Snob rovina d'Inghilterra di Fabio Galvano

polemica. «Decadenti e sopravvalutati»: uno storico attacca il «culto della nostalgia» polemica. «Decadenti e sopravvalutati»: uno storico attacca il «culto della nostalgia» Snob, rovina d'Inghilterra «Vita Sackville-West, una fallita Churchill, inaffidabile mascalzone» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il professor David Cannadine sembra abbonato alle polemiche. Da quando scrisse «Il declino c la caduta dell'aristocrazia britannica», quattro anni fa, il suo nome è come una bandiera iconoclastica: bollato, per una società come quella inglese in cui l'aristocrazia svolge ancora un molo e l'iconolatria è cosa di tutti i giorni. Ora insiste su quel tema e il suo nuovo libro - Aspetti dell'aristocrazia: grandezza c declino nell'Inghilterra moderna, edito dalla Yale University Press - suscita polemiche prima ancora di essere pubblicato. Taluni suoi sprezzanti giudizi su due scrittori di quell'Inghilterra aristocratica, Harold Nicolson e sua moglie Vita SackvilleWest, die sono definiti «prodotti patrizi di una classe in declino», hanno provocato una seccata implica del loro figlio Nigcl Nicolson. «Snob i mici genitori? E lui, allora?». Cannadine, che e inglese ma insogna storia alla Columbia University di New York, è considerato con la moglie Linda Collcy (anche lei inglese, anche lei «emigrata» ma all'università di Yale) una delle stelle nascenti della storiografia accademica. E' sicuramente una delle «voci nuove» nel filone che mira - finalmente - a presentare opere leggibili oltre che accuratamente documentate. L'attesa non fa che accrescere il vigore della polemica: tanto più che Harold Nicolson, a soprattutto Vita Sackville-West, hanno tuttora un seguito letterario anche alimentato dalle loro confessioni omosessuali adattate in anni recenti per la tv. «Erano due personaggi notevoli», scrive Cannadine: «Ma questo non è motivo per giudicarli più notevoli di quanto fossero in realtà. Eppure dopo la loro morte hanno ricevuto un eccesso di deferente attenzione e celebrazione antistorica, soprattutto da quella borghesia che ò la classe da loro più disprezzata. Il loro giardino a Sissinghurst (la casa di campagna dove vissero gli ultimi anni, ndr) ò en¬ trato a far parte di quel culto di nostalgia snob e di evasione conservazionista da cui l'Inghilterra del dopoguerra è stata cos'i gravemente accecata e rovinata». Snob un giardino? Non sia mai detto. «L'intera accusa ò sbagliata», replica Nigcl Nicolson dalle pagine dello Spectator: «Mio padre e mia madre hanno certamente ereditato dalla loro cultura pregiudizi poco simpatici, proprio come Cannadine dalla sua, ma non meritano questo torrente d'insolenze». In realtà non sono le sole vittime. Nel capitolo dedicato a Churchill, e non casualmente intitolato «Avventuriero aristocratico», l'iconoclastia è più evidente che mai: «Non era soltanto ritenuto incerto nei suoi giudizi e inaffidabile nella condotta politica. C'era anche, attorno alla sua persona, qualcosa di più generico che non era del tutto rispettabile. Sebbene aristocratico di nascita, si riteneva comunemente che Churchill non fosse per nulla un gentleman. Al contrario, lo si descriveva sovente come altamente dotato, ma innegabilmente mascalzone». Harold Nicolson e Vita Sackville-West, secondo il professor Cannadine, erano dei falliti: sicuramente come scrittori, lui anche come diplomatico e politico. Ni¬ colson figlio replica che al Foreign Office suo padre era considerato «l'uomo più brillante della sua generazione», che in Parlamento era stato negli Anni Trenta «il più articolato avversario dell'appeasement», che il suo libro su Giorgio V era stato «riconosciuto come la migliore biografia, da tutti tranne Cannadine». Sua madre, poi, «ave- va vinto i maggiori premi letterari di quei tempi»; come amante dei giardini, inoltre, «era inventiva», ed evitava certi tipi di piante «come uno scrittore evita i luoghi comuni». David Cannadine sguazza nella polemica. Il suo, cerca di spiegare, non era un attacco personale, ma soltanto il tentativo di fissare il significato storico del loro snobismo, di «capirli come personaggi storici». Né si cura di replicare all'accusa di essere lui stesso uno snob, definendosi «un prodotto della piccola borghesia e dello Stato assistenziale, educato in una scuola pubblica». E' più chiaro Nicolson, che lo snobismo lo conosce bene: «Forse è un po' marxista, non so. Certo non è nel Chi è. Forse l'ho scritto soltanto perché volevo essere sgradevole con lui». Papà e mamma l'avrebbero applaudito. Fabio Galvano Da sinistra: la scrittirice Vita Sackville-West e Winston Churchill

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, New York, Sissinghurst