Troppi Poli gli eschimesi emigrano i diritti delle top model

Meno fragili i voltagabbana di una volta LETTERE AL GIORN Troppi Poli, gli eschimesi emigrano; i diritti delle top model «Ho sognato l'Equatore» Anch'io, nel mio piccolo, ho fatto un sogno: stanchi del Polo dei Progressisti, del Polo delle Libertà e del Polo del Centro, i pochi eschimesi tuttora superstiti hanno deciso, per sgradevole associazione d'idee con le loro terre, di abbandonare quelle fredde latitudini per correre all'Equatore, sperando così di non più captare, laggiù, i notiziari della politica italiana. Vito Moche Bettole di Tortona (Alessandria) Tutti strombazzano per le pensioni Sento continuamente a parlare di gente che dovrebbe aver diritto alla pensione, ultime le top model, e non ho nulla in contrario. Ma come mai tutti coloro che . strombazzano questi diritti non accennano mai che questi diritti si acquisiscono dopo assolto il proprio dovere; di aver pagato regolarmente i relativi contributi, come ho fatto io per , quarant'anni? Questo dettaglio è stato piuttosto trascurato dalle nostre formidabili amministrazioni solite a pescare dove ce n'è. Sarebbe interessante sapere in qual misura lo pensioni pagale senza i corrispettivi contributi incidono nel nostro iper- : bolico debito pubblico. Ma quanti dei nosti i pensionati si rendono conto di essere | degli assistiti dalla comunità? Lodovico Gambino Almese (Torino) Giochi vietati per Israele Nonostante da ogni parte si invochi riappacificazione, tolleranza, indiscriminazione fra i popoli, ancora si verificano situazioni che contraddicono queste encomiabili sollecitazioni che purtroppo restano spesse volte inascoltate. Avviene infatti che Israele sia nuovamente escluso dai prossimi Giochi del Mediterraneo che si terranno a Bari nel 1997, evidenziandosi cosi una palese ennesima discriminazione nei confronti di questo Paese che fa pur parte dell'area mediterranea. Considerato inoltre che le gare sportive sono occasione di incontro e di conoscenza fra i partecipanti dei più svariati Paesi. Sarebbe quindi opportuno che il sig. Mario Pescante, presidente del Coni e membro del Comitato promotore dei Giochi del Mediterraneo, facesse conoscere le ragioni di questa ingiustificata esclusione (indubbiamente da riesaminare) che non fa onore ne all'Italia né alla città di Bari. Natalia Tomasini, Bologna Misfatti studenteschi e insegnanti autoritari Non mi sembrano «oziose» alcune considerazioni in merito al caso verificatosi all'Istituto tecnico commerciale «Martini» di Mezzolombardo (Trento): «I professori "bocciati" sfidano gli studenti» (La Stampa del 10 aprile). Un «misfatto» da parte degli studenti autori del giornaI lino «Voci di corridoio»? Uno , spregio dei fondamenti dell'edui cazio.n: (dei fondamenti etici dell'interazione allievi-docenti)? i Anche se fosse una smagliatura nei principi educativi, non è detto che ne debba seguire - ex abrupto - una condanna. Mi spiego. Anzitutto non può autorisolversi con un provvedimento punitivo, o di denuncia, quello che è un impegnativo problema di interazione educandi-educatori. Il rapporto educativo deve sollecitare gli allievi a definire se stessi, positivamente, favorendo quindi l'uscire dall'immediato e facile atteggiamento, poniamo, contestativo. Come educatori se ci limitassimo ad essere intempestivamente reattivi a fronte di allievi che si fanno giudici di noi la nostra risposta resterebbe solo un fatto cronologico, se non una manifestazione di debolezza. Perché l'educazione autentica, si sa, non è travaso di nozioni né imposizione disciplinare, ma ef¬ ficacia formativa e liberatrice; in altre parole, ha il compito di promuovere (non di costringere) una sempre più chiara, più vasta e profonda coscienza di sé (la persona che assurge a personalità). C'è chi ritiene che le nuove generazioni, suggestionate dal crescente permissivismo, si renda- no sempre più indocili all'autorità, al prestigio degli adulti, alla disciplina prescrittiva, all'ordine del «sistema», approfondendo quel solco d'incomprensione con gli educatori, che accentua le difficoltà nello svolgimento del ruolo dell'autorità. Non sono d'accordo. E, per fortuna, non sono pochi gli inse¬ gnanti che rinunciano, per così dire, alle «difese» che il ruolo istituzionale fornisce loro, per capire e affrontare, senza mistificarli, gli atteggiamenti di insoddisfazione e di apatia, di aggressività dei propri allievi. Si tratta di stabilire nella classe condizioni che rendano efficace la comunicazione interpersonale, con una prassi educativa non autoritaria. Giulio Lunardi, Torino Le capacità della ricciolina Le elezioni si sono regolarmente svolte e gli italiani hanno deciso da quale parte intendono andare. Ma, prima del 27 marzo, i contendenti e i loro sostenitori si sono, con molta abbondanza, sbizzarriti in tattiche verbali e nell'uso degli strumenti di offesa che più ritenevano efficaci per la vittoria finale. Anche l'intervento di minorenni è servito. Il 12 marzo appare su La Stampa nelle «Lettere al giornale» uno scritto di Ivan Martini di Torino titolato «Non facciamone una tragedia». Era riferito alle critiche ricevute da Ambra di Non è la Rai. Infatti, come tutti sapranno, durante quella trasmissione la giovincella aveva scherzosamente dichiarato che Occhetto è un piccolo diavolo mentre Berlusconi somiglia ad un angioletto. Che non se ne debba fare una tragedia è certamente vero, sarebbe illogico. Oltretut.to, il solo fatto di parlarne contribuisce a fare gratuita pubblicità a quella giovane Ambra che, forse, in fatto di politica, avrà difficoltà superiori a quelle di condurre una trasmissione. Quindi non facciamola troppo grossa! Potrebbe anche essere farina proveniente da un altro sacco. Certamente un sacco conosciuto, familiare. E forse sì, proprio una pensata di testa sua! Il problema è un altro. Ivan di Torino, anziché critiche alla ricciolina, propone di manifestare a favore di Ambra anziché contro! E questo mi piacerebbe saperlo da lui: qualora la più volte menzionata conduttrice avesse invertito i ruoli (Achille angelo e Silvio diavoletto) se la sentirebbe, il torinese, di affermare le stesse cose? Se il problema è solo Ambra e le sue capacità, non dovrebbe esserci nulla in contrario! Giorgio Ferrari Villalvernia (Alessandria) Cittadini onesti cavie della redenzione Prendendo spunto dalle recenti polemiche suscitate dall'opportunità o meno di punire anche i minori rei di delitti particolarmente efferati con l'ergastolo, mi sorgono, alla luce della società nella quale viviamo, alcune domande. La prima è se anche il cittadino onesto abbia diritto ad essere protetto. Ovvero se sacrosanto è il diritto del delinquente ad essere redento, è meno sacrosanto quello del cittadino di non diventare cavia dell'avvenuta redenzione? E ciò anche in considerazione di tanti episodi nei quali prevale la salvaguardia di un privato nei confronti dei diritti della collettività. Ma forse queste mie considerazioni sono superate in una società in cui è più importante il desiderio egoistico di una donna che a sessant'anni «vuole» a tutti i costi essere madre di quanto non sia il diritto del nascituro di avere una mamma e non già una nonna. E vorrei concludere ponendo ancora una domanda e cioè se sia più giusto soddisfare l'orgoglio gay o dare ad un bimbo una vera (e sottolineo vera) famiglia dove possa realmente crescere fra sani principi. Gabriele De Roberto, Torino

Persone citate: Berlusconi, Giorgio Ferrari, Giulio Lunardi, Ivan Martini, Lodovico Gambino Almese, Mario Pescante, Natalia Tomasini, Occhetto