Il Credit riparte dai big

La maxi-riunione non c'è stata. Votazioni nella notte. Ritorna Rondelli come presidente La maxi-riunione non c'è stata. Votazioni nella notte. Ritorna Rondelli come presidente Il Credit riparte dai big Solo 500 «piccoli» all'assemblea GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Un nuovo consiglio. Un nuovo presidente, Lucio Rondelli, che verrà formalmente nominato nel consiglio di domani. La conferma che i grandi azionisti della prima grande banca privatizzata, il Credit, sono proprio quelli che nelle settimane passate avevano cominciato a svelarsi: la Franco Tosi di Giampiero Pesenti con il 3%, la Ras con il 3%, gli inglesi della Commercial Union con un 2% e poi i giapponesi della Nippon Life, i tedeschi della Bhf, i francesi della Société Generale (1%), la Natwest. Ancora: gli italianissimi Leonardo Del Vecchio della Luxottica, Benetton, Stefanel, Della Valle, Achille Maramotti della Max Mara, Lunelli dello spumante Ferrari, i fondi Fininvest, la Toro, la Sai, la Akros di Gianmario Roveraro, il gruppo Caltagirone. Ore e ore di assemblea, la prima attesissima d'esordio del nuovo Credito Italiano. E una questione sotterranea, sfiorata spesso e volentieri negli interventi di sindacalisti bancari, di piccoli azionisti, di soci dipendenti, ma altrettanto spesso lasciata in sospeso: cos'è questo nuovo C/edit? Una banca ex pubblica diventata privata e ora in mano a un nucleo forte di azionisti (quelli poi solo in parte rappresentati in consiglio) o il primo esempio di una «public company», termine inglese più abusato che conosciuto e che starebbe a significare una società ad azionariato diffuso? C'è voglia di «public company» nella grande sala dalle 1500 poltroncine rosse solo per un terzo occupate: erano attesi in 5 mila, sono arrivati in 500, in rappresentanza del 32% del capitale. Sventolano le bandiere azzurre con la C maiuscola e la i minuscola di Credit. Ma, diciamolo, quella che è emersa ieri notte dopo lunghe ed estenuanti votazioni sul bilancio e sul nuovo consiglio, è una banca per ora in mano a un nucleo forte di azionisti. Ironia della storia, il bilancio '93, l'ultimo della gestione Iri, è quello che ha riservato le gioie maggiori al Credito. «Un anno irripetibile», l'ha definito l'amministratore delegato Egidio Pietro Bruno, l'uomo che dovrà gestire il nuovo Credito. L'altro amministratore, Pier Carlo Marengo, nel suo intervento d'addio al Credit, l'ha fotografato con la chiarezza dei numeri: 1574 miliardi di risultato lordo di gestione aumentato dell'86% rispetto al precedente, 218,6 miliardi di utile netto in aumento del 4,9%. Ma il 1993, irripetibile o no, è ormai il passato. «Sarà impossibile ripeterne i risultati, avvicinarsi nel '94 ai quasi 1600 miliardi di risultato lordo '93», anticipa Bruno, l'uomo dei conti. Ma già nel 1994 («Anno di transizione», insiste l'amministratore delegato) qualcosa comincerà a cambiare nel nuovo Credit. Cosa? «Molto spiega Bruno - soprattutto se vorremo confermarci quello che siamo e cioè una grande banca italiana con vocazione europea». Così, ecco descritta in quattro punti la strategia per i prossimi tre anni, quelli decisivi per il Credit privato: maggior diffusione territoriale («Nuovi sportelli e se ci sarà l'occasione qualche acquisizione»), rapporto diverso con le imprese, crescita della produttività e un occhio di riguardo alla gestione del risparmio. E forse, lascia capire Bruno, un aumento di capitale. Numeri, strategie di sviluppo, progetti, certo. Ma è lì, attorno ai nomi e al numero di nuovi consiglieri (solo alle 23,30 è stato deciso che siano 11, accogliendo -con il voto favorevole dell'85% del capitale presente- la proposta di Bruno e del management, mentre Caltagirone ne proponeva 14) che, esaurite domande e risposte su bilancio e strategie, si è andati a tarda notte. Alla fine, tra i nomi nuovi c'è anche quello del neo presidente, Lucio Rondelli, un signore alto alto che fino al '90 era stato l'amministratore del Credit. Insomma, un ritorno al futuro. Con l'ormai ex presidente Natalino Irti, professore, avvocato d'affari, che da tempo aveva annunciato l'intenzione di lasciare la banca, costretto ad aprire l'epoca nuova ricorrendo a un vecchio trucco per togliere la parola, dopo sei tentativi andati a vuoto, a Marco Bava, professionista d'assemblea troppo prolisso: sospendere l'assemblea per 15 minuti. Armando Zeni 3 I GRANDI AZIONISTI Principali azionisti Credit con relative quote Ras assicurazioni [AllianzN^^ •RÉ Gruppo Coin Commercial Union Natwest Franco Tosi international Stefanel spa Nippon life insurance Toro assicurazioni 3 3 3 3 eh ase nominees Akros [Giammario RoveraroK>||^]||^ eanza assicurazioni Gestione fondi Fininvest Luxottica - Del Vecchio è^»^ 1 Fondigest [Fondi Canplo] Si^^ Bastianello [gruppo Pam] /^Jjj^ Dipendenti Credit Achille Maramotti Société Generale Totale azionisti 190.000 Natalino Irti lascia il Credit e (a fianco) Egidio Bruno amministratore delegato

Luoghi citati: Caltagirone, Genova