooccorre allargare la ma «E' chiaro che a Palazzo Madama occorre allargare la maggioranza» «Rispetto Spadolini ma gli ricordo che "nuovo" e "giovinezza" non sono sinonimi di fascismo» L'ex presidente del Senato Giovanni Spadolini

Luoghi citati: Carlino, Italia, Milano, Tangentopoli, Verona