Quando il detective è in famiglia di Stefano Mancini

Quando il detective è in famiglia Quando il detective è in famiglia Assassini e rapinatori incastrati da un parente AFFETTI SCONFITTI DALLA VERITÀ' Iparenti sono spesso buoni detective. Come quella vedova ottantenne di Firenze che tre anni fa smascherò i due figli rapinatori. Con un banale stratagemma tentarono di rapinarle la pensione di reversibilità del marito, ma lei fu più furba di loro. Al rientro dalle Poste con assegni per 8 milioni e 250 mila lire (un anno di arretrati della rendita del coniuge), la donna riceve la telefonata di un funzionario dell'Inps: «C'è stato un errore nell'emissione degli assegni, passeremo a ritirarli», le spiega con modi gentili. L'anziana però si insospettisce e con prontezza decide di prendere tempo. «Devo andare a fare la spesa - spiega al falso impiegato - non venite prima di un'ora». Nel frattempo chiama il «113», riferisce la vicenda ed esterna tutti i propri dubbi. Gli stessi che, con il procedere del racconto, si insinuano anche nella mente del funzionario della questura che la ascolta. Pensionata e poliziotto metto¬ no così a punto la trappola: due agenti in borghese si nascondono nella casa dell'anziana, pronti a intervenire. Poco dopo, fingendosi funzionari dell'Inps, due persone incappucciate si fanno aprire e intimano alla donna di consegnare gli assegni. Pistole in pugno, intervengono i poliziotti. Il colpo di scena quando sfilano i cappucci ai banditi: sono i due figli dell'anziana vedova, onesti e rispettabili lavoratori, padri e mariti esemplari. Il 13 aprile 1993 a Foggia an¬ cora una madre protagonista. Suo figlio, Luigi Luciani, di 27 anni, rientra a casa con i vestiti sporchi di sangue e lei lo obbliga a raccontargli che cosa è successo. Il giovane assieme a un complice (Mario Antonelli, di 22 anni) ha ucciso a coltellate un anziano per rapinarlo e comprare una dose di droga. La vittima è un barbiere in pensione, Tommaso Carboni, di 69 anni, «colpevole» di essersi opposto alla richiesta di denaro. La donna denuncia il figlio ai carabinieri e per gli assassini scatta subito l'arresto. E' invece un padre nell'agosto dell'anno scorso a smascherare due giovani che avevano coinvolto il figlio minorenne nello spaccio di hashish. I due finiti in manette sono silvia Sanpieri, 16 anni, e il suo fidanzato Valerio Avanzo, di 22, torinesi. Entrambi avevano un sogno (andare a vivere a New York), ma non i soldi per realizzarlo. Lei allora architetta un piano: un viaggio a Amsterdam per comprare la droga e rivenderla in Italia. Per timore di es¬ sere scoperti, una volta a Torino Sanpieri e Avanzo chiedono a un amico minorenne, G. F., 17 anni, di tenere nascosto in casa uno zainetto con un etto e mezzo di hashish. Ma il padre del ragazzo se ne accorge e va dalla polizia. G. F. viene denunciato al Tribunale per i minori, gli altri due patteggiano una condanna a un anno e mezzo di carcere con la condizionale. Le indagini personali costano la vita a Cinzia Bruno, 30 anni, romana, trovata morta dentro un sacco sulle rive del Tevere nell'agosto dello scorso anno. In carcere finiscono il marito Massimo Pisano, 33 anni, e l'amante di lui, Silvana Agresta, di 35. Sono accusati di avere ucciso la donna perché aveva scoperto la loro relazione amorosa. Stefano Mancini

Persone citate: Avanzo, Cinzia Bruno, Luigi Luciani, Mario Antonelli, Silvana Agresta, Tommaso Carboni, Valerio Avanzo

Luoghi citati: Firenze, Foggia, Italia, New York, Torino