Sentenza in Assise: a Gelli 17 anni per reati minori

-issai tervizi segreti e Due anni di dibattimento e 4 giorni di camera di consiglio: undici assolti con formula piena Sentenza in Assise: a Gelli 17 anni per reati minori ROMA. Il difensore di Licio Gelli, l'avvocato Michele Gentiloni Silverj, è quasi imbarazzato per la gioia che prova. «E' fantastico - dice trattenendo a stento il sorriso - la P2 è stata cancellata». Il presidente ha appena finito di leggere la sentenza, la seconda Corte d'assise di Roma ha stabilito che la cospirazione politica organizzata dalla Loggia P2 «non sussiste». Gelli non era sotto processo per questo reato, la Svizzera l'aveva estradato solo per altri fatti e per quelli s'è preso 17 anni di galera; ma il nodo del processo P2 era tutto in quell'accusa di aver tramato segretamente alle spalle dello Stato rivolta ai suoi affiliati di un tempo, e i giudici l'hanno cancellata. La Corte s'è ritirata, e l'avvocato Gentiloni si ricompone. «Il tempo - dice - è stato necessario, e adesso rende giustizia con questa assoluzione». Avvocato, ma allora che cos'era la P2? Senza battere ciglio il legale risponde: «Soltanto un'associazione con scopi commerciali. Adesso riabilitiamo Gelli in tutti i tribunali della Repubblica». Il pubblico ministero Elisabetta Cesqui, qualche metro più in là, commenta ironicamente: «La montagna ha partorito il topolino». Poi annuncia che presenterà appello, cosa che farà anche l'avvocato dello Stato. «Non sono delusa, c'era da aspettarselo spiega il magistrato -. La situazione processuale era complessa, abbiamo cercato di spiegare che la P2 fu un'associazione segreta che tentò di modificare la Costituzione dello Stato con mzzi non consentiti. Per la Corte non esiste il reato penale, ma questo non significa che la P2 non sia esistita storicamente. E ad indicarla come strumento di grave inquinamento politico sono state le sedi giudiziarie, politiche e amministrative più disparate». Il «topolino» di cui parla la Cesqui sarebbe la condanna inflitta a Gelli per i reati minori; 17 anni che si trasformano in 12 da scontare. Per l'ex-generale del Sid Gianadelio Maletti, rifugiatosi in Sud Africa, c'è una condanna a 14 anni per rivelazione di segreti di Stato e altro. Ma sono pene che difficilmente verranno eseguite, la prescrizione è in agguato e ci sono ancora altri gradi del processo. Il senso della sentenza, arrivata dopo dieci anni di istruttoria, un anno e mezzo di dibattimento e quattro giorni di camera di consiglio, è nelle sei righe in cui la Corte «assolve Bellassai Salvatore, De Santis Luigi, Giudice Raffaele, Giunchiglia Ezio, Gras- sini Giulio, Labruna Antonio, Maletti Gianadelio, Musumeci Pietro, Ortolani Umberto, Pelosi Walter, Picchiotti Franco e Viezzer Antonio dall'imputazione di cui al capo numero 1, perché il fatto non sussiste». Il capo numero 1 era proprio l'attentato alla Costizione mediante cospirazione politica. Per l'accusa tutti questi signori - uomini d'affari, dirigenti dei servizi segreti e altro -, insieme a Gelli, tendevano «a controllare i settori vitali della vita collettiva affiliando quante più persone possibili con funzioni di responsabilità o posizione di potere, creando una rete di collegamenti che consentiva, in ogni settore, di piegare agli interessi particolari della Loggia massonica coperta P2, confligenti con quelli istituzionali, la funzione pubblica degli associati». Ma la Corte d'assise ha stabilito che questo non è mai successo. Il pubblico ministero aveva chiesto anni e anni di carcere, sono arrivate solo assoluzioni. Escono di scena senza macchia anche l'ex-segretario dell'ex-ministro Stammati, Giuseppe Battista, e il generale Raffaele Giudice, assolti dall'accusa di aver rivelato notizie riservate sull'affare Eni-Petromin. Assolta da altri reati collaterali anche la coppia del vecchio Sid Viezzer-Labruna. Gelli è stato invece condannato per aver organizzato il rientro in Italia di sua figlia con dei do- cumenti che dovevano screditare i magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giliano Turane, quelli che scoprirono le liste della P2 a Castiglion Fibocchi. E' colpevole di calunnia, così come è colpevole di un millantato credito esercitato nell'inchiesta sul vecchio Banco Ambrosiano e di procacciamento di documenti riservati trovati nella sua residenza di Montevideo, in Uruguay. Giovanni Bianconi L'ex Venerabile è stato condannato per millantato credito e calunnia ai giudici Il pm ha annunciato ricorso in appello «Undici anni dopo quegli elenchi hanno partorito un topolino» i aerobie7™ 0es'r° milanesi chi L0a'^ati '"Sue"iròT^0 binato '•5c/tootp2°vber'oCaH ""Piccato snf^ -i ne frovoto °99'Gelliè°aìlAncora -issai tervizi segreti e ""Prenditori. '"SWpc,oeS™ì'le''cos»Mii:e f ? 23 SETTEMBRE iQfii fonica PO aLo99'P Tino Arseti emOCr,stiano •dì ™ Monastero S^?nÌesco cosp/ra2;on eL1£PP?r Wnl'excanJr- Bal,ro I Politico e óltre! "'° *h2LU°uo i5u r ,^conc/usioni P2presenta'e| » lezione e SS^PV» de/Ce',n°re'ov'taPo'f£ Roberto Calvi, il presidente del Banco Ambrosiano iscritto alla P2, morto impiccato sotto il Ponte dei frati neri, a Londra, il 18 giugno 1982 A destra il finanziere Umberto Ortolani, anche lui assolto A sinistra il generale Gianadelio Maletti

Luoghi citati: Castiglion Fibocchi, Italia, Londra, Montevideo, Roma, Sud Africa, Svizzera, Uruguay