L'ultimo interrogatorio per bloccare le sue «Memorie». Nel centenario della nascita, un documento segreto sull'innovatore sconfitto

L'ultimo interrogatorio per bloccare le sue «Memorie». Nel centenario della nascita, un documento segreto sull'innovatore sconfitto L'ultimo interrogatorio per bloccare le sue «Memorie». Nel centenario della nascita, un documento segreto sull'innovatore sconfitto MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dieci novembre 1970. Nikita Krusciov, 76 anni, da sei cacciato dal Cremlino e pensionato «a forza» viene convocato dalla commissione di controllo del partito e sottoposto a un duro interrogatorio dai «commissari» Pelshe (membro del Politburo), Melnikov e Postovalov. L'ex segretario del pcus, l'uomo che ha svelato al mondo i crimini di Stalin, è accusato di aver inviato clandestinamente in America le sue memorie. Lo stenogramma dell'interrogatorio (che La Stampa pubblica per la prima volta dagli archivi sovietici) ci dà uno straordinario Krusciov a due facce: il vecchio emarginato e deluso che si augura di morire presto e il combattente che con giochi di parole e furbizie bizantine sfugge ai suoi inquisitori. Le sue memorie erano effettivamente in Usa (dove vennero pubblicate), ma lui non lo confessa. Pelshe, l'inquirente, trasmettendo al CC (Comitato Centrale) il verbale dell'interrogatorio, ammette la sconfitta e accusa il vecchio capo di Stato: «... il compagno Krusciov si è comportato in modo iniquo, senza sincerità, si è sottratto alla discussione delle sue attività illegali. Ha affermato di non aver dato a nessuno le sue memorie...». Nikita Krusciov morì dieci mesi dopo quell'interrogatorio. Pubblichiamo questo documento mentre ricorrono i 100 anni dalla nascita del leader sovietico che per primo osò tentare di modificare il sistema, aprendo la via alla «destalinizzazione» con il XX Congresso del pcus. [c. m.] P ELSHE - ... L'abbiamo invitata al Comitato di controllo per evere chiarimenti sulla pubblicazione delle sue memorie che possono recare un grave danno al partito e al Paese... Secondo l'ambasciatore negli Usa, compagno Dobrynin, il 6 novembre a New York i rappresentanti del consorzio editoriale «Time» hanno dichiarato di avere a disposizione le «memorie di N. S. Krusciov» che verrebbero pubblicate a partire dal 23 novembre su «Life» e poi uscirebbero in un libro dal titolo «Krusciov ricorda»... Qualche tempo fa... le abbiamo spiegato che il modo in cui sta raccogliendo le sue memorie... non è degno di un membro del partito... Krusciov - Protesto, compagno Pelshe. Ho la mia dignità... Non ho dato memorie a nessuno. Sono comunista come lei. Pelshe - ... ci dica come le sue memorie sono arrivate in Usa. Krusciov - Lo dica lei a me. Penso sia una provocazione. Pelshe - Tenga presente che si trova nella sede del partito. Krusciov - Non sono mai stato al Comitato di controllo. Mi trovo in questa situazione per la prima volta alla fine della mia vita... E lei chiede chiarimenti. Pelshe - Certo. Krusciov - Le ho spiegato... Pelshe - Non ci ha spiegato ancora niente. Krusciov - Non c'è niente da spiegare. Non ho dato mai a nessuno le mie memorie... E' vero, le ho dettate, ma lo considero un diritto di cittadino... Pelshe - ... Le abbiamo già detto che. il metodo di lavoro Leonid Brez v sulle memorie quando ne è coinvolto un largo circolo di persone non va bene, e che i segreti possono finire all'estero... Krusciov - ... Potete arrestarmi, fucilarmi. Sono siufo della vita... Oggi la radio ha detto che de Gaulle è morto. Lo invidio... Pelshe - Come uscire da questa situazione? Krusciov - Non so. Sono completamente isolato e praticamente vivo in casa in stato di arresto. Portone doppio, tutti quelli che entrano ed escono sono controllati. E' veramente una vergogna. Sono stufo. Pelshe - Nessuno la offende. Krusciov - Le torture morali sono le più pesanti... Mi avevate proposto di smettere di scrivere... E' un mio diritto. Sono stato uno statista. Morirò... Pelshe - Moriremo tutti. Krusciov Può darsi che con questa convocazione qui mi aiutiate a morire prima. Pelshe - Non vogliamo che lei muoia, ma che stia bene. Krusciov - Spero di morire. Melnikov - E' possibile che qualcuno le abbia fatto un cattivo servizio? Krusciov - Caro compagno... non sono matto. Non ho consegnato niente a nessuno e non lo potevo fare. Melnikov - A chi dettava le memorie? Krusciov di fiducia. Melnikov te diversa... Krusciov - ... Non cercate di spaventarmi. Da 76 anni sono responsabile delle mie azioni. Non riuscirete a terrorizzarmi. Melnikov - Non batta i pugni sul tavolo e non gridi. Si trova sovietici, gente Ci può essere gen- nel Comitato di controllo del partito, si comporti bene... Krusciov - Comportatevi anche voi come si deve. Sono ancora membro del partito. Pelshe - ... Nonostante l'età, ogni membro del partito deve rispondere per le sue azioni. Krusciov - Lei, compagno Pelshe, ha assolutamente ragione, ed io rispondo. Sono pronto a sopportare qualsiasi pena fino alla pena capitale. Pelshe - Il Comitato di controllo non condanna a morte. Krusciov - Una volta succede- va. Quante migliaia di persone morirono, quante furono fucilate! Pelshe - ... E' un discorso fuori luogo... dichiari di non aver mai scritto memorie... Krusciov - Non posso, le ho dettate. Melnikov - Non le ha ancora scritte? Krusciov - Non le ho concluse, mi sono ammalato. Postovalov - Le agenzie non potevano prendere da lei memorie non concluse. Krusciov - ... Molti credono, che la guerra in Corea l'abbiano iniziata gli americani. Io so che l'ha iniziata Kim II Sung. In quel momento mi trovavo con Stalin... voglio morire da persona onesta... Pelshe - ... E' inammissibile. Le sue memorie segrete sono in giro e lei ne è responsabile di fronte al partito e allo Stato. Krusciov - Sono pronto a salire sulla croce. Prendete martello e chiodi. Pelshe - Queste frasi non servono a niente. Krusciov - Non sono frasi. Mi auguro di morire. C'è un detto russo: non giurare di riuscire a sfuggire all'elemosina e alla galera. Per tutta la mia lunga carriera politica non mi è mai capitato di trovarmi sotto interrogatorio presso gli organi di partito. Postovalov - Non la interroghiamo, stiamo conversando.... Krusciov - Dico solo che tutto ciò che ho dettato è la verità. Non ci sono né invenzioni, né esagerazioni... Non sono un burattino che si manovra con i fili. Sono un uomo... lei approfitta di me. Ma finché il cuore batterà, non mi stancherò di difendere la dignità umana. Postovalov - Lei deve difendere gli interessi del partito. Krusciov - Quello che scrivo non contraddice gli interessi del partito... e non mi interrompa... Pelshe - Interrompere è una sua abitudine... Krusciov - L'ho presa da Stalin, ma da Stalin mi sono liberato, mentre lei no. Pelshe - Lei non sa cosa dice. Krusciov - Ho il diritto di parlare. Pelshe - ... Pensiamo a come si può correggere la situazione. Krusciov - Ora siete più forti di me e lo potete fare. Pelshe - ... Compagno Krusciov, dica che è indignato... Krusciov - Non spingetemi a dire bugie alla fine della vita. Pelshe - ... è necessario minimizzare il danno politico. Postovalov - Ma c'erano davvero le memorie? Krusciov - Non posso negare di aver dettato... Volevo parlare con il compagno Breznev, ma mi hanno convocato... questo è un organo di repressione... di qui è passata tanta gente... Postovalov - ... Qual è il suo atteggiamento? Krusciov - Di un fedelissimo membro del partito. Pelshe - ... Se da lei viene un giornalista, lei gli può ripetere tutto ciò? Krusciov • Sì. Se volete, posso MaoTse-tun organizzare una conferenza stampa. C'è ancora polvere da sparare per difendere la dignità della mia divisa, l'onore del Paese e del partito... se mi aveste dato una dattilografa, il CC avrebbe ricevuto le memorie. Pelshe - ... sin dall'inizio lei ha agito illegalmente. Krusciov - Non mi faccia paura con l'illegalità. Non semplifichi... Sapete quanta gente che incontro mi chiede: «Ma lei scrive le memorie?». Rispondo di no. Mi dicono: «Dovete scrivere, per noi è prezioso». Non pensate che voglia sopravvalutarmi... Sono stato accanto a Stalin. I miei ricordi hanno una grande importanza per il futuro... Postovalov - Lei deve mantenere il segreto. Krusciov - ... non sono d'accordo... Pelshe - Torniamo al problema... Krusciov - Non ho paura... Ora la mia vita è tutta tormento, è dura. Invidio de Gaulle... Melnikov - Perché è dura? Krusciov - Quando andrà in pensione, capirà: è un inferno. Pelshe - Spetta a tutti. Tutti vanno in pensione. Krusciov - Mi hanno tolto i diritti di membro del CC. Hanno smesso di invitarmi ai plenum... è indegno. Pelshe - Non abbiamo nessuna intenzione di spaventarLa. Krusciov - Non ho paura di niente, perché peggio di così non si può immaginare. Postovalov - ... Non è un discorso serio. Krusciov - Compagno Pelshe, quanta gente fu giustiziata. Quanti miei amici, fedelissimi membri del partito. Quanti nemici della rivoluzione culturale ha giù-, stiziato Mao Tse Tung. Mao Tse Tung e Stalin. Postovalov - Non vale la pena di fare un parallelo simile. Krusciov - Stalin e Mao. Postovalov - Non parliamo di questo. Krusciov - ... Le nostre famiglie, compresa la mia, usando l'alimentazione speciale non hanno la minima idea di come stanno davvero le cose. Ad esempio: la gente normale non può comprare neanche il prezzemolo. L'organizzazione del commercio degli alimentari funziona malissimo. Nei negozi non ci sono le cose indispensabili. Non c'è la carne. Pelshe - A Mosca c'è. Krusciov - Sa cosa dice la gente? «Può un cammello arrivare dall'Estremo Oriente a Mosca? No, sarà mangiato prima...». Pelshe - ... Non capisco cosa dice... Krusciov - Sono morto, e la vostra coscienza non può percepirlo... A CURA DI Cesare Martinetti «Potete fucilarmi Sono stufo della vita. Oggi de Gaulle è morto. Lo invidio» Leonid Breznev MaoTse-tung Nikita Krusciov, svelò al mondo i crimini di Stalin (sopra)

Luoghi citati: America, Corea, Estremo Oriente, Mosca, New York, Usa